MENO SPESE - Avrà un impatto significativo sui conti la nuova strategia messa a punto dalla Ford, che pensa di ottenere enormi risparmi “tagliando” il numero di piattaforme a disposizione per auto, furgoni e pick-up venduti in tutto il mondo: dalle nove attuali è previsto infatti che ne rimangano solo cinque. Lo ha rivelato il responsabile della Ford per lo sviluppo e gli acquisti, Hau Thai-Tang, che ha tracciato i confini della nuova strategia e rivelato che la casa americana conta di risparmiare fino a 7 miliardi di dollari in studi di ingegneria e sviluppo, oltre ad accorciare del 20% i tempi necessari per la progettazione completa di un nuovo modello e a ridurre fra il 20% e il 40% i costi della parte ingegneristica.
PIATTAFORME ADATTABILI - I risparmi che si aspetta la Ford scaturiscono dal fatto che le nuove basi costruttive saranno altamente modulari, quindi adattabili con poche modifiche per vetture di lunghezza e categoria diverse. Tutti i grandi costruttori adottano ormai da anni questa strategia e la Ford la vuole rendere ancora più efficace. Stando alle indiscrezioni le cinque piattaforme saranno a trazione anteriore/integrale con carrozzeria autoportante, a trazione posteriore/integrale con carrozzeria autoportante, a trazione posteriore/integrale con telaio separato dalla carrozzeria, con carrozzeria autoportante per i furgoni e una piattaforma specifica per i modelli elettrici. La Ford ritene che queste cinque basi meccaniche possano bastare per tutti i modelli venduti nel mondo, dalle berline piccole e compatte in Europa alle suv, fuoristrada e pick-up tanto apprezzati negli Stati Uniti, che avranno un ruolo sempre più importante nella gamma della casa americana, soprattutto negli Usa, dove progressivamente saranno abbandonate le berline tradizionali in favore di suv e crossover (qui per saperne di più).
ONE FORD - La strategia di riduzione delle piattaforme in casa Ford iniziò con l’arrivo di Alan Mullally alla guida della casa di Dearborn, che nel 2006 era sull’orlo della bancarotta. Con la strategia denominata “One Ford”, Mullally avviò una profonda ristrutturazione del colosso americano evitandogli il fallimento (come invece accadde a GM e Chrysler nel 2008-9). Oltre a liberarsi di altri marchi automobilistici improduttivi, la strategia era basata appunto su una drastica riduzione delle basi meccaniche per minimizzare i costi di sviluppo.