STAVOLTA CAMBIA IL MECCANISMO - Pare proprio che gli
incentivi per il rinnovo del parco circolante (prima pubblico e poi privato) verranno riproposti (qui la
news), con il duplice scopo di migliorare l'impatto ambientale (l'età media dei mezzi pubblici è di circa 13 anni, e quasi la metà delle
auto private supera i 10) e di ridare linfa a un settore da tempo in difficoltà. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, lo scopo è fare piazza pulita degli Euro 0, 1 e 2, “inserendo strumenti che possano permettere il rinnovo”: parola di Ministro Lupi, preposto alle Infrastrutture e Trasporti. Per i mezzi privati, invece, si pensa a “strumenti diversi dagli incentivi classici, sul modello della defiscalizzazione degli edifici”.
BENE, MA CON QUALCHE DISTINGUO - Ben vengano gli interventi in grado di impattare positivamente su un settore, quello dell'auto, che in Italia dà lavoro a più di un milione di persone, conta per il 12% del Pil e partecipa per il 17% delle entrate fiscali complessive. Tra le voci critiche, tuttavia, c'è quella di Federauto, l'associazione di categoria dei concessionari italiani che, per bocca del Presidente Filippo Pavan Bernacchi, commenta: “Va benissimo per i ‘clienti azienda’, ovvero le partite Iva, avvezzi agli strumenti della deducibilità e detraibilità. A nostro avviso però, come spiegato in tutte le sedi istituzionali, non funzionerebbe con i privati”.
SOMMERSO - “A differenza dell'edilizia, nel nostro comparto non c'è un sommerso da far emergere, motivo per il quale quei provvedimenti erano stati concepiti per i privati”: così conclude Federauto, la cui proposta alternativa prevede che il cliente che acquista un autoveicolo si veda riconoscere uno sconto immediato, “soprattutto perché il primo problema che una famiglia deve affrontare è la crisi di liquidità”. In altri termini, si invoca il contributo a fondo perso da parte del Governo, vale a dire il sistema scartato in partenza dal Ministro Lupi: un modo per rinvigorire il mercato, ma anche per evitare che le case pratichino politiche di scontistica aggressive per incrementare i volumi, dal momento che queste finirebbero per ricadere, in buona parte, sui concessionari.