IL CARO E VECCHIO DIESEL - A dispetto dell’euforia per l’alimentazione a gas innescata dalla crisi economica, il caro vecchio diesel tiene ancora bene e conserva un solido zoccolo duro di estimatori. Non tutti, però, soprattutto i fan dei motori a gasolio, gradiscono la tendenza al downsizing, cioè alla riduzione della cilindrata. Ma è tempo che anche gli irriducibili comincino a ricredersi, visti i brillanti risultati che sono emersi da questo confronto fra cinque berline medie con cilindrate attorno a 1,6 litri e potenze dell’ordine dei 110 cavalli.
DIVERSE, CON TANTE COSE IN COMUNE - A confronto,
Alfa Romeo Giulietta,
Hyundai i30,
Opel Astra,
Peugeot 308 e
Renault Mégane. Quest’ultima ha un motore di cilindrata leggermente più bassa (1,5 litri), ma non è certo inferiore nella potenza. Tutte hanno il cambio a sei marce, il sistema stop&start (salvo la Peugeot) e rapporti lunghissimi per consumare meno: anche fin troppo distesi, visto che tutte sono pigre e irregolari ai bassi regimi. Oltre agli usuali percorsi, in questo test abbiamo scalato più volte il Gran San Bernardo (2473 metri) per verificare il rendimento dei motori ad alta quota.
LA PIÙ RICCA? LA PEUGEOT - L’Alfa Romeo Giulietta è la più costosa, ma non ha una dotazione superiore a quella delle rivali (cerchi in lega di 17”, “clima” bizona e sensori). Agli antipodi la Hyundai i30, che, pur non avendo né i cerchi in lega, né il “clima” bizona e neppure i sensori di parcheggio, costa 4.000 euro in meno dell’italiana e gode di una garanzia di ben cinque anni. Equipaggiata in pratica come la Giulietta, la Opel Astra costa poche centinaia di euro in meno. La Peugeot 308 è quella che dà di più in rapporto al prezzo: costa 1.000 euro in meno dell’italiana, ma, oltre al resto, in allestimento Allure offre anche navigatore e fari a led. Notevole pure il rapporto dotazione/prezzo della Renault Mégane GT Line (come l’Alfa), che ha finiture sfiziose e vetri posteriori scuri.