TUTTI SCELGONO IL "BUY BACK" - L’opzione di riacquisto è quella finora più gettonata dai clienti americani della Volkswagen coinvolti nel Dieselgate. Come riporta il sito Bloomberg, circa 210.000 clienti hanno aderito al programma concordato dalla Volkswagen con le autorità per risolvere il contenzioso con i proprietari delle 475.000 automobili vendute negli Stati Uniti con il motore 2.0 TDI della famiglia EA189. Tale accordo prevede che la Volkswagen riacquisti le auto con il software illegale, oppure intervenga sulle stesse per modificarle e riportarle a norma versando un indennizzo. La terza opzione è che il cliente rinunci e si tenga l'auto così com'è ma, fino ad ora, si è dimostrata alquanto impopolare visto che è stata scelta solo da 235 persone. In un modo o nell'altro la casa si è impegnata a "togliere dalla strada", come minimo, l'85% di auto con software illegale destinando a questo 10 dei 15 miliardi concordati.
PER LA VW È L’OPZIONE PEGGIORE - La scelta del cosiddetto "buy back" è, naturalmente, la meno favorevole per la Volkswagen che deve ri-acquistare dal cliente l'auto ai prezzi di mercato precedenti all'esplosione dello scandalo. I clienti hanno tempo fino al settembre 2018 per decidere l'opzione che ritengono giusta per loro. Nel frattempo la casa tedesca, a quasi un anno dall'inizio del cosiddetto Dieselgate, non ha ancora comunicato pubblicamente come intende intervenire sui motori turbodiesel per riportarli a norma. Stando a quanto trapelato nei mesi scorsi il gruppo tedesco ha proposto alcune soluzioni tecniche alle autorità Usa che, però, le hanno sempre respinte.