IN ATTESA DI UNA RISPOSTA - Quando arriveranno gli incentivi 2022 per il settore dell’auto? E di che cifre si parla? Gli addetti ai lavori attendevano da Palazzo Chigi una risposta, o quantomeno un primo segnale, già oggi, ma pare che il governo darà la precedenza al rincaro delle bollette e ai nuovi ristori per le attività colpite dalle restrizioni anti Covid.
ORA TOCCA ALL’AUTO - Secondo quanto riportato nell’edizione odierna del quotidiano Milano Finanza, però, sarà proprio l’auto il prossimo comparto a ricevere il sostegno del governo, pronto a iniettare 450 milioni di euro nel serbatoio dei "vecchi" fondi per l’acquisto di vetture con emissioni di CO2 fino a 135 g/km. La platea dei veicoli, quindi, non include solo modelli elettrici o ibridi ricaricabili, ma più in generale quelli a basso impatto ambientale, purché abbiano un prezzo di listino inferiore a 40.000 euro. Questa somma, a quanto pare, dovrebbe essere integrata con i 32 milioni del fondo sull’usato Euro 6, rimasti nelle casse del ministero dello Sviluppo economico il 31 dicembre 2021 con la scadenza di quell’iniziativa.
NON SARÀ UNA MISURA DI AMPIO RESPIRO - La partita ora ruota tutta intorno alla distribuzione delle risorse e, quindi, si gioca sull’assegnazione delle somme a ciascuna fascia di emissioni inquinanti, sull’entità dei singoli sussidi, sui limiti di prezzo delle auto che rientrano nel bonus e, naturalmente, sugli eventuali sconti a cui saranno obbligate le concessionarie. Sulla durata del provvedimento, invece, pare scontato che la misura avrà un orizzonte annuale e scadrà quindi il 31 dicembre 2022, con risorse che certamente non saranno sufficienti a coprire la domanda fino a quella data ma che, comunque, saranno rifinanziabili volta per volta in base alle disponibilità e alle decisioni del governo.
IL MERCATO NON PUÒ ATTENDERE - Che i contributi sono in arrivo l’ha più volte ripetuto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, al quale qualche giorno fa ha fatto eco pure il suo vice, Gilberto Pichetto, che ha posto l’attenzione su una necessità evidenziata anche dal presidente della Confindustria, Carlo Bonomi, e dal presidente di Stellantis, John Elkann. I tempi, però, stringono, e a pagarne le conseguenze, ancora una volta, rischia di essere il mercato dell’auto, per il quale senza un intervento da parte del governo si prospetta un gennaio da incubo.