MODELLI PIÙ GRANDI - I bassi margini di guadagno e gli alti costi di sviluppo hanno reso poco profittevole la categoria delle citycar, portando a un drastico cambio di strategia da parte dei costruttori: la Opel, per esempio, ha abbandonato questa fascia di mercato, nota come segmento A, mentre la PSA (il gruppo di Citroën e Peugeot) potrebbe non rinnovare l’accordo di collaborazione con la Toyota per lo sviluppo congiunto di C1, 108 e Aygo. La Volkswagen, inoltre, parrebbe intenzionata a trasformare la up! in un’auto solo elettrica. Anche la FCA è decisa a cambiare i suoi piani, come ha confermato nella relazione sui dati di bilancio del terzo trimestre 2019.
RITORNA LA PUNTO? - La FCA spiega che il marchio Fiat si dedicherà in futuro a modelli più in linea con i mutati gusti del pubblico, in grado allo stesso tempo di assicurarle margini di guadagno più elevati. La strategia è chiara: abbandonare la categoria delle citycar per puntare sulle più remunerative utilitarie, ovvero il segmento B (del quale faceva parte la Punto, attualmente dominato da Renault Clio e Volkswagen Polo). Rinunciare al segmento A non significa cancellare auto come Fiat Panda e 500, modelli storici di grande tradizione e successo per la casa torinese, ma (e qui siamo nel campo delle ipotesi) riproporle con dimensioni maggiori e dotazioni migliorate rispetto a quelle attuali, così da farle rientrare a tutti gli effetti nel segmento B. C’è poi la possibilità di dare un’erede alla Fiat Punto, uscita di produzione nel 2018.
INSIEME ALLA PSA - La Fiat insomma ha diverse carte sul tavolo. Tutte però sono strettamente legate all’esito della trattativa che dovrebbe portare alla fusione di FCA e PSA (qui per saperne di più), che potrebbe semplificare non poco la strategia della casa torinese nei confronti delle utilitarie. Fra le risorse della PSA che potrebbero “fare gola” alla FCA c’è il pianale CMP, una base costruttiva già predisposta per i motori elettrici utilizzata per le recenti Opel Corsa e Peugeot 208. La Fiat potrebbe utilizzarla come base per i suoi futuri modelli in questa categoria, con evidenti vantaggi in termini di tempistiche, costi per lo sviluppo e industriali, perché oggi la Fiat si trova a gestire due pianali per i suoi modelli più compatti: le Panda e 500 sono basate sulla piattaforma Small, mentre la monovolume 500L è costruita sulla US wide. Un base costruttiva unica, per di più condivisa fra diversi marchi, sarebbe un toccasana a livello economico.