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2016
dicembre 2016
Editoriale pubblicato su alVolante di

Insieme ai ponti crollano gli investimenti in manutenzione

ALLA SORPRESA di chi, alla fine del mese scorso, scopriva che i ponti non cadono solamente in Sicilia, ma anche nella più “europea” fra le regioni italiane, la Lombardia dell’Expo e dei grattacieli, rispondono i numeri. Quelli che, al di là di ogni retorica e possibile strumentalizzazione politica, dimostrano come il crollo del cavalcavia di Annone Brianza, sulla Milano-Lecco, schiantato oltre 100 tonnellate di un “trasporto eccezionale” in transito, vada inserito in un contesto generale di malagestione delle infrastrutture pubbliche. In Italia, infatti, a cedere sono proprio gli investimenti per la viabilità e la sicurezza sulle strade. Non di tutte, però: il “crollo” riguarda le strade provinciali, 130.000 chilometri di asfalto che collegano in una gigantesca ragnatela tutti i centri abitati del nostro paese, per i quali nel 2013 si spendevano 7.300 euro al chilometro e un anno fa solo 2.170. 

 

LO DENUNCIA UN RAPPORTO dell’UPI, l’Unione delle province. Enti in fase di smantellamento? Sarà pure vero. Ma, com’è evidente, le infrastrutture stradali non possono seguire una sorte analoga. Anche se viene il sospetto che, al di là degli interventi del giorno dopo (il ministro Delrio ha subito istituito una commissione d’inchiesta sul collasso del cavalcavia), quello in atto sia un disegno che tende a mettere in secondo piano la manutenzione della rete viaria nazionale, preziosa ma non spendibile in termini di comunicazione quanto le grandi opere. Sono nuovamente i numeri a parlare e ci dicono che alla manutenzione (ordinaria e straordinaria) di ponti, viadotti e gallerie, il decreto Sblocca Italia del 2014 riserva appena 300 milioni di euro su un totale di 3,85 miliardi (soltanto l’8%). 

 

SENZA TIRARE ANCORA IN BALLO il ponte sullo Stretto di Messina annunciato da Matteo Renzi, con i faraonici investimenti che un’opera di quella portata implicherebbe, restiamo nel Nord Italia con i casi Brebemi e TEEM. Due infrastrutture importanti, che avrebbero dovuto alleggerire il traffico dell’A4 (la Brebemi collega il capoluogo lombardo a Bergamo e a Brescia) e quello della tangenziale Est di Milano (di cui la TEEM è il grande raccordo esterno). Con un costo di 4,6 miliardi di euro, uno dei quali a carico dei contribuenti, per ora sono largamente sottoutilizzate e non ripagano come previsto i tanti quattrini spesi. Al contrario di quanto accadrebbe con una buona manutenzione delle strade normali. Quella ripaga sempre. 

Guido Costantini



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