STOP FORZATO - Lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, dove viene prodotta la Fiat Panda, da ieri è fermo e lo sarà sino a lunedì prossimo. Non è né una serrata né uno sciopero, ma una conseguenza del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna. I motori della Panda sono prodotti nello stabilimento della Power Train (Fiat) di Termoli, in Abruzzo, il quale ha dovuto sospendere la produzione perché ha esaurito gli stock di magazzino di bobine d’accensione e mancano gli approvvigionamenti.
SENZA MOTORI - L’azienda all’origine del problema è la Federal Mogul, multinazionale che produce le bobine in questione nel suo stabilimento di Carpi, in provincia di Modena, comune toccato duramente dal terremoto. Tra gli edifici danneggiati nella cittadina emiliana c’è anche quello della Federal Mogul che si è trovato impossibilitata a soddisfare le esigenze della produzione Fiat. Lo stop produttivo di questi giorni viene dopo quello di tre giorni resosi necessario dal 3 al 5 giugno, sempre per mancanza di componenti elettronici prodotti in Emilia.
DEVE RIASSUMERNE 145 - Sul fronte sindacale questa estate inizia male per la Fiat, condannata per discriminazione a riassumere 145 lavoratori iscritti alla Fiom e a risarcirne 19 con 3.000 euro. Questo perché tra le oltre 2000 persone riassunte a Pomilgiano nessuna apparteneva (al momento della denuncia) al sindacato Fiom. In base a una simulazione statistica affidata dal Tribunale di Roma a un professore di Birmingham le possibilità che ciò accadesse casualmente risultavano meno di una su dieci milioni. La Fiat si appellerà contro la sentenza. La “newco” Fip (Fabbrica Italia Pomigliano), che gestisce l'impianto campano, fino ad ora ha riassunto poco più di 2000 persone, sulla base dei nuovi accordi sindacali, delle circa 5000 impiegate in precedenza. I sindacati sono sul piede di guerra, perché il piano delle riassunzioni sta andando a rilento. Sarà una lunga estate calda a Pomigliano...