AZIONI VIRTUOSE - In Borsa le azioni del gruppo FCA stanno realizzando ottime performance. A fine pomeriggio a Piazza Affari, erano quotate 13,38 euro, pari al oltre il 5% più del giorno prima. A Wall Street, a fine mattinata, la quotazione era di 15,19 dollari, cioè in aumento del 4,51%. Un trend quindi forte e diffuso. A imprimere tale spinta al rialzo è stata una dichiarazione di Robert Peugeot (uomo di punta della famiglia azionista del gruppo PSA) il quale ha detto che dopo aver sostenuto l’acquisizione della Opel, sarebbe senz’altro ben disposto a fare la stessa cosa in altre operazioni di fusioni con altri costruttori. In molti hanno interpretato le parole di Robert Peugeot come una implicita ammissione di un interesse concreto per il gruppo FCA, di cui peraltro si parla da tempo.
VOCE INSISTENTE. AUTOREVOLMENTE - Ancora recentemente non erano mancate autorevoli ammissioni in tal senso, come quella dell’amministratore delegato della PSA, Carlos Tavares, che aveva confermato la validità dell’ipotesi, anche se aveva precisato che però non c’era alcuna trattativa in atto. E d’altra parte le indiscrezioni internazionali parlano di interessi PSA non solo per la FCA ma anche per altre case, dalla Jaguar Land Rover fino addirittura alla General Motors. Tutto ciò sempre in una logica che comprende le ipotesi di acquisizione come quelle di fusione o comunque di stretti imparentamenti.
ELEMENTI DI COMPLEMENTARIETÀ - A dare forza all’ipotesi di accordo PSA-FCA c’è il quadro delle rispettive zone di influenza. Da un lato i marchi PSA, Peugeot, Citroën, DS e Opel, stanno andando bene in Europa, dall’altro il gruppo FCA opera robustamente in Nord America, e in particolarmente detiene il marchio Jeep che ha un quadro di azione globale. Oltre che a questa considerazione di mercato, la vicenda si presta a tante altre considerazioni. C’è per esempio chi sottolinea che al gruppo FCA farebbe comodo il know how della PSA in materia di veicoli elettrici. Altro possibile tema di analisi è il fatto che un elemento importante dell’assetto del gruppo PSA è la presenza nell’azionariato di governo del capitale statale francese e di quello della cinese Dongfeng. Una realtà che potrebbe incontrare la contrarietà del pensiero dominante oggi negli Usa, basato sul forte spirito nazionale. Dire se e quando queste voci e speculazioni troveranno conferma concreta è impossibile. Si tratta infatti di vicende che quando si verificano sono avvolte dal segreto totale sino al raggiungimento dell’accordo finale. Non resta perciò che attendere per vedere.