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Ai costruttori tedeschi serve l’Italia

di Fabio Madaro
Pubblicato 07 aprile 2020

Le case automobilistiche tedesche confermano alla cancelliera Merkel che senza il supporto dell’industria italiana non sono più in grado di produrre con regolarità.

Ai costruttori tedeschi serve l’Italia

IL NODO DEI COMPONENTI - Fino a poche settimane fa, l’avremmo considerata una fake news, una delle tante notizie strampalate che si leggono quotidianamente sui social. Eppure è la verità: le grandi case automobilistiche tedesche chiedono aiuto alla Merkel perché senza il supporto dell’industria italiana non sono più in grado di produrre con regolarità. La grande industria germanica capace di sfornare 5,5 milioni di auto all’anno con un fatturato di 400 miliardi di euro e quasi 850 mila lavoratori (che raddoppiano se si calcola l’indotto), con le chiusure forzate di queste settimane di Italia e Spagna impedisce alle alle fabbriche tedesche - comunque chiuse fino alle fine delle festività pasquali - teme di non poter riprendere le normali attività. Questo perché buona parte della componentistica delle auto made in Germany viene prodotta in Italia e Spagna.

PRODUZIONE SNELLA - Un problema molto serio che passa anche attraverso il principio della produzione just in time, attuata ormai da tutti i costruttori, vale a dire costruire in concomitanza con l’arrivo della componentistica. Una strategia che evita in tal modo costosissimi stoccaggi di materiale e di altrettanto costose gestioni di depositi. Insomma il problema è reale anche perché in diversi modelli tedeschi di successo quasi il 20% della componentistica arriva dall’Italia. Componentistica, tra l’altro, di grande spessore tecnologico, che conta su circa 2.000 imprese, oltre che su alcune indiscutibili eccellenze mondiali, come Brembo (impianti frenanti) e Adler (plastiche anche per interni). Il tutto frutta alla nostra bilancia commerciale un attivo superiore a 5 miliardi di euro.

GLI EUROBOND - Perciò case come Volkswagen, BMW e Daimler hanno chiesto al governo tedesco di elaborare una serie di interventi per contrastare la crisi, ribadendo che la loro sopravvivenza è legata anche alla situazione industriale dei fornitori italiani e spagnoli. E chissà mai che questo “problema” non possa aiutare a trovare una soluzione  sulle ormai famose emissioni di Eurobond (titoli di debito europei emessi per fronteggiare la crisi) volute da Italia, Francia, Spagna e fino ad ora negati da Olanda e Germania che non vorrebbero legarsi a Paesi considerati poco affidabili, come appunto l’Italia.

FONDAMENTALE PER IL PIL - Anche perché per la Germania l’industria delle quattro ruote rappresenta il 16% dell’export, il 20% del fatturato industriale e il 12% del Pil. Che sia questo il tasto giusto per far cambiare idea alla cancelliera Merkel sulla necessità di aprire agli Eurobond? Nell’incontro di Berlino tra costruttori e governo è stata anche segnalata l’importanza di aiutare finanziariamente i fornitori, specie quelli più piccoli, con iniezioni di liquidità immediata per evitare fallimenti e possibili blocchi all’attività produttiva.



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Ritratto di Boys
7 aprile 2020 - 11:35
1
Forse non tutti i tedeschi sono come la Merkel e compagnia "bella".
Ritratto di AndyCapitan
7 aprile 2020 - 13:09
4
Per violazione della policy del sito.
Ritratto di BioHazard
7 aprile 2020 - 16:20
Vedendo come stanno messi i costruttori europei direi che non sono stati affatto dei beduini a venderla a un prezzo così alto. L'industria automobilistica tedesca è alla frutta ormai, chi non se ne accorge ha seri problemi mentali. Magneti Marelli è stata sfruttata per ridurre il debito di FCA a spese dei tedeschi, riuscendo a guadagnare sui loro successi commerciali e quando nel 2018 sono iniziati i loro problemi, bye bye..
Ritratto di AndyCapitan
7 aprile 2020 - 20:03
4
Ciao Ciao marelli...l'hanno svenduta!!!!
