Il freno di stazionamento è una dotazione obbligatoria degli autoveicoli che permette di bloccare le ruote quando il veicolo è parcheggiato; l’articolo 158 del Codice della Strada ne impone l’uso quando si lascia il veicolo in sosta, insieme all’inserimento del rapporto più basso del cambio.
Il freno di stazionamento viene chiamato, nell’uso quotidiano, “freno a mano” perché fino a qualche tempo fa l’azionamento era con una leva che, per l’appunto, veniva azionata tirandola con la mano, anche se non sono mancati esempi di comando a pedale.
Il freno di stazionamento classico a funzionamento meccanico usa dei cavetti metallici che, messi in tensione dalla leva o dal pedale, spingono il materiale d’attrito contro il disco o il tamburo così come fa la pressione idraulica nel funzionamento normale.
Da quanto detto si capisce che più si tira la leva (o più si preme sul pedale dei modelli che lo prevedono, come su alcune Mercedes e la Dyane) e più aumenta la forza con la quale il materiale d’attrito viene spinto contro i dischi o i tamburi, aumentando l’attrito e quindi l’efficacia del blocco.
Il freno di stazionamento azionato con la mano ha un meccanismo che impedisce alla leva di tornare: per sbloccarlo occorre tirare ulteriormente la leva e premere il pulsante all’estremità, che permette di liberare la leva stessa e farla tornare nella posizione di riposo.
Il freno di stazionamento a pedale richiede invece un’ulteriore pressione sul pedale stesso che va poi accompagnato nella posizione di riposo perché sollevando rapidamente il piede esso si bloccherebbe di nuovo.
È ormai da diverso tempo però che il comando puramente meccanico è rimasto appannaggio solo delle automobili più economiche, le altre hanno meccanismi a pulsante che sono quindi azionati elettricamente.
Anche in questo caso esistono vari approcci, con uno più semplice che usa i classici cavetti di acciaio che azionano le pastiglie o le ganasce ma per tensionarli non usa la classica leva, ma un motorino elettrico. Questo sistema permette di usare pinze o tamburi molto simili a quelli impiegati nei freni di stazionamento a leva ma ha almeno due vantaggi: rende utilizzabile lo spazio altrimenti occupato dalla leva del freno a mano e annulla lo sforzo fisico necessario all’inserimento del freno di stazionamento.
Una variante più sofisticata usa motorini elettrici per spingere il materiale d’attrito contro i dischi/tamburi e quindi i cavi di acciaio vengono sostituiti da semplici fili elettrici che arrivano alle pinze o ai tamburi dei freni. I vantaggi sono gli stessi del sistema a fune ma il controllo della forza frenante è più preciso, cosa utile considerando che il freno di stazionamento funziona anche come freno di emergenza in caso di malfunzionamento di quello principale. In molti casi si può aumentare la forza frenante azionando più volte il pulsante o con altre manovre.
Il freno di stazionamento elettrico si presta molto bene sia ad un funzionamento automatico di sicurezza, ad esempio attivandosi automaticamente se a veicolo fermo viene aperta una portiera, sia implementando la Hill Holder, ossia quella che tiene frenato il veicolo in salita finché non si rilascia la frizione o non si accelera, nel caso il cambio sia automatico. I sensori “sanno” infatti quando la strada non è orizzontale e quindi il veicolo viene tenuto frenato fino a quando il guidatore non fa le manovre necessarie per partire. Questa funzione era presente anche negli impianti frenanti tradizionali: rilasciando il pedale del freno una valvola manteneva la pressione nel circuito finché non si agiva sulla frizione. La spia del freno di stazionamento ha in genere una doppia funzione: si accende sia se il freno e attivato sia se livello del fluido dei freni è troppo basso.
Se il freno di stazionamento è di tipo meccanico e la spia rimane accesa può esserci un malfunzionamento del sensore che rileva la posizione della leva ma un controllo del livello del fluido dei freni va comunque fatto, anche perché è un’operazione veloce. Se la spia lampeggia è probabile che si tratti del livello del fluido, che è abbastanza basso da attivare a tratti la spia con gli spostamenti dovuti al movimento del veicolo: occorre fermarsi subito per controllare il livello ed eventualmente rabboccare in modo da riportarlo al valore corretto.
Se l’impianto è elettrico la spia accesa o lampeggiante può indicare che il sistema presenta un’anomalia e anche in questo caso occorre fermarsi e fare le opportune verifiche. Ricordiamo che il freno di stazionamento elettrico, fra i suoi tanti pregi, ha il difetto di non funzionare se manca l’energia elettrica e può quindi rimanere disattivato o, al contrario, tenere bloccato il veicolo.
Una cosa è certa: chi non ha una preparazione tecnica adeguata non può intervenire su un freno di stazionamento elettrico perché questo può azionarsi automaticamente e procurare lesioni a chi, per esempio, deve sbloccarlo o cambiare un disco o le pastiglie. La procedura per disabilitare il freno di stazionamento elettrico delle automobili General Motors, per esempio, prevede 7 step al termine dei quali si potrà operare in sicurezza.