UNA SOLUZIONE - L'accordo di Parigi sul clima, attraverso il quale 66 paesi hanno espresso l’intenzione di raggiungere un’economia a zero emissioni di diossido di carbonio entro il 2050, prevede, tra le altre cose, di ridurre drasticamente la CO2 dei veicoli entro i prossimi trent’anni. Contribuiranno a questa riduzione le auto elettriche ma, secondo diverse proiezioni, nel 2030 la metà dei veicoli circolanti saranno ancora dotati di motori a combustione interna, diesel o benzina.
DA FONTI RINNOVABILI - Ne consegue quindi che dovranno essere trovate le giuste strategie in grado di abbattere le emissioni inquinanti dei veicoli endotermici. Una delle possibili soluzioni è l’impiego di carburanti sintetici, che prevedono l’utilizzo dell’elettricità generata da fonti rinnovabili (come il solare o l’eolico) per ricavare idrogeno dall’acqua a cui si aggiunge il carbonio e infine si combinano CO₂ e H₂ per produrre benzina, diesel, gas o kerosene sintetici. Carburanti sintetici che possono essere prodotti con il processo chimico Fischer-Tropsch a partire da miscele gassose di monossido di carbonio e idrogeno in presenza di catalizzatore.
QUANTO COSTERANNO? - Il vantaggio dei carburanti sintetici è quello di poter essere erogati senza dover modificare l’infrastruttura e i veicoli, avendo così un beneficio immediato sulla riduzione della CO2. Lo svantaggio deriva dagli elevati costi di produzione che, però, sono destinati a scendere; secondo gli studi attuali, il prezzo di questi carburanti arriverà a 1,20 - 1,40 euro al litro (escluse le accise) entro il 2030 e a 1 euro al litro entro il 2050. Ipotizzando un futuro dove a farla da padrone saranno le auto elettriche, i carburanti sintetici potranno comunque essere utilizzati in aerei, navi e trasporti pesanti su gomma.