Ritratto di BioHazard
7 aprile 2020 - 20:13
6.2 miliardi ahahahah alla faccia della svendita. 60 volte gli utili che produceva
Ritratto di Ivan92
7 aprile 2020 - 12:25
12
Non sono assolutamente d'accordo con la prima frase scritta dall'autore dell'articolo. Chiunque ha un briciolo di conoscenza sulla comunità economica europea, sugli accordi di libero scambio di persone e cose e sulla stessa Unione Europea sa benissimo che da decenni le aziende collaborano con altre aziende guardando la qualità del prodotto che acquistano e il prezzo, mica la nazionalità. Il mercato europeo dal punto di vista industriale andrebbe visto come un unica grande nazione mentre il resto del mondo andrebbe visto come un grandissimo partner (con lo svantaggio dei dazi). Parlando di Germania se Bosch e ZF Friedrichshafen AG domani dovessero chiudere tutto e smettere di produrre almeno tre quarti delle case automobilistiche europee sarebbero in grandissima difficoltà, non perchè incapaci di produrre anche loro le stesse componenti, ma perchè per ottenere un risultato uguale dovrebbero investire milioni mentre rivolgendosi a chi già sa fare bene queste componenti risparmiano ottenendo un prodotto eccellente. Stesso discorso per l'italiana Brembo, perchè sulla mia Yamaha R1 si sono addirittura scomodati di prendere i freni da un azienda a 10'000 km di distanza? Semplice, Brembo produce dei freni eccellenti ad un prezzo corretto, se in Yamaha volessero ottenere un risultato uguale dovrebbero investire del capitale e al posto di vendere poi una moto a 20'000 € sarebbero costretti a venderla a 23'000 €, senza per questo offrire un prodotto migliore. Ciò che sei mesi fa poteva davvero sembrare una fake news o una notizia strampalata è che un microorganismo sarebbe riuscito in poco tempo a paralizzare l'economia, esercito, sistema sanitario, libertà di movimento, ecc..
Ritratto di tramsi
7 aprile 2020 - 16:49
Concordo!
Ritratto di Fabry1987
7 aprile 2020 - 19:47
Ragionamento molto sensato! Vediamo che accade
Ritratto di mvtiguan
7 aprile 2020 - 23:17
Convordo
Ritratto di mvtiguan
7 aprile 2020 - 23:18
Concordo
Ritratto di bellaguida
8 aprile 2020 - 08:45
Esattamente.
Ritratto di Giulio Menzo
8 aprile 2020 - 10:59
2
concordo
Ritratto di Roberto Carnevale
8 aprile 2020 - 14:03
Ragionamento sensato, Concordo.
Ritratto di Alfa1967
7 aprile 2020 - 12:42
Anche la mia Giulia ha componentistiche tedesche,francesi ecc. Comunque compero un' automobile che viene prodotta in Italia dando lavoro alle famiglie italiane. Finiamola di essere esterofili,in questo i francesi insegnano.
Ritratto di Black Ice2
7 aprile 2020 - 12:50
1
La tua Giulia ha il 29,93% di componenti tedesche contro le 24,09% italiane. 16,79% delle componenti sono statunitensi, 8,76% britanniche e 8,03% francesi + il restante da nazioni varie. Se il tuo obbiettivo era dare lavoro alle famiglie italiane allora hai fatto un fail pazzesco… https://it.motor1.com/news/220136/alfa-romeo-giulia-ecco-da-dove-proviene-la-componentistica/
Ritratto di LanciaRules
7 aprile 2020 - 13:17
Data la tua risposta non mi stupisce che tu non ci sia arrivato, ad ogni modo la componentistica è solo una parte dell'autovettura (senza contare che ci sono anche molte componenti italiane...). L'auto è assemblata in Italia, quindi sì, comprando la Giulia ha dato lavoro in Italia.
Ritratto di Black Ice2
7 aprile 2020 - 13:34
1
Veramente data la mia risposta dovresti iniziare ad arrivarci tu. Cioè quando qualcuno compra un auto da 50.000 € l'ultimo delle sue preoccupazioni dovrebbe essere a chi da lavoro (nel caso specifico il 29,93% ai tanto odiati tedeschi). Se compri un auto non è per dare lavoro in Italia ma è perché quell'auto ti piace e ti da soddisfazione.
Ritratto di Alfa1967
13 aprile 2020 - 20:38
Potrebbe piacermi di piu un'auto straniera ma la soddisfazione di guidare una bella auto italiana non ha paragoni. Io do lavoro in Italia
Ritratto di remor
7 aprile 2020 - 13:29
Onestamente, ma potrei sbagliarmi, non credo proprio che pigliandosi una Classe C o una 3er avrebbe dato più (o pari) lavoro alle famiglie italiane
Ritratto di Black Ice2
7 aprile 2020 - 13:37
1
Quando avrai 50.000 € da spendere per un auto nuova l'ultima delle tue preoccupazioni sarà a chi dai lavoro. Proprio come ora che scrivi da un dispositivo Made in China e dai da lavorare ai cinesi..
