A quasi trent’anni dall’uscita di scena della Lola-Beatrice, si riaffaccia in Formula 1 un team statunitense: a dire il vero, ci aveva provato la US F1 nel 2009, ma la presenza più volte annunciata si è sciolta come neve al sole. Gene Haas ci arriva con una base economica molto solida: la Haas Automation, un colosso dell’automazione da 1 miliardo di dollari di fatturato annuo, di cui è fondatore e boss. L’esperienza sportiva non manca, visto che dal 2002 Haas è proprietario di un team in Nascar Sprint Cup (come socio e pilota c’è la leggenda USA Tony Stewart, non coinvolto nel progetto di Formula 1); va da sé che nella massima formula vanno ancora trovati affiatamento tra i componenti della squadra e metodologia di lavoro. Le basi, tuttavia, ci sono: il progetto del telaio è frutto della collaborazione con la Dallara, la galleria del vento utilizzata è quella della Ferrari, che fornisce anche la power unit del 2016 – anche se sono molti gli elementi originali rispetto alla Rossa nella VF16 di quest’anno. Il team principal è Gunther Steiner: altoatesino di nascita e statunitense d’adozione, ha già ricoperto il ruolo nella Jaguar Formula 1 e ha tenuto a battesimo il debutto della Red Bull.