LENTO DECLINO - Da molto tempo ormai è sotto accusa perché viene considerato uno dei maggiori colpevoli dell’inquinamento atmosferico. E anche se è stato dimostrato che per quanto concerne le emissioni di CO2 questo carburante non è certo il principale imputato, anzi, per il gasolio è iniziato il lento ma inesorabile declino. Eppure per molti anni per prezzo e resa meccanica è stato considerato il numero uno delle strade. Il miglior motore per fare tanti, tantissimi chilometri. E fino a pochi anni fa oltre la metà del parco auto, in Italia, era alimentato dal gasolio. Ma come abbiamo scritto le auto diesel sono ora sul banco dei grandi imputati ed il propulsore a gasolio viene progressivamente abbandonato al suo destino. Anche dalle stesse case automobilistiche che in parecchi casi lo hanno tolto, o lo stanno togliendo, dalla loro offerta.
CONSULTAZIONE - Così scorrendo gli ultimi dati solo il 39% del parco auto va a gasolio contro il 44% delle vetture a benzina, il 7% del Gpl e il 5% delle ibride. Insomma si sta chiudendo un’epoca e il colpo di grazia potrebbe, forse, arrivare dall'esito della consultazione pubblica voluta dal ministero dell'Ambiente. Il ministro Costa ha infatti annunciato in questi giorni la nuova mossa ecologica del governo: il progressivo allineamento delle accise che pesano sul gasolio a quelle più alte oggi della benzina. E se alla fine della consultazione (fine prevista entro agosto) ci sarà “pollice verso” verso il diesel, si procederà con l'inserimento nella Legge di Bilancio di un meccanismo automatico di rincaro delle accise che potrebbe terminare nel 2030. Una dilazione voluta per non danneggiare eccessivamente il mercato e i proprietari nei prossimi anni.
VANTAGGI PER LO STATO - A titolo di cronaca, le accise sul gasolio oggi sono pari 0,617 euro al litro contro contro 0,728 euro della benzina. Complessivamente, stando alle previsioni, il cambio di direzione che includerà contestualmente una serie di sussidi riservati alle alimentazioni non inquinanti frutterà alle casse dello Stato circa 5 miliardi di euro. Secondo il ministro Costa, si tratta di una grande occasione di partecipazione perché tutti i cittadini potranno contribuire attivamente alle consultazioni che per l’appunto si chiuderanno a fine agosto. Ma dall’altro lato della barricata c’è anche chi dice “no" alla iniziativa del Ministero. Perché, tanto per fare un esempio, equiparare le accise tra benzina e gasolio significherebbe condannare a morte migliaia di aziende già in ginocchio a causa dell’economia di coronavirus.