Ritratto di remor
7 aprile 2020 - 13:51
Su questo nuovo aspetto della questione ("""del tutto differente""" da quello precedente di chi poi usufruisce nazionalmente dei soldi spesi per una Giulia invece che per una Tedesca / altra nazionalità) potrei essere anche d'accordo; seppur solo per linee generali, perché poi ognuno può avere una propria sensibilità che lo induce ad acquistare un marchio/modello piuttosto che un altro. Magari uno compra francese (anche) perché, per effetto amarcord, da piccolo il babbo aveva l'auto francese con cui lo portava a scorrazzare. A tanti, quindi, per dire una categoria "sicura" in tale contesto (ma non necessariamente l'unica), che in maniera più o meno diretta nella produzione della Giulia (o delle auto fatte in Italia in generale) si ritrovano interessati mi sembrerebbe non dico una cosa solo lecita ma oltremodo logica che avessero fra le motivazioni d'acquisto anche il paese di produzione.
Ritratto di Oxygenerator
8 aprile 2020 - 09:15
@ remor Il suo ragionamento teoricamente potrebbe anche starci, ma se spendo 50.000, compro ciò che desidero e che mi piace. Non la Giulia solo perché è assemblata in Italia o da lavoro agli italiani. Stesso motivo per cui non compro auto FCA. Primo, in questo momento non mi serve un’auto, tra due anni prenderò un’elettrica. Per ora sono orientato tra Bmw i3, Honda, Smart, Vw Id3. Secondo, ad ora non ci sono auto FCA che mi piacciono o che desidero comprare. Terzo ancora non mi fido della qualità costruttiva della FCA, son già stato scottato due volte con Fiat in famiglia e mi è rimasta una certa diffidenza sui prodotti.
Ritratto di BioHazard
7 aprile 2020 - 19:40
Il discorso è molto più complesso delle mete percentuali che hai elencato. Un'auto viene anche sviluppata e il produttore paga le tasse dove produce, quindi se compri una VW fatta in germania contribuisci alle tasse che l'azienda versa al fisco tedesco, agli stipendi di chi le ha ingegnerizzate e così via... Quello della componentistica italiana è un mondo di competenze quasi cinesi, ovvero di costi più bassi rispetto a quelli tedeschi e francesi a fronte di tecnologia identica. A ciò si deve il successo della componentistica italiana, mica alla benevolenza dei produttori tedeschi. In quanto al nostro gruppo automobilistico, anche se cinico e spietato come pochi, regge gran parte dell'economia di Campania, Basilicata, Piemonte, Abruzzo e Molise. Per cui possiamo tranquillamente dire che comprando italiano aiutiamo gran parte della popolazione italiana. Una 500 anche se assemblata in Polonia aveva motore italiano, elettronica italiana, plancia e comandi italiani, ecc.. Con questo non voglio dire che bisogna comprare per forza un'auto di FCA (tanto il mercato italiano poco importa anche a loro e se ne sono quasi sbarazzati) però è una supercazzola quella delle auto tedesche quasi italiane. Per l'Italia l'importanza di FCA è vitale, oltretutto non stiamo parlando di una realtà in crisi ma di un produttore che piazza 10 auto nella classifica delle 50 auto più vendute al mondo, mica di una Ssangyong qualunque.
Ritratto di Roomy79
8 aprile 2020 - 08:04
1
Allora. Anzitutto qualunque auto tu acquisti in Italia genera un gettito di iva e questo è uguale per tutti. Sul pagamento delle tasse eviterei i discorsi nazionalistici, perché Fca ormai ha sede in Olanda. I dipendenti di aziende che producono componentistica per auto costruite fuori dall’Italia sono di gran lunga di più dei pochi rimasti ormai in forza nelle fabbriche Fca da te citate, che tra l’altro costano allo stato uno sproposito in continue alternanze di cassa integrazione (più di quanto rientri a livello fiscale,,,) quindi che comprando Fca aiutiamo gran parte della popolazione Italiana è una gran castroneria. Finiamola con sti discorsi autarchici, compratevi l’auto che vi piace. E non fate i fiscalisti improvvisati
Ritratto di mariofiore
8 aprile 2020 - 09:46
Possibile mai che nessun giornale spieghi bene la.fiscalita' in Europa? Provo io a farlo. Se produci auto in Italia lo fai con una partita Iva italiana. Che si chiami Sata o Sevel o altro paghi tutte le tasse in Italia. Ad esempio 100.000 dipendenti in italia, paghi solo per loro sui 200 milioni di euro al mese solo di contributi. Anche la macchina prodotta viene fatturata e sulla stessa si pagano le tasse. Sulle triangolazioni esiste una minor fiscalità. Quindi dire che la Fca non paga le tasse che sta in Olanda é una grossissima cavolata. Ad oggi il gruppo Fca é uno fra i maggiori contribuenti nazionali.
