FINO A 5 ANNI DI ARRESTO - Le autorità americane avrebbero emesso un mandato di cattura internazionale contro cinque ex manager e sviluppatori della Volkswagen, accusati di aver violato le norme statunitensi sulla tutela del clima in relazione alla vicenda Dieselgate, il software presente su alcuni motori a gasolio che abbassava illegalmente le emissioni inquinanti di ossido d’azoto durante i test di omologazione. I cinque accusati vivono in Germania ma erano stati rinviati a giudizio negli Stati Uniti, dove rischiano fino a 5 anni di reclusione. La notizia è stata anticipata dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung, secondo cui le autorità tedesche non intendono estradare i 5 indagati, che in questo modo rischiano l’arresto solo se abbandonano il loro Paese. Gli accusati sarebbero Heinz-Jakob Neusser, ex responsabile dello sviluppo per la Volkswagen; Bernd Gottweis, ex responsabile della qualità; due sviluppatori e un tecnico. Un sesto ex manager, Oliver Schmid, è stato arrestato a febbraio in transito dagli Stati Uniti al ritorno da una vacanza. Il provvedimento emesso nei loro confronti tiene viva la questione Dieselgate negli Stati Uniti, dove l’azienda ha pagato oltre 20 miliardi di dollari fra multe e compensazioni in sede civile, e dove le conseguenze della causa penale sono ancora da valutare, come si vede dal provvedimento svelato dalle indiscrezioni.
ALTA PRESSIONE - Il “fronte” non è meno caldo in Europa, perché i legali del gruppo Volkswagen hanno scelto di non presentare ricorso contro due sentenze emesse dai tribunali regionali di Arnsberg e Bayreuth, in Germania, facendo registrare così una svolta improvvisa nel processo intentato da alcuni clienti: ora l’azienda dovrà riacquistare le vetture dei clienti che avevano dato inizio al processo. Finora il gruppo Volkswagen è stato costretto al riacquisto solo negli Stati Uniti, dove però le leggi sulla materia sono molto più severe. Le corti di Arnsberg e Bayreuth hanno stabilito a maggio che le richiese di risarcimento presentate da alcuni clienti erano ammissibili. La Volkswagen non si è opposta alla sentenza, spiegando che si tratta di un’eccezione dovuta al basso valore delle auto, ma per la prima volta in Europa dovrà preoccuparsi delle auto che clienti delusi non vogliono più possedere. La Volkswagen ha sminuito inoltre la portata della sentenza, come riferisce il sito Autonews, spiegando che questa non avrà effetti concreti su altri processo in corso.