LA “Q” NON SI TOCCA - La Qoros, società mista tra Chery Automotive e Israel Corporation con ambizioni di prodotto di qualità a diffusione globale, riceve uno stop dal tribunale di Amburgo, dove l'Audi si era rivolta per tutelare l’uso della lettera “Q” all’interno delle denominazioni dei modelli. Una prima sentenza, che peraltro sembra sarà impugnata dalla Qoros, concorda con la tesi di Audi, che difende l’immagine e l’originalità della propria gamma che, al momento comprende le sport utility Q3, Q5 e Q7, ma è destinata ad allargarsi ai numeri pari.
NIENTE PIU’ GQ - Non ha apprezzato la Qoros che basava la Q per l’identificazione dei propri modelli, con la prima berlina che esordirà a breve a Ginevra, chiamata appunto GQ3 (foto qui sotto; nella foto sopra il protipo della crossover Cross Hybrid). Ribattendo di aver avvisato da tempo Audi di questo utilizzo. Comunque, cinesi o israeliani, non potranno usare la “Q”, secondo il tribunale. E le comunicazioni della Qoros per il Salone di Ginevra già non riportano più la “Q” incriminata.
ELEMENTO PROTETTO - Il tribunale ha accolto le ragioni dell'Audi, che da anni ha una linea di prodotti contraddistinti da quella lettera. Da Ingolstadt hanno dichiarato: “La Q è un elemento protetto della nostra gamma e non può essere utilizzato da altri”. Mentre secondo il responsabile del design della Qoros, Gert Hildebrand, replica dalle colonne del quotidiano Die Welt i costruttori europei “diventano ogni giorni più nervosi e cercano di bloccarci come possono, ma avremo un grande successo a Ginevra”.
NON SOLO I CINESI - Sembra che tutti vogliano la lettera “Q”: c’è chi rileva come la Toyota non abbia avuto problemi con la piccola “
iQ”, mentre la
Infiniti ha appena annunciato che la nuova gamma sarà incentrata sulla
lettera Q. E la prossima berlina
Q50 è già uscita in America e in arrivo a breve per l’Europa. Allora i cinesi no e gli altri sì?