MODELLO STRATEGICO - Al Salone di Los Angeles l’Alfa Romeo compie un nuovo passo in avanti (e d’importanza fondamentale) verso la “riscossa”: a poco più di un anno dalla presentazione della berlina Giulia, oggi debutta la prima suv della casa italiana, l’Alfa Romeo Stelvio (guarda qui sotto il video). Un tipo di auto ormai irrinunciabile anche per un costruttore dall’immagine sportiva; basta vedere gli utili strepitosi che la Porsche macina grazie alle sue Cayenne e Macan, o, negli ultimi mesi, l’inzio delle vendite delle prime sport utility di Jaguar (la F-Pace), Maserati (la Levante) e addirittura Bentley (la Bentayga). La Stelvio sarà nelle concessionarie ad aprile 2017, con prezzi a partire da circa 40.000 euro. Inizialmente saranno proposte le versioni a gasolio (presumibilmente con i 2.1 da 150, 180 e 210 CV della Giulia) a trazione integrale e con il cambio automatico. Successivamente arriveranno i modelli a benzina con i 2.0 turbo da 200 e 280 CV e, per la fine del 2017, la Quadrifoglio con il 2.9 V6 da 510 cavalli. La Stelvio è un tassello strategico per cercare di raggiungere l’ambizioso obiettivo posto nel 2014 dal numero uno del gruppo FCA, Sergio Marchionne: 400.000 Alfa Romeo all’anno entro il 2018 (nel 2015 ci si è fermati a 64.000).
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SUV, MA CON (MOLTA) GRINTA - Stelvio è il nome del passo più alto d’Italia, e richiama sia le montagne, simbolo di tempo libero e di vita dinamica (il tipo di utilizzo a cui si rifanno le suv), sia una strada tutta curve, dove un’auto sportiva dà il meglio. In effetti, la nuova Alfa Romeo punta parecchio sulla guida, sulle prestazioni e, di conseguenza, su un look sportivo. Lunga 468 centimetri e alta 165, l'Alfa Romeo Stelvio richiama da vicino la Giulia soprattutto nel frontale, con fari grintosi che mettono in rilievo l’ampio scudetto triangolare e il cofano lungo, che suggerisce la potenza del motore sottostante. La fiancata è “mossa” da un profondo incavo subito sotto le maniglie; la parte posteriore ha un ampio portellone verticale, un lunotto piccolo e molto inclinato, fanali sottili che si estendono sulle fiancate e sul portellone. L’insieme è slanciato ma, soprattutto, semplice ed elegante, privo di orpelli; anche nella più sportiva versione Quadrifoglio, quella presentata a Los Angeles, che ha maxi-cerchi in lega di 21”, prese d’aria supplementari per gli intercooler del motore, sottili minigonne in fibra di carbonio e quattro terminali di scarico.
DA FAMIGLIA, MA RICHIAMA LE CORSE - Anche nell’abitacolo dell'Alfa Romeo Stelvio, ampio e ospitale come ci si può aspettare da una suv di queste dimensioni, i riferimenti alla Giulia sono evidenti. La plancia, a sviluppo orizzontale, differisce soprattutto nella zona del cruscotto, dove due rigonfiamenti nella parte superiore fanno spazio a tachimetro e contagiri, classicamente a lancetta; impressionante il fondo scala a 330 km/h della Quadrifoglio. La consolle centrale è orientata verso il guidatore e incorpora i tre piccoli pomelli del “clima” (automatico bizona) e il display di 8,8” dell’impianto multimediale, protetto da una palpebra che si prolunga fino alla porta destra. Il piccolo volante a tre razze incorpora il tasto rosso per avviare e spegnere il sei cilindri; un particolare corsaiolo, come le ampie palette in alluminio ancorate al piantone, che consentono di usare il cambio automatico in modalità manuale. Sul tunnel, subito dietro la leva del cambio, trovano posto i pomelli per gestire l’impianto multimediale e quello per variare le modalità di guida, che l’Alfa Romeo chiama Dna Pro. Si può scegliere fra Dynamic (comportamento sportivo), Natural, Advanced Efficiency (per ridurre i consumi) e Race (solo per la Quadrifoglio, l’ideale per il massimo delle prestazioni). Raffinati i materiali disponibili: a scelta, fibra di carbonio, pelle e Alcantara.
SOSPENSIONI RAFFINATE E ALBERO IN CARBONIO - Progettata dal centro ingegneristico Alfa Romeo di Modena, l'Alfa Romeo Stelvio sarà prodotta a Cassino, nella stessa linea di produzione della Giulia. Dalla berlina, la suv riprende gran parte della meccanica, sia pure adattata alle diverse misure ed esigenze di una vettura ben più alta (22 centimetri di differenza). Le sospensioni anteriori sono a doppio braccio oscillante con asse di sterzo semi-virtuale, che mantiene costante l’impronta del pneumatico in curva per garantire una risposta pronta e omogenea e un’elevata tenuta di strada. Posteriormente c’è invece un mutilink "a quattro bracci e mezzo", che punta a un ottimo compromesso tra comfort e stabilità; disponibili anche gli ammortizzatori a controllo elettronico (di serie per la Quadrifoglio). Molta attenzione è stata dedicata a una uniforme distribuzione dei pesi fra avantreno e retrotreno, nonché all’alleggerimento: la Stelvio ha l’albero di trasmissione in fibra di carbonio e motore, sospensioni, freni, porte, passaruota, cofano e portellone sono (totalmente o in parte) in lega di alluminio.
INTEGRALE SPORTIVA - La trazione integrale dell'Alfa Romeo Stelvio è basata su una frizione a comando elettronico che consente di inviare fino al 60% della coppia motrice alle ruote anteriori (di norma, invece, va tutta a quelle posteriori, per garantire una guida più sportiva e precisa). La suddivisione della spinta è gestita dal sistema (chiamato Q4) che riesce a prevedere le perdite di aderenza grazie a informazioni fornite dai sensori di accelerazione, di rotazione del volante e di velocità di inserimento in curva. La Quadrifoglio adotta anche il Torque Vectoring: due frizioni contenute nel differenziale posteriore consentono di controllare separatamente la coppia per ciascuna ruota. In questo modo, la trasmissione della potenza a terra migliora anche in situazioni di guida al limite.