Ritratto di AndyCapitan
7 aprile 2020 - 20:07
4
...bello smacco per gli alfisti!!!!....ma daltronde non c'e' nessuno che oggigiorno costruisce tutti i componenti!!!! ....nemmeno la rolls royce!!!!
Ritratto di mariofiore
8 aprile 2020 - 09:37
Guarda che la.Giulia ha come valore. Ripeto valore non come numero di componenti, l'80% made in Italy.
Ritratto di Roberto Carnevale
8 aprile 2020 - 14:15
Mah, io penso che ognuno dovrebbe acquistare ciò che gli serve, gli piace ed in relazione di quanto ha deciso di spendere. Io sono italiano ed a parità di condizioni preferirei acquistare auto italiane. Però nel mio caso, volendo una seg. B Premium, mi sono dovuto orientare prima su una Audi A1 ed adesso su una Mini, ma solo perchè, al momento, non c'è nulla di analogo di italiano. per intenderci, se ci fosse un'Alfa seg B premium avrei optato per questa. Tutte queste chiacchiere sui componenti esteri sono relative in quanto anche le es tedesche, montano molti componenti italiani.
Ritratto di Alfa1967
13 aprile 2020 - 20:36
Hai scordato di scrivere che le Alfa Romeo sono prodotte in Italia e per tale motivo sono orgoglioso di dar lavoro agli italiani. Ora lo sai.
Ritratto di Andre_a
7 aprile 2020 - 13:52
@Alfa1967: cioè se un’auto mi piace meno dovrei comprarla lo stesso perché assemblata da persone che non conosco minimamente, ma che vivono relativamente vicine a me? Dai, siamo sinceri, ti sei preso la Giulia perché è quella che ti piace di più, oppure preferivi la Serie 3 e l’hai scartata solo perché tedesca?
Ritratto di Oxygenerator
7 aprile 2020 - 14:47
@ Andre_a Lei ha perfettamente ragione. Condivido in pieno il suo discorso.
Ritratto di Alfa1967
13 aprile 2020 - 20:44
Le ultime mie 6 auto sono tutte Alfa Romeo perche' mi piacciono,sono sempre state affidabili e prodotte in Italia. Preferite vedere le fabbriche funzionanti in Italia o in Francia,Germania,Turchia?
Ritratto di Andre_a
13 aprile 2020 - 22:24
@Alfa1967: non lavoro in fabbrica, non ho conoscenti che lo fanno, quindi dove sono le fabbriche funzionanti mi è indifferente, basta che non siano troppo vicine a casa mia. Io compro le auto che mi piacciono, se ho dato un po’ di lavoro a giapponesi, italiani o tedeschi va sempre bene: siamo tutti, prima di tutto, delle persone.
Ritratto di mariofiore
13 aprile 2020 - 23:38
Se poi magari lei o dei suoi conoscenti rimanete senza lavoro è Uguale, tanto siete solo delle persone disoccupate. Questi ragionamenti sono sbagliati. Bisogna comprare prodotti che diano lavoro e occupazione alla propria nazione per stare noi stessi meglio.
Ritratto di Andre_a
13 aprile 2020 - 23:47
Certo che è uguale, la mia disoccupazione cambierebbe la vita di chi non mi conosce? Mi aspetto che la gente paghi per i miei servizi perché sono i migliori, non che mi facciano la carità perché sono Italiano.
Ritratto di Alfa1967
14 aprile 2020 - 08:40
Non e' uguale un bel niente, se lei e' disoccupato e' un costo per la comunita'. Se lei e' disoccupato e non trova un nuovo lavoro e' contento lo stesso?
Ritratto di Andre_a
14 aprile 2020 - 09:26
@Alfa1967: direi che l’eventuale costo per la comunità lo sto abbondantemente pagando in anticipo con le tasse. Se non trovassi lavoro dalle mie parti, lo cercherei altrove, cosa che ho già fatto in passato senza problemi, bellissime esperienze. Ma soprattutto, la maggior parte dei miei clienti sono europei, quindi se si diffondesse una mentalità nazionalista allora si che rischierei la disoccupazione sul serio. L’Italia esporta più di quanto importa, pensiamo a cosa succederebbe ai produttori di Parmigiano se in tutto il mondo si comprassero solo formaggi nazionali.
