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Emissioni di CO2: ecco chi è sulla buona strada nel 2020

Pubblicato 14 ottobre 2020

L’organizzazione T&E ha stilato una classifica su base previsionale dei costruttori che quest’anno dovrebbero rientrare nei limiti europei.

Emissioni di CO2: ecco chi è sulla buona strada nel 2020

GLI OBIETTIVI E LE MULTE - L’Europa ha imposto degli standard di emissioni di CO2 delle auto molto restrittivi. Attualmente gli obiettivi di riduzione sono definiti in percentuale sui valori del 2021 e sono i seguenti: 15% dal 2025 e 37,5% dal 2030 in poi, inoltre la media delle emissioni di tutte le auto immatricolate ogni anno da ciascun gruppo automobilistico non deve superare i 95 g/km di emissioni. La multa prevista per chi sfora è di 95 euro per grammo di CO2 oltre il limite, moltiplicato per il numero di auto vendute nel 2020 e 2021.

LE ELETTRICHE CRESCONO - I costruttori, per evitare le multe dell’Unione Europea, si sono dovuti adeguare elettrificando la loro gamma prodotti e una delle conseguenze è stata la crescita della quota di mercato delle auto elettriche. Queste ultime sono riuscite a resistere anche alla crisi dovuta alla pandemia e secondo un report pubblicato da Transport & Environment le vetture a batteria sono destinate a triplicare la loro quota di mercato in Europa (in Italia l’obiettivo è quello di raggiungere quota 6 milioni entro il 2030).

I VIRTUOSI - Nel report di T&E vengono analizzate anche le strategie di conformità delle diverse case automobilistiche dove emerge che il Gruppo PSA, Volvo, il duopolio FCA-Tesla e il gruppo BMW stanno già ottemperando all'obiettivo europeo sulle emissioni medie delle auto nuove, sulla base delle vendite nella prima metà del 2020. Leggermente più attardate risultano Renault, Nissan, Toyota-Mazda e Ford, le quali mostrano un piccolo divario per chiudere il gap, con 2 grammi di CO2/km. 

SOPRA LA MEDIA - Più lontani dagli standard europei il Gruppo Volkswagen (5 grammi oltre la media), il gruppo Hyundai-Kia (7-3 grammi), Daimler (9 grammi) e Jaguar-Land Rover (13 grammi). I gruppi Volkswagen e Daimler dovrebbero essere in grado di colmare il gap, rispettivamente con la nuova elettrica ID.3, e le versioni ibride di Classe E, C e A,  da poco nei concessionari.

I CREDITI GREEN DELLA FCA - Dal report di T&E emerge una posizione particolarmente virtuosa della FCA, la quale ha colmato i ritardi nell'introduzione di auto ibride ed elettriche acquistando “crediti verdi” dalla Tesla per 1,8 miliardi di euro. L’esborso di questa somma ha permesso al gruppo italo americano di conteggiare una parte delle auto elettriche del costruttore americano come se fossero state vendute dalla FCA. Infatti la legge europea dà la possibilità di acquistare “crediti verdi” da altri costruttori, in modo che quelli più virtuosi possano guadagnare da questa posizione e vengano spinti a produrre auto sempre più “green”.



