ACCORDO “VERDE” - Entro la settimana, in Germania, i presidenti della BMW e della Toyota dovrebbero rendere ufficiale un nuovo accordo di collaborazione tra le due case. Al contrario di quello firmato a fine 2011, in base a cui la BMW fornirà piccoli motori diesel per le vetture Toyota destinate al mercato europeo, questo accordo vede nel ruolo di fornitore la Toyota, che metterà a disposizione della BMW le sue celle a combustibile (fuel cell) e sistemi ibridi benzina-elettrico. La notizia è stata diffusa in Germania dal settimanale Der Spiegel e in Giappone dal quotidiano economico Nikkei. È stato quest’ultimo ad annunciare l’ufficializzazione della cosa nella corrente settimana.
In questa pagina il prototipo Toyota FCHV del 2009, dotato di propulsione elettrica con batteria a cella di combustibile.
IBRIDO TOYOTA SEMPRE PIÙ DIFFUSO - BMW ha in programma di proporre ai mercati un modello alimentato a fuel cell (un particolare tipo di batteria che usa l'idrogeno per alimentarsi) per il 2015 e l’intesa con la Toyota sarebbe appunto in funzione di questo traguardo. Da notare che è la prima volta che la Toyota mette a disposizione di altri la sua tecnologia nel campo delle fuel cell. Al contrario, per quanto concerne il sistema ibrido benzina/elettrico della Toyota è già argomento al centro di alcuni accordi con diversi costruttori, come Subaru, Mazda e Ford.
ECONOMIE DI SCALA - Per la Toyota la nuova collaborazione nel campo della motorizzazione ibrida rappresenta una ulteriore tappa nell’abbassamento dei costi del suo sistema, cosa che consentirà di avere proposte sempre più interessanti. Non ultimo comunque è il ritorno d’immagine per la Toyota grazie al poter vantare tra i suoi “clienti” un marchio prestigioso come la BMW.
INTESE STRATEGICHE - Ma la vicenda induce a un’altra considerazione. Pochi giorni fa sono circolate indiscrezioni secondo cui la BMW sarebbe in procinto di porre fine alla collaborazione con il gruppo PSA in materia di ricerca e sviluppo nel settore dei sistemi ibridi (qui la news). La cosa fa sorridere perché l’intenzione è stata spiegata come conseguenza del disappunto della BMW per l’alleanza siglata dal gruppo PSA con la General Motors. In sostanza, è stato scritto, non è gradita l’ipotesi che i risultati degli sviluppi compiuti dall’attività PSA-BMW possano finire anche alla General Motors. In realtà, come si è visto, si tratta di ben altro, e cioè di una scelta diversa, per una tecnologia già esistente, collaudata e subito disponibile; e quindi presumibilmente meno costosa.