ULTIMI MESI - Avrà conseguenze di un certo spessore il piano di riorganizzazione annunciato oggi dalla Infiniti, che intende ritirarsi dall’Europa a partire da inizio 2020 per investire maggiori risorse in Cina e negli Stati Uniti, aree del mondo in cui il marchio di lusso della Nissan ottiene risultati di vendita assai migliori rispetto al Vecchio Continente. La Infiniti abbandona l’Europa dopo esserci arrivata nel 2008, quando si aspettava di potersi inserire nel redditizio settore delle auto di prestigio, dominato in Europa da Audi, BMW e Mercedes.
VENDITE DIMEZZATE - A distanza di 11 anni dallo “sbarco” in Europa (la Infiniti è stata fondata nel 1989), si può dire però che non è stato centrato l’obiettivo di farsi strada fra costruttori più blasonati: stando alla società di statistica JATO Dynamics, le consegne in Europa sono passate dalle 12.408 del 2017 alle 6.246 del 2018. A metà 2019 verrà fermata la produzione delle compatte Infiniti Q30 e QX30 nell'impianto di Sunderland, nel Regno Unito, mentre dal prossimo anno non verranno più importate la berlina media Q50 e la coupé Q60, la berlina grande Q70 e la suv QX70.
PIÙ SUV PER GLI USA - Il ritiro dall’Europa fa parte di una strategia più ampia, perché la Infiniti ha stabilito di non vendere più auto diesel a partire dal 2021 e di concentrarsi sui mercati in cui è più forte: verranno lanciate nuove suv per gli Stati Uniti e la Cina riceverà cinque nuovi modelli nei prossimi cinque anni. Il costruttore giapponese vuole puntare inoltre sui motori elettrici e ha mostrato lo scorso gennaio il prototipo QX Inspiration, che dà un’idea concreta di cosa aspettarsi per il futuro.