La carrozzeria è la stessa delle altre citycar torinesi, anche se la Fiat Panda 4x4 è più lunga di 4 cm (per un totale di 369) a causa dei paraurti dal disegno specifico, provvisti di protezioni inferiori (in plastica) al pari dei sottoporta. Distintivi anche i cerchi in lega bruniti di 15 pollici e, soprattutto, l’assetto rialzato che fa aumentare la distanza minima da terra di quasi 5 cm. Così – anche se non sono previste le marce ridotte – è possibile affrontare gli sterrati di un certo impegno, sfruttando appieno la leggerezza e compattezza del veicolo e i vantaggi del sistema di trazione integrale: basato su due frizioni magnetiche e gestito dall’elettronica, trasferisce la coppia alle ruote posteriori quando rileva uno slittamento di quelle davanti; per le situazioni critiche c’è il tasto Eld (di fianco alla leva del cambio), che migliora la “motricità” frenando singolarmente le ruote che perdono aderenza (o che sono addirittura sollevate). Quanto agli interni, troviamo sedili più “contenitivi” e, come i pannelli delle porte, rivestiti in ecopelle lavabile; presente anche un portaoggetti aggiuntivo, ma il quinto posto rimane a pagamento. La guida su strada della Fiat Panda 4x4 non risente dei circa 100 kg in più rispetto alla versione con trazione anteriore, dunque l’agilità rimane elevata e, visto che il sedile di guida è più alto da terra, migliora pure la visibilità (un vantaggio anche nei parcheggi). Equilibrato l'unico motore disponibile, ossia il bicilindrico a benzina 0.9 TwinAir: fornisce 85 CV sia nelle versioni "base" (Wild e City Cross) sia nella Cross, dalla ancor più evidente (e riuscita) caratterizzazione fuoristradistica.