ARIA TOSSICA - Ormai non si può più attendere, né sperare in miracoli o danze della pioggia: quando d’inverno l’aria meneghina si riempie di veleni perché il bel tempo e il freddo li concentrano, anziché disperderli, bisogna intervenire. E in fretta. Da 12 giorni il livello delle polveri sottili (Pm10) supera il limite di 50 microgrammi/m3, con punte di 157 raggiunte martedì 18 e mercoledì 19 gennaio. E poiché l’Arpa (agenzia regionale per l’ambiente) ha confermato che anche domenica si è “sforato”, dovrebbe scattare il blocco totale del traffico per domenica 30 gennaio e il divieto assoluto di circolare in città per i mezzi più inquinanti. Si tratta delle vetture a benzina Euro 0 e diesel Euro 0, 1 e 2, oltre che dei ciclomotori Euro1 a due tempi; veicoli per i quali già oggi la regione prevede lo stop dalle 7,30 alle 19,30.
IL NUOVO PIANO - Le misure per ridurre l’inquinamento rientrano in una nuova ordinanza comunale, approvata dalla giunta, che il sindaco Letizia Moratti dovrebbe formare nelle prossime ore. Verrebbero sospese solo dopo tre giorni consecutivi di valori entro i limiti: verso la fine della settimana l’aria potrebbe migliorare (in quanto è prevista pioggia per giovedì sera e venerdì, con rischio neve, e in questo caso il blocco totale di domenica potrebbe saltare. In assenza di miglioramenti, dopo 18 giorni il centro storico verrà chiuso ai veicoli più inquinanti e i cittadini dovranno abbassare a 19 gradi la temperatura degli impianti di riscaldamento per uso domestico.
NON TUTTI SONO D’ACCORDO - Le misure sono ritenute insufficienti dai sindaci dell’hinterland, di entrambi gli schieramenti politici, che denunciano la mancanza di regia nelle scelte per combattere l’inquinamento dell’aria. Inoltre, l’amministrazione comunale dovrà pronunciarsi sul referendum indetto dagli ecologisti, che in autunno hanno raccolto oltre 21.000 firme per chiedere ai milanesi di inasprire l’Ecopass (dopo due anni, il sistema di controllo del traffico nella Cerchia dei Bastioni sembra aver esaurito il suo effetto). Finora la giunta esita, per non giocarsi consensi alle elezioni della prossima primavera: preferirebbe che a intervenire fosse la regione, fermando le auto, ma ormai i margini sono stretti, perché a Milano nelle prime 23 giornate di gennaio i limiti sono stati superati 21 volte.
La pressione, però, è forte: alla Procura della Repubblica di Milano si indaga per verificare in che modo il comune, la provincia e la regione siano intervenuti per affrontare le emergenze dell’aria tra il 2007 e il 2009; e alla Corte di giustizia europea si dovrà decidere se e come sanzionare la Lombardia per eccesso di smog: ricordiamo che il limite consentito dalla Ue è di 35 giorni l’anno, nei quali si può sforare il tetto dei 50 microgrammi di polveri sottili; e che Milano è risultata fuorilegge nel 2008 con 111 giorni, nel 2009 con 107 e l’anno scorso con 87 giorni.