Ritratto di mariofiore
14 aprile 2020 - 09:20
Se lei é disoccupato é un piccolo problema. Lo Stato oggi paga la disoccupazione per 24 mesi e poi dà il reddito di cittadinanza. Quindi lei é aiutato al mille per mille. Nel caso in cui diventiamo tanti disoccupati nessuno la potrà aiutare perché l'Europa non ci aiuta di certo e inoltre noi saremmo una nazione povera. Quindi solo aiutando l'industria nazionale possiamo essere una nazione ricca che può aiutare chi non lavora.
Ritratto di Alfa1967
14 aprile 2020 - 11:14
Condivido il tuo pensiero ma e' tempo sprecato tentare di spiegare qualcosa di ovvio.
Ritratto di Oxygenerator
7 aprile 2020 - 14:45
@ Alfa1967 Mi spiace, ma si avverasse quello che lei auspica, le nostre aziende sarebbero morte. L’Italia è un mercato, molto, molto piccolo, rispetto ad un mercato europeo. 50.000.000 contro una popolazione di 700.000.000 di persone. Considerando che abbiamo la maggioranza di anziani, lei capisce che i nostri numeri non sarebbero sufficienti, anche perché diventando protezionisti, gli altri paesi farebbero altrettanto. Questo patriottismo da quattro soldi un po becero, in una europa unita commercialmente è vecchio, inutile, stancante e perdente. Le nostre aziende devono, ripeto devono, recuperare qualità e capacità e riconquistare il mercato che può fare evolvere la nostra industria e la nostra capacità. Il mercato europeo.
Ritratto di Alfa1967
13 aprile 2020 - 20:46
Becero e da quattro soldi? Le ripeto che sono orgoglioso di comprare un'auto prodotta in Italia dando lavoro agli italiani.
Ritratto di mariofiore
13 aprile 2020 - 23:45
Che ragionamento assurdo. In Francia, Germania sono gia' protezionisti. I francesi comprano solo auto francesi anche quando sono porcherie, lo.stesso fanno i tedeschi. Al tempo delle Bmw che erano pericolosissime sul bagnato ne compravano a vagonate, fregandosene che erano pericolose. La verità che noi italiani siamo esterofili. Infatti su 2 milioni di auto vengono comprate molte auto di scarsissima qualità. Molto meno qualitative e pure più costose dei corrispondenti modelli italiani. Ci sono molti paesi europei che non producano auto. Per cui potremmo vendere molto molto di più e nel.contempo essere meno esterofili. Ora che abbiamo avuto il.coronavirus l'Europa ci ha voltato le spalle. Sarebbe ora di fare i nostri interessi nazionali.
Ritratto di deutsch
8 aprile 2020 - 00:05
4
Quindi Giulia si ma tipo no perché prodotta in Turchia, poi altri modelli sono prodotti in Polonia ed altri ancora in Messico. Che si fa allora?
Ritratto di Alfiere
8 aprile 2020 - 11:36
2
Non siamo piu negli anni 30, ragionamenti di questo tipo non hanno alcun senso perchè non esiste piu la nazionalità del prodotto.
Ritratto di mariofiore
8 aprile 2020 - 11:51
Quindi non esiste più il lavoro? Ovvero se il prodotto é fatto in Cina chi lavora é un cinese non un italiano. Purtroppo lei si sbaglia. Non esiste la nazionalità di un'azienda con la nascita delle multinazionali ma la nazionalità di un prodotto e la sua capacità di creare posti di lavoro, certo che esiste.
Ritratto di Alfiere
8 aprile 2020 - 15:36
2
Anche un lavoro eseguito in Cina può generare indotto in italia, e viceversa. Ripeto, questi ragionamenti hanno ben poco senso
Ritratto di mariofiore
8 aprile 2020 - 16:01
Hanno molto senso invece. Se io comprassi delle mascherine fatte in Cina darei lavoro ai 10 cinesi che sono necessarri per produrle. Se le comprassi in Italia avrei 10 disoccupati in meno. Per la vendita basta 1 negoziante per gestire 100 clienti. Per la produzione servono 10 persone per produrre anche per un sol cliente. Quindi compriamo dalla Cina e avremo un esercito di disoccupati e la Germania che si lamentera' che noi italiani incoraggiamo la pigrizia (dicono che siamo dei maiali) con strumenti quali il reddito di cittadinanza. Mentre se compriamo prodotti italiani facciamo lavorare la nostra industria e togliamo disoccupati dalla strada. Io ho lavorato molto con la Cina e l ho capita la lezione. Ora tocca a tutti capire che se non ci diamo una mossa non possiamo pensare di fare i maiali e che qualcuno ci mantenga e magari dia a tutto il popolo italiano un reddito di cittadinanza.
