PASSAPORTO AMERICANO - Stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa Reuters, la sede della società che potrebbe nascere tra due o tre anni dalla fusione di Fiat e Chrysler sarà negli Usa. Una notizia che sembra confermare le precedenti dichiarazioni di Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo, rilasciate a febbraio, quando durante un convegno a San Francisco aveva indicato gli Usa come la scelta più probabile (leggi qui la news).
LA FERRARI IN BORSA - Sempre secondo l'agenzia di stampa, che fa riferimento a una fonte vicina ai vertici del gruppo Fiat, Sergio Marchionne starebbe valutando concretamente la possibilità di quotare la Ferrari in Borsa, per un valore base vicino ai cinque miliardi di euro. La soluzione (già ventilata lo scorso autunno e prontamente smentita) dovrebbe permettere al gruppo Fiat di ottenere la liquidità per salire al 51% del pacchetto azionario della Chrysler e ottenere quindi il pieno controllo della casa americana (leggi qui per saperne di più).
> AGGIORNAMENTO DELLE ORE 17.15
Pubblichiamo integralmente la nota diffusa della Fiat, in merito alla vicenda.
In relazione alle notizie pubblicate oggi dalla Reuters sullo spostamento della sede legale negli Stati Uniti si precisa che si tratta con tutta evidenza di informazioni non attuali come appare chiaro dal fatto che siano state pubblicate all’interno, e senza particolare evidenza, di un lungo report sulla Fiat. A nostro avviso ben diverso sarebbe stato infatti il peso dato alla notizia in caso di informazioni fresche ed esclusive.
Nulla infatti è cambiato rispetto alle notizie che erano apparse all’inizio di febbraio e che erano state commentate e precisate dall’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne in occasione dell’audizione parlamentare del 15 febbraio scorso.
È quindi opportuno ricordare quanto il dottor Marchionne disse sull’argomento: “Stiamo lavorando al risanamento di Chrysler, in modo che la Fiat sarà nella posizione per aumentare la propria quota. Al momento la società americana non è quotata, ma speriamo che questo succeda in un prossimo futuro. Quando avremo due entità legali che coesistono, quotate in due mercati diversi, si porrà evidentemente un problema di Governance.
La scelta sulla sede legale non è ancora stata presa. Sarà condizionata da alcuni elementi di fondo. Il primo è il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto Fabbrica Italia”.