TRENT'ANNI DI OBLIO - Dopo più di trent'anni, ritorna il marchio Datsun: lo aveva promesso nel 2012 Carlos Ghosn, presidente di Nissan e Renault, definendo i mercati di sbocco: India, Indonesia e Russia. Paesi che, più che emergenti, sono ormai a un passo dall’essere già emersi. Il piano industriale prevedeva un investimento immediato di 395 milioni di dollari (più di 300 milioni di euro) destinati ad ampliare e rinnovare lo stabilimento indonesiano di Cikampek. Ora i primi frutti in terra russa: ad aprile il lancio della berlina a quattro porte on-DO, alla quale si affianca ora, al Salone di Mosca, la Datsun mi-DO (nelle foto).
L'ESPERIENZA INSEGNA - Le guardi e viene in mente il marchio Dacia, praticamente il low-cost di casa Renault: ecco, Datsun è il low-cost della storica partner Nissan, anche se non sembra per ora destinato ad arrivare da noi. La on-DO è una berlina con la coda di derivazione Lada Granta: linee che in Occidente faticherebbero a essere apprezzate, ma tanta robustezza, un onesto motore 1.6 8 valvole da 87 CV (a benzina) e un onestissimo cambio manuale a 5 marce. Un'auto da 9.000 euro circa (al nostro cambio, beninteso) che può montare climatizzatore, fendinebbia, cerchi in lega, sedili riscaldabili e impianto audio con connettività Bluetooth, È lunga 434 cm, quindi circa come una Golf.
PERDE UN VOLUME - La novità moscovita è la Datsun mi-DO, cinque porte derivata stavolta dalla Lada Kalina. Qui non stona ricordare come la Lada sia di proprietà Renault al 25%: di fatto, un marchio nell'ampio paniere definito dall'alleanza tra la Régie e la Nissan. La lunghezza è contenuta in 395 cm, l'equipaggiamento di base prevede Abs e doppio airbag. Il motore è l'appena citato 87 CV e la garanzia di tre anni o 100.000 km: non male per una low-cost, che andrà a confrontarsi con alcuni tra i climi più ostici.