Ritratto di Alfa1967
13 aprile 2020 - 20:47
@Alfiere Cosa dira' il giorno che il suo lavoro verra' fatto in un'altra nazione e lei sara' disoccupato?
Ritratto di tody
7 aprile 2020 - 12:43
2
L'analisi è corretta ma dubito che queste esigenze possano essere un pungolo sufficiente a portare l'emissioni di Eurobond. D'altra parte con la libertà di stabilimento se l'Italia non ripartirà c'è il rischio delocalizzazioni.
Ritratto di AndyCapitan
7 aprile 2020 - 13:07
4
ahhhh te lo dico....il blocco motore TDI della golf dove lo fanno secondo voi....a BRESCIA!...insieme a parecchi altri componenti del cruscotto e altro!....come al solito pero' a mio parere vogliono solo sfruttarci come plebei...diciamo plebei qualificati!!!!
Ritratto di probus78
7 aprile 2020 - 14:11
Le industrie sono tutte collegate a livello europeo e mondiale, il settore automotive non fa eccezione, anzi è uno dei settori in cui vi è già maggiore condivisione e collaborazione. Ciò che manca in Europa è la Solidarietà di voler condividere le perdite economiche dovute al coronavirus rifinanziando la ripresa Con eurobond. E non facciamoci illusioni, la solidarietà tra i popoli europei non ci sarà mai.
Ritratto di Oxygenerator
7 aprile 2020 - 14:53
@ probus78 Certo è vero, ma se abbiamo ancora gente che insiste a dire compriamo italiano la solidarietà europea finisce nel gabinetto. Le industrie che ragionano solo con i soldi giustamente assemblano vari componenti in vari paesi. Non si può chiedere aiuto in europa e nel contempo proteggere ciò che crediamo sia italiano o da lavoro agli italiani. Il protezionismo è la morte delle industrie attuali.
Ritratto di probus78
7 aprile 2020 - 15:39
Ma infatti L Italia non sta chiedendo aiuto in chiave protezionistica, sta solo chiedendo di finanziare la ricostruzione con eurobond in modo che tutti si accollino per un po' una catastrofe che sta colpendo tutti, ma maggiormente Italia e Spagna, Paesi che non sono colpevoli per quanto è successo. Hai ragione sull eccessivo nazionalismo dei popoli europei, che li porta per partito preso a. Scegliere prodotti del proprio Paese, ma li porta anche a rifiutare, sempre per partito preso, qualunque aiuto agli altri popoli. Un Europa così divisa a brandelli sarà sempre meno potente di Usa o Cina.
Ritratto di Roomy79
8 aprile 2020 - 08:11
1
Col magna magna della nostra sanità, garantito da politici corrotti e carrozzoni di amici e parenti (sento solo gente che si vanta perché ha la suocera o il cuggino che lo ha fatto passare in ospedale) come fai a dire che siamo paesi non colpevoli della situazione? Tu o io come individui possiamo essere incolpevoli , ma il sistema in cui viviamo purtroppo ha portato per malafede a questa situazione. Incompetenza, affarismo, corruzione e ora pretendiamo che senza discutere gli altri paghino? Come se tu avessi un parente che gioca al casino, va a prostituite, glielo dici, gli chiedi di smetterla lo aiuti. Nonostante tutto continua e si ammala, rimane senza soldi. Gli presteresti i tuoi per curarsi? Io non lo so,,,,
Ritratto di Rav
7 aprile 2020 - 15:36
4
La prima frase da insensatamente il gomito a chi vuol fare la solita polemica sterile. Il fatto è che parecchie azienda vive anche di export ed è per questo che unità, buoni rapporti e libero scambio non possono che far bene all'economia di tutti. Se le aziende vendessero e si rifornissero solo internamente alla Nazione si farebbe fatica oltre al fatto che dovrebbe essere un vanto per noi che aziende estere si riforniscano da aziende Italiane per la qualità del prodotto. Dovrebbe servire da lezione a chi spera in fallimenti e crisi di questo o quello. Il punto è che se va male a qualcuno, a catena inizia ad andare male a tutti. In troppi non hanno coscenza di cosa sia l'indotto, se lo sapessero aprirebbero meno la bocca per dare aria.
Ritratto di stefbule
7 aprile 2020 - 16:29
12
Oramai siamo tutti interconnessi, a piacere o dispiacere. È vero che la voglia è tanta di dire"a si? Ora arrangiatevi", ma purtroppo si ritorcerebbe contro prima o poi. Quindi anche se siamo trattati male, bisogna mettere da parte l'orgoglio giusto per uscire da questa crisi. Ci saranno altre occasioni (si spera) di fare valere l'orgoglio nazionale.
