AUMENTI... DEL FARE - Gli annunci sono per miliardi di tagli di imposte; la realtà è di millesimi di euro, ma di aumenti. In particolare delle accise su benzina e gasolio. Sabato 1 marzo infatti scatterà l’aumento programmato nel giugno dell’anno scorso nell’ambito del varo del cosiddetto “decreto del Fare”.
0,24 IN PIÙ - Gli aumenti portano l’accisa sulla benzina da 728,40 a 730,80 euro per mille litri e da 617,40 a 619,80 euro per mille litri di gasolio, vale a dire 0,24 centesimi in più per litro. Detta così non appare una gran cosa ma se si tiene conto che dal 2010 le accise sono aumentate dieci volte, e che ci sono stati due aumenti dell’Iva, ecco che anche questo piccolo incremento assume il suo rilievo.
COSTO PER LE FAMIGLIE - Il centro studi della CGIA di Mestre (artigiani) ha calcolato che una famiglia che usi una vettura a benzina con cui percorre 15 mila chilometri all’anno, rispetto a quattro anni fa, debba affrontare un esborso superiore di 257 euro, mentre per un’auto a gasolio, per cui si considera una percorrenza media annua di 25 mila chilometri, la differenza è di 388 euro.
AUMENTI GENERALIZZATI - E dato che la maggiore spesa non riguarda soltanto le famiglie, tale crescita della spesa per carburante si traduce anche in incremento dei costi per ogni attività economica implicante l’uso di un automezzo. Con conseguenze sui prezzi di ogni genere di prodotto. Purtroppo l’aumento del primo marzo non è neanche l’ultimo in programma. L’Assopetroli Assoenergia ha analizzato i provvedimenti governativi dei mesi scorsi constatando che da adesso al 2018 la pressione fiscale sui carburanti crescerà di 1,44 miliardi, di cui 1,18 relativi all’accisa e 260 milioni all’Iva.