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I chip contano più dei pistoni

Pubblicato 09 gennaio 2021

Problemi di approvvigionamento di componenti elettronici costringono alcuni costruttori a fermare la produzione delle auto.

I chip contano più dei pistoni

I CHIP E L’AUTOMOBILE - Sono lontani i tempi nei quali le automobili avevano un solo circuito elettronico, l’accensione. Le auto dei nostri giorni sono infarcite di chip e una loro scarsità può bloccare la produzione. In effetti è quel che sta accadendo in questo periodo, con la Honda a lanciare l’allarme: “siamo costretti a tagliare la produzione in Giappone per la scarsità di chip elettronici”. La riduzione interessa principalmente la monovolume Fit (Jazz), prodotta a Suzuka. Anche Ford potrebbe fermare il suo stabilimento di Louisville (Kentucky), nel quale produce l’Escape e la Lincoln Corsair, per lo stesso motivo.

LE CASE SOFFRONO - Non sfugge alla scarsità dei componenti elettronici anche la FCA: la riapertura dello stabilimento di Toluca (Messico) verrà posticipata, impattando la produzione della Jeep Compass. L’impianto di Brampton, in Colorado, è in stand-by e quindi la produzione delle Dodge Charger e Challenger e della Chrysler 300 è temporaneamente sospesa. Toyota, dal canto suo, ha annunciato che la produzione del pickup Tundra, assemblato in Texas, subirà rallentamenti. Non sfugge alla scarsità di chip anche Nissan: la produzione dell’ibrida Note a Oppama (Giappone) scenderà a 5.000 unità in gennaio contro le 15.000 previste. Anche la Volkswagen aveva avvertito, a fine anno, che una possibile scarsità nella fornitura di chip avrebbe potuto influenzare la produzione in Cina, Nord America e Europa. Non colpite direttamente ma in allerta sono poi General Motors e BMW.

LE CAUSE - La penuria di circuiti elettronici che sta ridimensionando la produzione delle case deriva da diversi motivi. La pandemia da coronavirus ha fatto volare le richieste di PC portatili, usati nel telelavoro, e console per videogiochi, comprate più di prima perché si passa più tempo in casa. Questi apparecchi sono grandi consumatori di chip e questo ha svuotato i magazzini dei produttori. A complicare le cose l’inserimento in una blacklist, da parte degli USA, della cinese Semiconductor Manufacturing International, un colosso nella produzione di circuiti integrati.

RIMBALZO ACCHIAPPA-CHIP - Non ha poi certamente aiutato un rovinoso incendio che ha interessato uno stabilimento per la produzione di chip di Asahi Kasei Microdevices Corporation, nel sud del Giappone. Anche un fattore positivo, come il “rimbalzo”della produzione di auto (e in generale nella domanda dei consumatori) dopo la fase acuta della pandemia, ha contribuito alla scarsa reperibilità dei chip. A dirlo è NXP, uno dei principali fornitori di circuiti integrati per uso automobilistico, che denuncia una certa difficoltà nel recuperare il ritardo. Un analista di Credit Suisse ritiene che i problemi nella fornitura di chip potrebbero impattare in generale la produzione delle automobili ma solo nel breve termine.
 



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Ritratto di Miti
13 gennaio 2021 - 13:57
1
Basta produrli in Europa. Per le case europee. Non dovevano che finalmente l'industria europea deve ritornare in Europa ? Così dovevano al inizio della pandemia. Fai i complimenti "dietro casa". Semplicemente. Pensate quante aziende fanno gli airbag ad esempio. Vogliamo indovinare dove si producono la gran parte dei componenti elettronici ?
Ritratto di Miti
13 gennaio 2021 - 13:59
1
"... non dicevano che finalmente..." scusate