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Ritratto di Mbutu
14 ottobre 2020 - 19:44
Direi che più o meno tutti alla fine si sono adeguati. Ottimo. A maggior ragione diventa imperativo rispedire al mittente ogni richiesta di rinvio. Bisogna mettersi a lavorare sul prossimo step. Mi sorprende molto il gruppo hiunday-kia. Visto quello che offrono in gamma avrei scommesso che si trovassero a buon punto in scioltezza.
Ritratto di MS85
14 ottobre 2020 - 19:58
Il problema è che la nuova soglia di fatto vale già dal prossimo anno. Archiviato questo si passa al conteggio col WLTP e a livello europeo non solo non sono ancora stati assegnati i nuovi obiettivi, ma l'indirizzo sembra essere quello di far finta di nulla e mantenerli invariati anche con un metodo di misura differente.
Ritratto di ste74
15 ottobre 2020 - 00:50
Accoppiare FCA e Tesla falsifica la statistica: la parte dell'elettrificazione la fa al 99% la Tesla
Ritratto di Flynn
15 ottobre 2020 - 07:21
Sarebbe più interessante una classifica fatta senza i green credits . Di sicuro la frullineria francese ha avuto un’ottima performance , ma a questo punto piuttosto full -elettric
Ritratto di Oxygenerator
15 ottobre 2020 - 08:53
Fca nel gruppo dei virtuosi, fa ridere a crepapelle. Splendido risultato !! Ottenuto evidentemente con le vendite clamorose delle 500 e. Senza i crediti di Tesla, sappiamo tutti che fca sarebbe l’ultima in classifica.
Ritratto di Andre_a
15 ottobre 2020 - 10:13
Fa ridere fino ad un certo punto: grazie al ricavo dei crediti verdi, Tesla è in grado di produrre più auto... o di produrle meglio, più in fretta, aspettare meno fra un modello e l’altro... insomma, a qualcosa saranno serviti e quindi Fca ha contribuito alla green economy. Senza l’accordo Fca sarebbe ultima (o penultima, almeno davanti a Jag/LR sarebbe arrivata, secondo me) ma Tesla avrebbe 1,8 miliardi di € in meno da investire.
Ritratto di BioHazard
15 ottobre 2020 - 11:59
Ricordiamo che 1.8 miliardi però sono validi per 3 anni e che valgono anche per altre aree geografiche, non solo Europa. Già dal 2021 l'utilizzo di questi crediti diminuirà enormemente, e potrebbero addirittura essere ceduti ad altri gruppi "ritardatari" che a quanto pare non mancano...
Ritratto di Andre_a
15 ottobre 2020 - 09:53
Mi piace molto la poliedricità di Toyota, che non ha problemi a condividere auto con BMW, Subaru e Suzuki oppure crediti verdi con Mazda. Preferisco di gran lunga queste singole collaborazioni alla creazione di mega-gruppi.
Ritratto di Mbutu
15 ottobre 2020 - 10:14
Però Toyota deve porre fine al suo ostracismo nei confronti di plug in ed elettriche altrimenti di sole Full non riuscirà mi a rispettare i prossimi obiettivi. Dopo che hanno finalmente ceduto ad andorid conto che facciano anche questo nuovo passo.
Ritratto di katayama
15 ottobre 2020 - 10:19
Una classifica basata sui gCO2/km ha senso solo se la produzione d'energia elettrica facesse corrispondere un valore gCO2/kWh = 0, cosa che evidentemente non è. Quindi ai miei occhi 'sta roba, razionalmente, è spazzatura. Al pari del consumo delle ibride espresso in km/l, come se la trazione elettrica non debba in qualche modo essere convertita in una compoente di costo. Ipoteticamente, anche un 100% di autoproduzione ha un costo. Semmai, si può considerare la CO2 da combustibili come un "tracciante" per molteplici altri inquinanti, che invece d'essere capillarmente dispersi sul territorio per il tramite della circolazione veicolare, sarebbero prodotti centralmente (centrali termoelettriche) e quindi in maniera più controllata e controllabile (sempre posto che i controlli si facciano e che le prassi produttive siano all'insegna del rispetto dell'ambiente, cosa che spesso non è). Supporre che tutto l'elettrico arrivi dal rinnovabile è, come direbbe Fantozzi (che ai giorni nostri farebbe incetta di Nobel), una cagаta pazzesca.
Ritratto di CIABATTA
15 ottobre 2020 - 12:12
Applausi a scena aperta...concordo al 100%
Ritratto di Oxygenerator
15 ottobre 2020 - 12:59
@ katayama Nessuno credo, pensi che l’energia elettrica provenga solo da fonti rinnovabili. Si crede solo che faccia meno danni, di altre soluzioni, già ampiamente provate
Ritratto di katayama
15 ottobre 2020 - 13:34
