FIOCCANO I MENO - Il 2020 sarà un anno terribile per le case automobilistiche, costrette ad affrontare enormi perdite economiche a causa dell’emergenza sanitaria e delle sue conseguenze: le fabbriche sono rimaste chiuse e il mercato si è contratto fin quasi ad azzerarsi. L’impatto della crisi è stato pesante anche per la FCA, che ha presentato il rendiconto del trimestre gennaio-marzo 2020, dal quale emerge un calo delle consegne pari al 21% (a 818.000 unità) e una riduzione del fatturato a 20,567 miliardi di euro, il 16% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
BRUCIATI 5 MILIARDI - Nel primo trimestre, la FCA ha registrato un rosso di 1,694 miliardi e ha visto crollare anche il risultato prima degli oneri finanziari (noto come ebit): è stato positivo per 52 milioni di euro, il 95% in meno rispetto a 12 mesi prima. Da gennaio a marzo 2020 il costruttore italo-americano ha speso 5,07 miliardi di euro, ma il denaro a sua disposizione non fa sorgere problemi di liquidità: la FCA custodisce ancora 18,6 miliardi e può guardare senza eccessiva preoccupazione al prossimo trimestre, che si annuncia ancora peggiore, tanto da aver confermato tutti gli investimenti in programma.
MALISSIMO IN CINA - I risultati della FCA sono stati negativi in tutte le aree del mondo dove opera, a partire dal redditizio Nord America: qui ha consegnato 469.000 veicoli, 87.00 in meno, e il fatturato è calato a 14,541 miliardi (1,516 miliardi in meno). I veicoli consegnati in Nord America nel primo trimestre, però, sono stati gli unici con i quali l’azienda ha guadagnato denaro: il 3,8% del prezzo di vendita, contro un passivo del 2,0% per quelli venduti in Sud America, del 7,2% per quelli in Europa e del 12,7% per quelli in Asia. Assai negativo anche il risultato della Maserati, che ha visto ridursi le vendite da 5.500 a 3.100 unità e il fatturato da 471 a 254 milioni di euro.