AZIENDA FERMA - Nel trimestre aprile-giugno 2020, con la produzione e la distribuzione a lungo ferme per colpa della pandemia, la Ferrari non ha ripetuto gli straordinari risultati economici e di vendita dei trimestri precedenti. Il fatturato si è ridotto del 42%, passando da 984 a 571 milioni, mentre il margine operativo lordo, dunque il profitto dell’azienda prima del pagamento di interessi, tasse, svalutazioni ed ammortamenti, è sceso dai 314 milioni registrati il 30 giugno 2019 ai 124 del 30 giugno 2020, per un calo del 60%. Nonostante le difficoltà, la Ferrari è riuscita a chiudere il trimestre con un guadagno: l’utile netto è stato di 9 milioni, contro i 184 milioni del 30 giugno.
NEL SEMESTRE - Considerando la situazione del primo semestre 2020, la Ferrari ha visto ridursi il fatturato da 1,924 a 1,503 miliardi, un calo del 22%, mentre il margine operativo lordo è sceso da 625 a 441 milioni. L’utile netto si è più che dimezzato, passando da 364 a 175 milioni. La casa di Maranello ha incassato 1.238 miliardi dalla vendita di auto e parti di ricambio, il 19% in meno, un calo percentuale minore rispetto a quelli subiti dalla vendita di motori alla Maserati, crollata del 52% a 53 milioni, e delle sponsorizzazioni, scese del 34% a 172 milioni. Alla luce di questi risultati, la Ferrari si aspetta di fatturare più di 3,4 miliardi al 31 dicembre 2020 e di raggiungere un margine operativo lordo fra 1,07 e 1,12 miliardi, stime inferiori rispetto a quello diffuse a maggio, quando il Cavallino prevedeva di fatturare fra 3,4 e 3,6 miliardi e ottenere un margine fra 1,05 e 1,20 miliardi.
LE CONSEGNE - Nel secondo trimestre 2020 la Ferrari ha consegnato 706 auto, contro le 1.195 dello stesso periodo dell’anno scorso: il calo maggiore è stato registrato in Cina, Hong Kong e Taiwan, dove le immatricolazioni sono passate da 289 a 25, mentre il mercato europeo si è contratto da 803 a 381 unità. Le consegne nel semestre si sono attestate a 4.127 unità, il 22% in meno rispetto alle 25.281 del 30 giugno 2019, per effetto del 90% in meno nell’area della Cina (62 contro 617 auto), del 26% in meno delle Americhe (1.131 contro 1.523) e dell’8% in meno dell’Europa, dove le immatricolazioni sono passate da 2.404 a 2.222.