@Oxygenerator Ok, ma allora la questione non la poni in questi termini. Tieni in conto anche la parte di CO2 riferibile alla produzione di energia elettrica non rinnovabile, e che chiaramente costituisce la parte maggiore. Consideri pure la CO2 prodotta dalla stessa filiera delle rinnovabili, perché nemmeno pannelli solari e pale eoliche e conduttori, ecc. sono prodotti usando solo rinnovabili. Sul principio del minor danno sono d'accordo, ma allora non me lo vendi per qualcos'altro mistificando la realtà dei fatti. Perché se devi alterare i termini della questione per convicermi, o semplificarli oltremisura, beh... Non sono totalmente rincogliоnito.
Ritratto di Oxygenerator
15 ottobre 2020 - 13:54
@ katayama Lei no, ma il mondo è pieno di rincoglioniti, come puó ampiamente leggere sul blog.....
Ritratto di katayama
15 ottobre 2020 - 15:40
@Oxygenerator Non è esattamente quello che voglio dire... Dico solo che se l'obiettivo è veramente la CO2, che di per sé non è un inquinante e che banalmente non può causare alcuna patologia, allora il discorso dev'essere a più ampio spettro. Se invece la CO2 viene presa, in maniera del tutto corretta peraltro, come "tracciante" per ciò che un veicolo a combustione interna emette in generale (HC incombusti/aromatici, NOx, particolato, ecc.), allora il discorso cambia. Si fa inevitabilmente più complesso, ma evita che si generino fenomeni d'isteria collettiva, che invece mi pare sia proprio quello che si vuole ottenere. Siamo di fronte ai soliti terribles semplificateurs, che non giovano a nessuno.
Ritratto di Mbutu
15 ottobre 2020 - 15:53
Katayama, in realtà i binari corrono paralleli. Quello della co2 è un parametro che viene utilizzato sia come tracciante che come dato rilevante. Sul fatto di includere altre "fonti": non è questo lo scopo di questa normativa. Questa si occupa delle emissioni dei veicoli. Per le emissioni della produzione elettrica ci sono altre norme che stanno spingendo verso la progressiva decarbonizzazione. Per le emissioni della fabbricazione di pannelli, pale, ecc ci sono altre norme che spingono verso la neutralità carbonica delle industrie. Insomma, a ciascuno il suo.
Ritratto di katayama
15 ottobre 2020 - 16:34
@Mbutu Si, posso capire la ratio di fondo, ma fermo resta la quantomeno discutibile volontà d'affrontare serialmente equazioni di primo grado (che distorcono i termini del problema nel suo complesso) invece d'affrontare un sistema ad "n" variabili. Ci sono interconnessioni che non è possibile elidere. È la classica incapcacità d'avere un approccio olistico, con tutte le implicazioni del caso. Una di esse, ad esempio, è quella relativa al calcolo (totalmente fuorviante e concettualmente errato) della media chilometrica per i PHEV. Lì l'aberrazione razionale è totale, la "cagаta pazzesca" di cui sopra. Se si certificasse in maniera uniforme tutta la filiera che conduce a percorrere un km con qualsivoglia modalità propulsiva, si potrebbe fare un confronto razionale fra le diverse soluzioni, visto che è questo il nocciolo della questione. Un conto è il riscaldamento globale (sul quale si può anche discutere), un conto è l'oggettività delle patologie polmonari nelle aree urbane.
Ritratto di katayama
15 ottobre 2020 - 17:57
Porto un esempio concreto, per far capire cosa intendo. Un kWh prodotto in Italia (considerato il mix di fonti, rinnovabili e non) equivale all'emissione di 312 gCO2 (Ispra 2019). Una Tesla M 3 percorre ca. 8 km/kWh, ergo una M 3 emette ca. 39 gCO2/km, che è certamente poco, ma che non è nemmeno zero. Un'auto del genere non provoca patologie respiratorie in ambito urbano (fatto salve le emissioni relative a sistema frenante e pneumatici), ma contribuisce anch'essa alla CO2 antropica. Due cose diverse.
Ritratto di marcoluga
16 ottobre 2020 - 05:18
2
Senza contare la CO2 che è servita a produrla, un Tesla. E questo a prescindere che la si usi tanto o poco. I calcoli sono decisamente semplicistici.
Ritratto di Mbutu
16 ottobre 2020 - 12:23
Katayama, sui consumi delle plugin con me sfondi una porta aperta. L'ho detto mille volte che il ciclo di omologazione su quel tipo di auto è inapplicabile. Sul resto, si potrebbe prendere il mix europeo (visto che la normativa è europea) per determinare un valore di emissioni "legale". Ma non sarebbe comunque realistico perchè la produzione elettrica è troppo variegata. @marcolunga: la co2 che è servita a produrre un'auto non è mai stata conteggiata. Allora devi ripensare completamente tutto il sistema.