NUOVO VERTICE - Il fine settimana appena trascorso è stato convulso per la FCA, che si è trovata nella situazione improvvisa di dover redistribuire le cariche di Sergio Marchionne, ricoverato in gravi condizioni di salute all'ospedale universitario di Zurigo. Oltre ad essere amministratore delegato della FCA, Marchionne infatti era anche presidente della CNH (l'azienda del gruppo che si occupa delle macchina per l'agricoltura e le costruzioni) e presidente e amministratore delegato uno della Ferrari. Da sabato alla presidenza del Cavallino c'è John Elkann, a capo della Exor, la finanziaria che controlla il 22,91% delle azioni della Ferrari, mentre il ruolo operativo di amministratore delegato è stato conferito a Louis Carey Camilleri, manager 63enne già presidente della Philip Morris International, un “ramo” dell'azienda fra le principali al mondo della produzione di tabacco.
IL SUO BACKGROUND - Camilleri è nato nel 1955 ad Alessandria d'Egitto da genitori maltesi e ha studiato economia all'università di Losanna, prima di entrare nell'azienda di prodotti chimici W. R. Grace and Company e da lì alla divisione europea della Philips Morris, dove mette in mostra le sue qualità e fa rapidamente carriera: in 18 anni passa da analista finanziario a responsabile finanziario. Camilleri compie un altro “scatto” ad agosto 2002, quando diventa presidente di Altria Group, la società nota in precedenza come Philip Morris Companies Inc. attenta al mercato statunitense, mentre a marzo 2008 diventa numero uno della Philips Morris International (ramo dell'azienda che lavora su un ambito più internazionale). Camilleri ha ricoperto posizioni di alto livello anche per la Kraft Foods International, fra le principali aziende su scala globale nel settore dell'alimentazione. La nomina di Camilleri dev'essere ancora approvata dei membri del consiglio di amministrazione della Rossa, ma questo dovrebbe essere un atto formale.
UN PIANO DA PORTARE AVANTI - Alla Ferrari il manager dovrà portare avanti l’agenda di Marchionne, che aveva in programma di lanciare una crossover e far aumentare la produzione a circa 10.000 esemplari l'anno, contro gli 8.400 esemplari dell'anno scorso. Il tutto con l'intento di far crescere i guadagni, già significativi: nel 2017 l'utile netto è stato pari a 537 milioni di euro.