Ritratto di tramsi
7 aprile 2020 - 16:48
È ovvio che la pandemia in atto ribalti completamente gli scenari inducendo un effetto domino amplificato proprio dal carattere internazionale che contraddistingue il network dei fornitori, dove il blocco di uno stabilimento o l’interruzione di una tipologia critica di componenti può generare contraccolpi a cascata. Questo effetto è a sua volta accentuato dall’adozione di strategie just in time volte ad incrementare l’efficienza operativa, comprimendo il più possibile le scorte di magazzino. Quando determinate aree geografiche (come la nostra) fungono da nodo chiave all’interno del network, il loro lockdown può quindi causare impatti significativi anche in altre regioni diversamente interessate dall’emergenza. In questi casi, l’unica soluzione potrebbe essere rappresentata da una deglobalizzazione, con l’ipotesi di macroaree regionali capaci di coprire per intero tutta la filiera della componentistica, di inverosimile realizzazione.
Ritratto di Mbutu
7 aprile 2020 - 17:18
Discorso che vale in tutte le direzioni. Del resto prima che il virus esplodesse da noi ci interrogavamo sulle ricadute per la componentistica che doveva arrivare dall'asia. Un po' di sano campanilismo non guasta, rendersi conto che alcune produzioni non possano essere "abbandonate" a pochi prodottori e pochi paesi è altrettanto utile ma pensare che nel 2020 si sia meno che interconnessi è assurdo.
Ritratto di elitropi cristian
7 aprile 2020 - 17:25
Hai capito... I crucchi si ricordano di noi solo quando gli interessa... Di aiutare l 'Italia invece per solidarietà, mettendo anche una buona parola per noi in Europa a livello di stanziamenti,Merkel e company se ne guardano bene... Va a ciapà i rat Germany !
Ritratto di Rav
7 aprile 2020 - 20:59
4
Purtroppo è un male di tutti. Il problema dell'Europa non sta in questo o quello stato che non aiutano, è che ogni singolo stato tira l'acqua al proprio mulino fino a quando non ha bisogno degli altri e a quel punto piange miseria. Quando capiremo di dover agire da Stati Uniti d'Europa invece che da singoli stati sarà sempre troppo tardi. Se noi fossimo la Germania ce l'avremmo con tutti. E lo dico io che vengo da una zona dove ci mettiamo le dita negli occhi da un comune all'altro :)
Ritratto di Oxygenerator
8 aprile 2020 - 09:29
@ Rav Concordo pienamente con il suo discorso. Anche dove vivo io è esattamente così. L’Europa deve divenire più forte e coesa e sopratutto dobbiamo cedere potere dai vari staterelli, per un vero governo europeo, che possa, a ragione, confrontarsi a pieno titolo, con USA , Russia, Cina, Paesi Arabi.
Ritratto di mvtiguan
8 aprile 2020 - 14:12
Soprattutto perché uniti abbiamo un mercato di 700 milioni di persone, ognuno per se non andiamo da nessuna parte...
Ritratto di Giuliopedrali
7 aprile 2020 - 17:32
Anche MG in India dovrà bloccare le vendite (in questo momento...) della sua Hector fortunatissima SUV derivata da una Saic MG cinese e venduta anche da Chevrolet e Baojun per via del blocco di componenti italiani per il motore...
Ritratto di AndyCapitan
7 aprile 2020 - 20:02
4
le auto tedesche hanno bisogno delle nostre aziende...i motori li fanno a brescia e molti altri componenti sono costruiti in italia!!!!!!
Ritratto di angel 66
7 aprile 2020 - 23:11
Hanno bisogno dell'Italia quando gli fa comodo.... che si rivolgano ai gli olandesi
Ritratto di Oxygenerator
8 aprile 2020 - 09:31
@ angel 66 Niente, eh, non capisce, o peggio, non vuol capire, che siamo un unico paese che si chiama europa.
Ritratto di bellaguida
8 aprile 2020 - 08:47
Parlare di nazionalità delle multinazionali è come parlare del sesso degli angeli...
Ritratto di GeorgeNN
8 aprile 2020 - 09:48
La solita ipo crisia da parte dei tede schi. Prima vogliono schiacciarci con spread; austerity; patti di stabilità; debito pubblico e quando i tede schi sono in difficoltà chiedono che l'Italia venga aiutata per poter ripartire la produzione/collaborazione. La Merkel ha una fissa: il mes per poter prendere parziali sovranità nazionali degli altri Stati Membri. Il 3° rei ch a colpi di finanza. A questo punto, grazie al coronavirus, la Ue germ anica non ha più senso di esistere. Meglio avere stati nazionalisti e sovranisti senza globalizzazione.
