L’AVANZATA DELLE RICARICABILI - Complici gli incentivi statali e i contributi offerti dalle case, molti italiani stanno scegliendo di mettere in garage un’auto ibrida plug-in: abbina a un motore a benzina o a gasolio, una o più unità elettriche, altimentate da una batteria che si ricarica anche collegandola alla presa di casa, a una wall box o a una colonnina pubblica. Nei primi due mesi del 2021 le vendite di questo tipo di vetture sono aumentate del 238% rispetto allo stesso periodo del 2020, e pur rappresentando una quota di mercato ancora ridotta (sono passate dallo 0,8% al 3,1%), stanno cominciando a diventare una realtà importante.
NON SONO AUTO PER TUTTI - Il principale punto a favore di questo genere di auto è che consentono di percorrere alcune decine di chilometri a zero emissioni, con il solo motore elettrico quando la batteria è carica, ma anche di affrontare lunghi viaggi in modalità ibrida, consumando meno di una vettura spinta dal solo motore termico e senza generare quello stato d’ansia che può far nascere un’elettrica “pura” quando l’autonomia garantita dalle pile è agli sgoccioli. È bene sapere, però, che non sono auto adatte a tutti. Per sfruttarne al massimo i pregi, infatti, è necessario tenere il più possibile carica la batteria e usare frequentemente la vettura in città, dove la mobilità elettrica offre i maggiori vantaggi (un recente studio dell’Isfort, Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, ha evidenziato che il 75% degli spostamenti in auto nel nostro paese avviene su brevi distanze, da 0 a 10 km). Quindi, se non si ha la possibilità di ricaricare la batteria nel box di casa o dove si lavora e si hanno a disposizione poche colonnine pubbliche nella città dove si abita, forse è meglio scegliere un’altra tipologia di auto.
A SUO AGIO NEL TRAFFICO - Per avere conferma di quanto sia rilassante la guida in modalità elettrica nel traffico, abbiamo utilizzato una Citroën C5 Aircross Hybrid Plug-in E-EAT8, nel ricco allestimento Shine. Teatro della prova, il centro di Milano: una ventina di chilometri dalla periferia orientale, alle vie attorno al Castello Sforzesco, con ingresso nell’area C (la ztl da poco riattivata, ma sempre con ingresso gratuito per le ibride ed elettriche) e ritorno alla base.
SOPRATTUTTO COMODA - La crossover francese a trazione anteriore (ma con un look fortemente ispirato alle suv) è comoda, sicura e ben equipaggiata: la Shine del test (43.600 euro) ha di serie anche il cruise control adattativo, che gestisce lo sterzo e la marcia in colonna. Caratterizzata da un abitacolo ampio, realizzato con materiali di discreta qualità, e pratico (conta parecchi vani portaoggetti e i tre sedili della seconda fila sono scorrevoli separatamente), la vettura si fa apprezzare per l’elevato comfort offerto dalle poltrone soffici come quelle di un salotto e dall’efficiente insonorizzazione. Notevoli su pavé e rotaie, gli ammortizzatori con tamponi di fondo corsa idraulici (un’esclusiva della casa), danno la sensazione di viaggiare su un cuscino d’aria. Peccato che il baule, molto ampio nelle versioni a benzina e a gasolio, perda un po’ di capacità (da 580 a 460 litri) per la presenza della batteria sotto il piano di carico.
LA POTENZA NON MANCA - Il sistema ibrido della Citroën C5 Aircross Hybrid Plug-in è composto dal quattro cilindri 1.6 PureTech turbo a benzina da 180 CV associato al motore elettrico da 109 CV integrato nel cambio automatico e-EAT8, e a una batteria agli ioni di litio da 13,2 kWh. La potenza combinata è di 224 CV e 320 Nm la coppia massima. La casa dice che il tempo di ricarica collegando il cavo in dotazione a una presa domestica standard è di circa 7 ore, mentre con una wall box un “pieno” richiede meno di 2 ore. L’autonomia dichiarata in modalità elettrica è di 55 chilometri (WLTP), per velocità massima fino a 135 km/h (oltre, “entra” il 1.6).
IN SILENZIO SU TOMBINI E ROTAIE - Il test della Citroën C5 Aircross Hybrid Plug-in è iniziato con la carica della batteria vicina all’80% e un’autonomia elettrica indicata dal computer di bordo pari a 30 km. Inserita la modalità EV a zero emissioni delle tre selezionabili (le altre sono quella ibrida, con l’intervento dei due motori gestiti dalla centralina, e quella sportiva), abbiamo percorso 19 km senza mai far avviare il 1.6 turbo a benzina. Per allungare la durata della carica abbiamo posizionato la leva del cambio su “B” (in fase di rilascio accresce l’azione rigenerativa del motore elettrico, agendo quasi da freno). Nella guida in città questa ibrida plug-in si apprezza molto per il comfort e la silenziosità. Al semaforo, lo spunto è notevole, e in modalità elettrica si guida in grande relax. Al termine dei 19 km nel traffico, il computer di bordo indicava un’autonomia residua di 12 km e un consumo medio di 4,7 km/kWh. Non male, considerate le condizioni della viabilità urbana e la guida piuttosto spigliata.