BUSINESS E POSTI DI LAVORO - In Italia sono circa 5.700 le aziende che partecipano alla complessa filiera del mondo dell’automotive. Una realtà che da sola occupa 250 mila persone, pari a circa il 7% degli addetti del settore manifatturiero italiano, contribuendo al PIL nazionale per il 5,6% (93 miliardi di euro di fatturato). Sono numeri importanti di per sé, ma che diventano ancora più rilevanti se si considerano le prospettive legate alla fase di trasformazione che sta vivendo il settore. Una fase caratterizzata da grandi incertezze, ma anche di prospettive di possibilità. Il quadro della situazione è emerso da uno studio compiuto da chi vive dall’interno esigenze, problemi e aspettative dell’universo dell’auto: la società Sace Simest (finanziamenti e coperture assicurative per le aziende e facente capo alla Cassa Depositi e Prestiti), l’Anfia (l’associazione delle aziende del settore), con la collaborazione della società di consulenza Alix Partners.
UN UNIVERSO MOLTO FRAMMENTATO - Lo studio traccia un quadro articolato del settore industriale dell’auto. “Bilancio 4Ruote” è il titolo della ricerca che vuole essere di studio, ma anche e soprattutto di lavoro, mirando a offrire alle aziende un riferimento per le loro iniziative che ormai non possono limitarsi alla realtà italiana, ma devono guardare a scenari ben più ampi. Alla base dello studio c’è un’analisi dettagliata dei bilanci delle 50 principali aziende italiane del settore, abbinata al quadro dei prodotti assicurativi e finanziari proposti dal gruppo Cassa Depositi e Prestiti alle aziende per i loro programmi di crescita e innovazione. Ciò soprattutto in considerazione del fatto che nella filiera dell’automotive è molto grande la componente delle piccole e medie imprese, quelle che più di tutte hanno bisogno di supporto per muoversi sul piano internazionale e per innovare. Lo studio mette in risalto che il 45% delle aziende del settore componentistica e engineering&design ha meno di 9 addetti, ciò anche se il 75% del fatturato del comparto è realizzato da appena l’8% delle aziende.
NUOVE TECNLOGIE E TENDENZA VERSO EST - Lo studio mette in risalto che il settore è interessato da due grandi fenomeni: il processo di spostamento verso Oriente del baricentro dell’industria automotive (sulla base della forte crescita dei mercati orientali), e la trasformazione tecnica del prodotto automobilistico. Due realtà che impongono alle aziende esistenti spirito di iniziativa e capacità di innovazione su entrambi i fronti. La misura di tutto ciò è percettibile chiaramente dai dati economici inerenti alle prospettive di mutamento tecnico del settore. Basti dire che a livello globale, il settore dell’auto elettrica registra progetti per 255 miliardi di euro entro il 2023. La filiera italiana è interessata per 3,5 miliardi.
REALTÀ IN MOVIMENTO - Contemporaneamente è in atto una tendenza alla collaborazione tra le aziende, fino all’acquisizione e alla fusione, in una logica di potenziamento e adeguamento strutturale alle esigenze imposte dalle sfide da affrontare. In particolare si stanno dimostrando interessanti e appetibili le nuove aziende innovative che propongono soluzioni originali. Lo studio sottolinea come nel solo 2018 le operazioni di accorpamento sono state 224 per un ammontare complessivo 64 miliardi di euro.