Ritratto di mvtiguan
8 aprile 2020 - 11:56
Una ideona, così Stati Uniti e Cina ci fanno a strisce...
Ritratto di Oxygenerator
9 aprile 2020 - 13:45
@ GeorgeNN vale per lei quello detto ad angel66. Lei neanche si rende conto di quanto è folle il suo ragionamento. Di quanto arcaico e distaccato dalla realtà lei sia. Taccio per carità di patria sul tentativo di terzo reich da lei sostenuto. Cerchi di aggiornarsi, perché l’Italia, da sola, non va da nessuna parte, non solo, verrà schiacciata da chiunque abbia una potenza economica superiore e probabilmente non solo economica.
Ritratto di mariofiore
9 aprile 2020 - 14:33
Avevo un amico che importava e tutt'ora importa tutto dalla Cina. Diceva sempre l'Italia deve internazionalizzarsi, deve uscire dal suo guscio, deve collaborare con l'estero. Con 10 persone realizzava un fatturato di 200 milioni di euro. Se li avesse prodotti quei manufatti avrebbe avuto 3000 dipendenti e non 10. Noi stiamo diventando una nazione si importatori di pessimi prodotti cinesi che durano pochissimo e chi li importa manco ha la garanzia dei resi. La Cina inquina tutto il mondo, non rispetta nessuna norma per la sicurezza degli ambienti di lavoro e noi ne siamo succubi. I tedeschi furbi, dominano in Europa eppure hanno il piu alto debito pubblico. Si finanziano a tassi che sono un terzo dei nostri. Quindi mi spieghi, quando lei dice che da sola l'italia non va da nessuna parte cosa intende dire? Che dobbiamo solo importare come facciamo ora? O non contare meno di niente in Europa come ora? Oppure fare degli splendidi accordi con la Cina, in cui noi importiamo in aggiunta per ogni anno altri 25 miliardi di euro e gli esportiamo in più 10000 euro di arance all'anno. Come quel famoso imprenditore di cui sopra, importiamo e basta? Poi contiamo 0.
Ritratto di DanyCantante
9 aprile 2020 - 01:39
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400 miliardi per 5,5 milioni d'auto (una media di oltre 70 mila € a vettura...ALLA FACCIA !!!)
Ritratto di otttoz
9 aprile 2020 - 10:10
FCA ha portato la sede legale in olanda e l'olanda si oppone agli aiuti europei all'italia prostrata economicamente dal coronavirus...
Ritratto di mariofiore
9 aprile 2020 - 10:25
La sede fiscale fino ad oggi é in Gran Bretagna ma andranno via da li. Per quanto mi riguarda io metterei doppie tasse e bloccherei tutte le ditte che hanno sede in Olanda, Lussemburgo e Irlanda. Veri e propri paradisi fiscali.
Ritratto di mariofiore
14 aprile 2020 - 11:54
Buongiorno, magari fosse vero, la quota del 62% di componentistica italiana nella auto tedesche. Il valore é molto molto piu' basso. Parliamo di un circa il 4% della componentistica. L'Italia esporta in Germania 4.6 miliardi di euro di componentistica, ma l'errore, se si vuole essere benevoli, o la malafede dei giornalisti cosa che ritengo più probabile, e nel non spiegare che questa somma comprende i prodotti mandati dall'italia per le riparazioni di auto italiane. Quindi a fronte di 4.6 miliardi in realtà alle auto tedesche comprano circa 1 miliardo di euro di componenti e comunque su 55 miliardi di produzione, anche mettendo falsamente che tutta la.componentistica serva per le auto tedesche, cosa falsa, si arriva a una misera percentuale falsa pure, del 9%, reale sarà del 2 %. Troppo poco per giustificare l'acquisto di un auto tedesca. Infatti la nostra bilancia dei pagamenti segna un passivo di diversi miliardi di differenza fra import ed export. Infatti se leggeva l'articolo diceva che senza le viti italiane non si costruiscono auto tedesche, si viti che costano pochi centesimi. Senza i pneumatici italiani lo stesso. Peccato che l'azienda é italiana, la Pirelli, ma produce e vende in Germania. Quindi l'Italia centra poco e niente. Viceversa i freni della Brembo sono fondamentali,ed é la voce più elevata come valore nel famoso reale export di almeno un miliardo di euro nei confronti della Germania. Se si vuole rilanciare l'economia italiana occorre comprare auto italiane prodotte in Italia, che.hanno il 90% della componentistica costruita da aziende anche estere ma in Italia.