GRANDI CAMBIAMENTI - Le vendite di auto elettriche sono ancora limitate, però la prospettiva di un loro sviluppo è data per certa, tanto che gli analisti e le stesse case automobilistiche ne stanno già tenendo conto nelle loro strategie. Per esempio, un documento elaborato dal gruppo Daimler a proposito degli scenari industriali legati alla crescita della domanda di auto elettriche è riportato dal quotidiano Sole 24 Ore, il quale ne sottolinea la franchezza parlando addirittura di tono “un filo allarmista”. In esso il gruppo Daimler lancia un segnale forte a tutto il settore della componentistica, facendo presente che negli anni prossimi è quasi sicuro che ci sarà una riduzione della domanda da parte delle case automobilistiche, e che in pratica sarà necessaria una profonda riconversione.
NUOVI BISOGNI E OBSOLESCENZA - La logica del ragionamento è semplice: cambiando motore e trasmissione, è inevitabile che tutto ciò che è legato a questi due elementi non sarà più necessario o (per quanto riguarda la trasmissione) dovrà essere profondamente ripensato. Ciò vuol dire che le aziende coinvolte dovranno investire per avere nuovi prodotti da proporre. Senza contare che nel sistema di trazione di un veicolo elettrico i componenti sono quantitativamente molto meno rispetto a uno a benzina o diesel. Da un lato ciò significa che l’industria dell’indotto automobilistico deve organizzarsi, molto probabilmente anche con il supporto delle stesse case automobilistiche. E comunque, è da darsi per scontato che ci sarà un calo di affari e di occupazione.
GRANDE IMPEGNO DI RICERCA - Questa prospettiva ha un suo antefatto già concreto: i programmi per i prossimi anni dei costruttori automobilistici. Per esempio, proprio il gruppo Daimler ha già varato investimenti per 32 miliardi di euro in ricerca e sviluppo per i prossimi due anni, e obiettivi di questo grande sforzo sono principalmente l’auto elettrica e la guida autonoma. La casa tedesca prevede l’elettrificazione dell’intera sua gamma entro il 2022. Scelte analoghe sono state compiute dalle altre case. Per contro, tutte hanno ridotto drasticamente la ricerca e lo sviluppo relativa ai propulsori diesel. Ed è questo quadro complessivo che ha portato la Daimler ha lanciare il suo allarme.
CON LA CINA COME CONCORRENTE - La rivoluzione dell’auto elettrica ha poi un altro aspetto. Gli analisti prevedono che lo scenario in cui l’auto elettrica comincerà a imporre la sua filosofia sarà la Cina, che ha preso decisioni di forte incentivazione in materia. Ciò significa che l’industria cinese si sta attrezzando per la produzione di veicoli e di batterie, trovandosi in una situazione di sostanziale parità con le altre realtà mondiali (al contrario di quanto è stato per l’auto tradizionale). Se effettivamente sarà così, tutto il settore auto e indotto si ritroverà con la concorrenza diretta dell’industria cinese. Una prospettiva di cui è difficile prevederne i contorni.
LA CORSA ALLE MATERIE PRIME - Altro aspetto di fondo inerente l’auto elettrica è quello riguardante i materiali preziosi indispensabili per la realizzazione delle batterie ad alte prestazioni necessarie per far funzionare i veicoli. In questo settore già da qualche anno è scoppiata una vera e propria lotta planetaria per assicurarsi le forniture necessarie (ma il vero obiettivo è garantirsi la proprietà delle sedi di produzione, cioè delle miniere). Sempre il Sole 24 Ore ha ripreso il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung il quale ha reso noto le iniziative della BMW appunto per garantirsi le forniture di litio e cobalto. Secondo il giornale la casa bavarese starebbe per concludere un contratto con la società australiana Galaxy Lithium per i prossimi 5-10 anni appunto per la fornitura di litio estratto in Argentina. Altre iniziative in tal senso la BMW avrebbe in corso con società che operano in Africa.