50 CANDELINE - Che anno il 1962. I Beatles incidevano il loro primo disco. La Ferrari lanciava la mitica 250 GTO. Marilyn si congedava. In quel susseguirsi di inconsapevoli emozioni destinate a divenire miti, proprio il 27 giugno di 50 anni fa, nel verde della pista di Monza, l’Alfa Romeo presentò il modello destinato a sostituire la Giulietta (che era stata presentata al salone di Torino del 1955). La Giulietta allora era un modello molto amato e la Giulia, con la linea completamente diversa e fuori dagli schemi lasciò non poco sconcertati. Nei giorni successivi alla manifestazione dedicata alla stampa presso l’autodromo non furono pochi gli articoli critici o perplessi su quel profilo così strano, fatto di una serie infinita di sagomature, tutte a confluire nella coda incredibilmente “tronca”. Qualcuno disse che “sembrava un'auto tamponata”.
SLOGAN AZZECCATO - Lo slogan della casa testimoniava la consapevolezza della forte originalità del design: “Disegnata dal vento”. Ma la particolarità del profilo della Giulia non era gratuita, fine a sa stessa: il coefficiente di penetrazione aerodinamica era di 0,34, un risultato decisamente brillante per una berlina a quattro porte. E proprio il profilo aerodinamico le valse giudizi molto favorevoli sul piano internazionale.
VERSIONI SPORTIVE - Ma come spesso succede con le novità fortemente innovative, bastò poco tempo perché la perplessità si trasformasse in entusiasmo e l’Alfa Romeo Giulia TI divenne un oggetto del desiderio e di ammirazione, in Italia e all’estero. Dal 1962 al 1977, quando ne cessò la produzione, ne furono prodotte oltre un milione. Innumerevoli furono le sue derivazioni, quasi tutte in chiave sportiva, dalla Giulia Super alla “Quadrifoglio”, per non dire delle versioni coupé che dettero vita a una genia di vetture belle e vincenti sulle piste di tutto il mondo, oggi oggetti molto ricercati dai collezionisti.
LO STUPORE DELLE 5 MARCE - La Giulia TI era lunga 414 cm, larga 156 e alta 143. Pesava appena 1.000 kg. Il motore era un 4 cilindri di 1.570 cc a 4 valvole per cilindro, alimentato da un carburatore doppio corpo verticale. Erogava 92 CV. Il cambio era una delle sue particolarità innovative: era a 5 marce, quasi incredibile per l’epoca. Dapprima la leva fu collocata al volante, come la moda dell’epoca imponeva, ma già nel 1964 fu adottata la posizione più consona a una personalità sportiva come la Giulia voleva avere e d aveva: sul pavimento, nella collocazione tuttora più diffusa. I freni subito erano a tamburo ma già nel 1964 furono adottati quelli a disco.
Il restyling della Giulia arrivò nel 1974.
AVEVA 6 POSTI - Altra particolarità non da poco era il suo divanetto anteriore, invece dei due sedili separati. Ciò la permetteva di essere omologata per 6 posti, un’altra rarità. Al momento del lancio costava 1.595.000 lire.