CATENA DEL RINCARO - Il passaggio da settembre a ottobre avrà un sapore particolarmente amaro quest’anno. Per il deprecato aumento dell’Iva, dal 21 al 22% che scatta dal 1 ottobre 2013. Per via del modo in cui questa imposta viene applicata è evidente che ogni pur piccolo aumento si traduce subito in un aumento dei prezzi al consumo. E non solo: incidendo su ogni fattura relativa a servizi di trasporto - a partire da quella dei carburanti - ogni lievitazione dei prezzi è destinata a amplificarsi in maniera esponenziale. Ciò perché i prezzi dei vari prodotti dovranno tenere conto dei maggiori costi di trasporto. Ecco perché l’incidenza dell’Iva sul prezzo di benzina, gasolio, Gpl e metano assume un’incidenza superiore all’aumento in sé.
QUADRO VARIEGATO - Anche se i gestori hanno un certo margine su cui operare, è perciò scontato che da domani i distributori di benzina praticheranno prezzi un po’ più alti. Se è vero che ci sono distributori che puntano sull’effetto richiamo del prezzo un po’ più basso ai fini di aumentare l’erogato (e magari il fatturato con tutti i prodotti e servizi venduti collateralmente al carburante), è altrettanto vero che molti si basano esclusivamente sul prezzo di benzina e gasolio, e in questo caso è più probabile che influisca l’effetto “arrotondamento” (ovviamente in aumento). Dunque, prepariamoci.
SPESA INEVITABILE - Secondo le organizzazioni dei consumatori, lo scatto dell’aliquota dell’Iva sui carburanti si tradurrà in un aumento di circa 1,5 centesimi di euro del prezzo consigliato per la benzina e 1,4 per quello del gasolio. Di 0,7 centesimi è l’aumento per il Gpl. In sostanza su un pieno di 40 litri (per una spesa di una settantina di euro) si pagheranno in più 60 centesimi di euro. Più o meno una quindicina di euro in più per percorrere 10 mila chilometri, calcolando una percorrenza media di circa 13 km/litro.
E DIRE CHE STAVA DIMINUENDO - Da notare che negli ultimissimi giorni la tendenza dei prezzi dei carburanti era al ribasso, un po’ per ragioni inerenti al mercato internazionale dei prodotti petroliferi, un po’ perché il progressivo calo dei consumi sta incidendo anche sui prezzi, nel senso che compagnie, distributori e gestori cercano il migliore equilibrio tra quantità e prezzo unitario. Perché se è vero che con prezzi bassi guadagnano unitariamente di meno, ma vendono di più, mentre con prezzi elevati hanno un margine unitario più alto, ma vendono meno. Insomma, un equilibrismo.
MERCATO DA SEGUIRE - Sarà dunque da vedere nelle prossime settimane quali saranno le conseguenze dell’aumento dell’Iva. Oggi i prezzi medi nazionali (in modalità “servito”) sono 1.796 euro per la benzina, 1,724 per il gasolio e 0,913 per il Gpl. E rispetto a questi valori medi ci sono poi picchi anche parecchio forti, come 1.844 euro per la “verde”, 1,751 per il gasolio e 0,850 per il Gpl. Tra le diverse compagnie c’è qualche differenza, ma non grande: da 1,778 a 1,796 euro al litro, sempre in modalità “servito”. Le pompe senza marca fanno registrare un prezzo medio di 1,633 euro. Insomma, è meglio aguzzare ancor di più la vista e annotarsi le stazioni di servizio più convenienti.