NOTA POSITIVA - Domani a Grugliasco, nella cintura torinese, il presidente della Fiat John Elkan e l’amministratore delegato Sergio Marchionne inaugureranno il ristrutturato impianto ex Bertone sede della produzione della nuova Maserati Quattroporte e della Maserati Ghibli. Pur non essendo un nuovo stabilimento ma il recupero di quello che in passato ha visto uscire molte vetture firmate “by Bertone”, si tratta di un evento importante, per più ragioni.
INIZIATIVA ANTICRISI – È rilevante il fatto che un’operazione di recupero - per la quale è stato investito un miliardo di euro - arrivi alla sua concretizzazione in una fase come quella attuale, in cui all’ordine del giorno ci sono notizie di difficoltà e “tagli”, non soltanto e non tanto in Italia ma in tutta Europa. La cosa è importante per l’area torinese e il suo settore industriale legato all’automobile, sfiancato da tanti anni di crisi e chiusure, ma non solo. Gli addetti della fabbrica di Grugliasco sono un migliaio, di cui 500 già al lavoro e altrettanti in cassa integrazione in attesa dell’avvio della piena produzione (previsto per novembre).
Nelle due foto in alto la nuova Quattroporte.
TAPPA GLOBALE – Il riutilizzo della fabbrica ex Bertone è avvenimento di rilievo perché in sostanza è il primo elemento concreto della strategia della Fiat per i prossimi anni; una strategia che ha valenza duplice: per il gruppo Fiat e per l’Italia. La chiave per le due letture del programma è la stessa: rilanciare e potenziare in Italia una produzione di gamma più alta di quella tradizionale, che puntando sull’eccellenza della tradizione italiana nel settore delle auto di prestigio, con identità sportiva, trovino sbocco commerciale in un mercato globale, cioè in tutto il mondo, a cominciare dagli Stati Uniti.
E POI L’ALFA ROMEO – Il marchio Maserati ha tutte le caratteristiche per essere una pedina determinante in questa operazione ma non da meno e per certi versi ancora più importante ciò che sarà e farà l’Alfa Romeo, l’altra pedina di questo disegno strategico. Le prossime tappe per l’Alfa Romeo sono state indicate pochi giorni fa da Sergio Marchionne in un’intervista negli Stati Uniti, quando ha ribadito con determinazione che entro quest’anno ci sarà il ritorno dell’Alfa Romeo sul mercato americano, con il lancio della sportiva 4C.
Nel disegno qui sopra una nostra interpretazione della Maserati Ghibli, sorellina minore della Quattroporte il cui debutto è previsto a settembre 2013 al Salone di Francoforte.
LA GOLDEN SHARE 4C – Sia pure di diversa caratura tecnica, l'Alfa Romeo 4C evoca la coppia di sportive 8C coupé e spider, che hanno riscosso un successo formidabile tra appassionati nel mondo, che vi hanno visto la continuazione della migliore tradizione italiana nella qualità motoristica e del design sportivo. Per le similitudini stilistiche la 4C ha l’ambizione di collegarsi a quel successo, riprendendolo e sviluppandolo su numeri di ben altra entità (l’Alfa Romeo 8C è stata prodotta in qualche centinaia di esemplari).
I NUOVI MODELLI – Dopo la coupé 4C sarà la volta di una berlina Alfa Romeo di grandi dimensioni, realizzata sulla stessa base su cui è prevista la Maserati Ghibli, quindi ci sarà la nuova Alfa Romeo Giulia, berlina e station wagon, di dimensioni medie e la cui produzione è prevista dello stabilimento di Cassino. A completare il rinnovamento e potenziamento della gamma, indispensabile per pensare a un qualsiasi rilancio del marchio, nel 2015 arriverà poi la spider erede della Duetto. Come annunciato poco tempo fa, il modello sarà prodotto dalla Mazda in Giappone, e per i destini Alfa Romeo sarà determinante lo stile, che dovrà essere talmente forte e caratterizzante da far percepire come italiana quella vettura costruita sulle rive dell’Oceano Pacifico. Lo stesso anno sarà anche la volta della Alfa Romeo suv.
Il prototipo dell'Alfa Romeo 4C.
LA CARTA ITALIAN STYLE – Su questa base la strategia del gruppo Fiat punta a portare l’Alfa Romeo su livelli produttivi e di vendita molto importanti, pari a tre volte le vendite attuali (nell’Europa occidentale nel 2012 sono state immatricolate 88 mila Alfa Romeo). Un piano dunque ambizioso ma anche fondato su un’idea concreta che non ci sono ragioni di mettere in discussione: le auto italiane nel mondo sono apprezzate per il design e per la sportività. Facendo leva su questo aspetto si possono vendere e trattandosi di modelli di gamma medio alta anche la redditività prevedibile è elevata.
SPERANDO – C’è chi ricorda che già altre due volte Sergio Marchionne ha programmato obiettivi nell’ordine delle 300 mila Alfa Romeo vendute in un anno nel mondo, senza minimamente avvicinarsi mai a questo obiettivo, ma anzi dovendo annunciare più volte rinvii dell’avvio delle vendite negli Usa. È comunque vero che in questo caso il programma appare più organico. Ed essendoci in ballo le prospettive del gruppo Fiat in Italia, non c’è che da sperare nella sua riuscita.