I NUMERI - Il 2020 è destinato a restare alla storia come l’anno del lockdown, quello in cui le misure restrittive applicate dal governo hanno spinto molti a modificare le proprie abitudini, comprese quelle negli spostamenti che hanno dovuto essere ridotti al minimo per un certo periodo. Nonostante questo, il numero delle vittime da incidenti stradali ha registrato numeri importanti, addirittura in crescita rispetto all’anno precedente. A mettere in evidenza la situazione è l’ultimo rapporto stilato da ACI, in collaborazione con l’ISTAT.
CRESCONO LE VITTIME DELLA STRADA - Nel 2020 sono stati 118.298 gli incidenti in cui le persone coinvolte hanno riportato lesioni. Analizzando la situazione ancora più nel dettaglio si sono registrati 2.395 decessi e 159.248 feriti. Numeri tutt’altro che da sottovalutare, soprattutto perché si sono registrati in un periodo in cui per diversi mesi gli italiani sono stati invitati a restare in casa. La media giornaliera è stata infatti di 324 incidenti, 6,5 morti e 436 feriti.
LE CITTÀ - Guardando alla situazione nelle varie città sono diciassette le province (su 107) in cui il numero dei morti è aumentato. Gli unici dati positivi arrivano da Oristano e Sud Sardegna dove le vittime sono diminuite. Questi i numeri nel dettaglio: Oristano (+140%; 12 morti nel 2020, 5 nel 2019), Barletta-Andria-Trani (+120%; 22 morti nel 2020, 10 nel 2019) e Sud Sardegna (+76,5%; 30 morti nel 2020, 17 nel 2019).
AOSTA ISOLA FELICE - Ma c’è anche una città in cui nell’arco dei dodici mesi non c’è stato alcun morto per incidente stradale: Aosta. È invece diminuito in maniera rilevante il numero dei morti in diverse città. Basti pensare a Vibo Valentia -77,8% (2 morti nel 2020, 9 nel 2019), Gorizia -70% (3 morti nel 2020, 10 nel 2019) e Trieste -66,7% (5 morti nel 2020, 15 nel 2019). Un decremento rilevante si è invece rilevato a Milano (-32 morti), Venezia (-31), Padova (-28), Roma (-27), e Torino (-26) le province dove sono state risparmiate più vite umane. Tra i Comuni capoluogo oltre a Roma (-27 come per la provincia), Ravenna (-14), Torino (-12), Cesena (-12).
L’INDICE DI MORTALITÀ - L’indice di mortalità (numero di morti per 100 incidenti) è risultato però addirittura più del doppio rispetto al valore medio nazionale (2,02) in sedici province. I numeri più preoccupanti si sono registrati in Sud Sardegna (7,8), Campobasso (6,8), Isernia (6,1), Oristano (5,8), Nuoro (5,8). Ma ci sono anche città come Gorizia, Milano, Genova, Savona, Prato, Rimini, Trieste in cui le persone coinvolte in incidenti non hanno riscontrato gravi conseguenze. Nonostante il lockdown abbia comportato una modifica nelle abitudini di gran parte degli italiani, non sono mancate le vittime relative a quella che viene definita “mobilità dolce” (è il caso di chi circola a piedi, in bicicletta o con i monopattini).
INCIDENTI E COSTI SOCIALI - Un incidente con gravi conseguenze per le persone coinvolte comporta inevitabilmente anche costi sociali per la località in cui questo si verifica. Questi sono ovviamente maggiori nelle città più importanti del nostro Paese, ovvero Roma e Milano, 945 e 631 milioni di euro. A queste seguono Napoli e Torino e con 377 e 370 milioni. La spesa risulta essere però più elevata a Piacenza, Livorno e Genova in rapporto alla popolazione, pari a 328, 317 e 315 euro per abitante.