IN CODA AI VALICHI - Pendolarismo del pieno: ritorna il fenomeno che aveva caratterizzato i primi anni 90, con automobilisti italiani in fila verso Svizzera (nella foto in alto la dogana di Ponte Chiasso) o Slovenia, a caccia di un pieno meno esoso. A spingerli oltreconfine è il prezzo del carburante che nel nostro paese è il più alto dell’Unione europea: in modalità servito, attorno a 1,71 euro per un litro di benzina (oggi negli impianti Eni 1,722 euro, nuovo record), mentre il diesel viaggia attorno a 1,7 euro. Fanno gola i prezzi dei nostri vicini: in Svizzera, 1,31-1,46 euro per un litro di benzina, e 1,39-1,61 per il gasolio; mentre in Slovenia siamo rispettivamente a quota 1,32 e 1,27.
DUE CONTI - Il fatto è tutti i paesi (tranne la Svizzera per il gasolio) confinanti con l’Italia caricano sui carburanti meno imposte rispetto al nostro: una differenza da 13 a 31 centesimi il litro. Con la manovra Monti che ha peggiorato la situazione: vedi qui. Il Friuli-Venezia Giulia (confinante con Austria e Slovenia) ha prezzi più alti rispetto a quelli oltrefrontiera tra i 36 ed i 40 centesimi/litro per la benzina, e tra i 19 ed i 30 centesimi per il gasolio. Nelle province dell’alta Lombardia, il divario rispetto alla Svizzera è sino a 35 centesimi per la benzina e sino a 20 per il gasolio. Così, si calcola che autotrasportatori e famiglie spenderanno 600 milioni di euro l’anno fuori dall’Italia: un danno di 300 milioni per il nostro fisco.