EREDE DELLA DEA - La Citroën CX spegne 40 candeline essendo stata presentata al Salone di Parigi del 1974. Ha avuto una sola sfortuna: essere l'erede di una Dea. Anzi, della Dea automobilistica per antonomasia: la DS, Déesse. Eppure, rispetto alla DS, ha venduto più del doppio (1.200.000 esemplari in totale). Apprezzata, amata, ma non adorata. Eppure, la critica la premiò subito: Auto dell'Anno 1975, una linea pulita e originale (ma non come quella scultura su quattro ruote della sua antenata) che si ispirava alla SM, la Citroën Maserati, e alla più piccola GS. Quattro metri e 63 cm dissimulati da forme semplici ma non banali. L'interno richiedeva, più che una certa assuefazione, un atto di fede nei confronti del marchio. Salvo poi scoprire che, tutto sommato, quelle soluzioni non erano lì solo per stupire, ma avevano anche una certa valenza pratica.
UN DISEGNO D'AUTORE - La Citroën CX l'aveva disegnata Robert Opron, talentuoso designer francese che la Francia l'avrebbe vista solo a vent'anni d'età. Prima, Algeria, Mali, Costa d'Avorio. Pied-noir? Non di carta d'identità, sicuramente di spirito: poco lezioso, molto attento alle forme. E, proprio per questo, in sintonia con un mostro sacro che, della Francia, aveva un approccio mediato dalla propria italianità: Flaminio Bertoni, il papà della DS. Su cui Opron mise le mani, intervenendo sui fari - li fece carenati e orientabili sulla seconda serie. Gli occhi di gatto, come sono chiamati: a Bertoni sarebbero piaciuti, ma il varesino morì quattro anni prima che la DS cambiasse viso. Opron ne fu orfano: la CX fu il suo canto del cigno, a soli 42 anni. La vide, ma non c'era già più: licenziato dopo la fusione con la Peugeot. A Bertoni non sarebbe mai accaduto. Forse, beninteso: di sicuro al francese, poi transfuga in Renault, la cosa bruciò: “Non lascio Citroën, lascio Peugeot” ebbe modo di ricordare. E via verso una nuova avventura, con la CX abbandonata in fasce.
MANGIATRICE D'AUTO - Dal 1974 al 1992, la Citroën CX ha subito diverse evoluzioni. Ci sono state la famigliare Break, che raccolse anche i consensi entusiastici di chi la usava per lavoro (non ce n'è una che non sia stata accostata al carico e scarico delle edicole) e anche la Prestige, più lunga di 28 cm. Ha vestito i panni della sportiva con il motore 2.4 della GTi, ha portato al debutto i primi bolsi diesel da centinaia di migliaia di km per finire la carriera con i turbodiesel. Il primo dei quali, da 95 CV, ispirò nel 1983 un famoso spot televisivo (qui sotto). Sulle stesse sospensioni idropneumatiche della DS e, in buona parte, sulla scia della sua stessa storia.