FURTO DI INFORMAZIONI - Un'auto impazzita, che scorrazza fuori controllo, “pilotata” a distanza, tramite un computer, da un pirata informatico comodamente seduto nella poltrona di casa? Uno scenario da leggenda metropolitana, certo. Che, però, i più recenti test delle auto che “si guidano da sole” (come quelli che stanno attualmente conducendo colossi dell’informatica e dell’industria automobilistica quali Google, Mercedes e Nissan) hanno contribuito non poco ad alimentare. Non meno diffuso il timore che un hacker ben organizzato possa accedere all’elettronica di bordo, rubando i dati del mezzo o del guidatore. Quanto c’è di vero in tutto questo? Facciamo chiarezza.
CACCIA AL NAVIGATORE - Limitandosi all’auto, un hacker che volesse ficcare il naso nei nostri affari potrebbe “aggredire” i navigatori integrati nel veicolo o i sistemi multimediali della vettura. Ma potrebbe aprirsi qualche breccia solo in dispositivi di vecchia generazione e di basso costo (nel 2007, due esperti informatici riuscirono a inviare falsi bollettini del traffico ad alcuni navigatori, creando code chilometriche).
LA SCATOLA NERA - Alcune assicurazioni prevedono sconti sulla tariffa Rca a fronte dell’installazione di una black box: il dispositivo registra i nostri spostamenti e le dinamiche dei sinistri, rendendo più difficili le frodi. Ma non c’è rischio che un malintenzionato esperto possa manipolare i dati immagazzinati per alterare il “report” di un sinistro? Gli specialisti dicono di no: l’accesso è pressoché impossibile per qualunque hacker.
RISCHIO-SMARTPHONE? - Molti sistemi multimediali sfruttano il nostro smartphone per la navigazione, per trasferire dati, file musicali, video e per la connessione internet di bordo: qui si concentrano le attenzioni degli hacker. Ma le case non stanno a guardare: la ricerca di soluzioni per rendere questi sistemi sempre più “blindati” è in continuo progresso.
PRIUS CONTROLLATA... COL TRUCCO - Nel 2013, alla convention di Las Vegas che richiama ogni anno i migliori esperti informatici del pianeta, Chris Valasek e Charlie Miller hanno preso il controllo di una Toyota Prius. Ma c’è un ma: in precedenza, l’ibrida più venduta del mondo è stata parzialmente modificata dai due. Intercettando i segnali delle 35 unità di controllo elettronico del veicolo: come dire, l’auto è stata piegata al volere dei due hacker. Insomma, le Prius non corrono nessun pericolo...