DALLA OPEL A TUTTO IL GRUPPO - Dopo una carriera più che trentennale nel settore automobilistico (con Ford, Volkswagen e infine Renault), Uwe Hochgeschurtz è diventato ceo (chief executive officer) della Opel a metà 2021. Con lui (e insieme ad alcuni colleghi) abbiamo fatto una lunga chiacchierata, proprio alla vigilia di un altro cambiamento: dal primo giugno del 2022, il manager tedesco prenderà il posto di Maxime Picat come responsabile europeo di tutti i marchi del gruppo Stellantis. La sua visione diventa quindi ancora più interessante.
L’ASTRA IN ARRIVO - Unico marchio tedesco del gruppo, la Opel già oggi vanta una gamma interessante, composta da prodotti moderni e in evoluzione. Nei prossimi cinque-sei anni arriveranno un paio di modelli completamente nuovi, e oggi è pronta al debutto l'Astra. La berlina dovrebbe arrivare in Italia a fine giugno (qui il primo contatto) mentre per la wagon Sports Tourer (qui l’articolo di presentazione) si andrà dopo l’estate. Ma su queste date non si può avere la certezza. Oggi, per la produzione, si vive alla giornata, dice Hochgeschurtz, “a causa del Coronavirus, il cui impatto sembra ridotto ma che in realtà influisce ancora sull'attività nostra e dei nostri fornitori, e poi del conflitto in Ucraina, che crea problemi di approvvigionamento di alcuni componenti fondamentali, senza dimenticare la crisi dei semiconduttori. Non ce ne sono abbastanza”. Risultato: la Opel non riesce a sfornare abbastanza auto. La casa tedesca ha il maggior numero di ordini in portafoglio di sempre, anche perché - come del resto capita alla gran parte dei costruttori - i tempi di consegna sono cresciuti a dismisura: per i modelli più richiesti, si parla fino a un anno di attesa. Ogni giorno, rimarca Hochgeschurtz, occorre cercare soluzioni diverse per garantire gli approvvigionamenti a prezzi accessibili, e comunque Stellantis sta lavorando anche per ridurre la dipendenza esterna per i componenti più importanti e delicati. Come le batterie delle auto elettriche, che “saranno prodotte in due stabilimenti della ACC, la società che abbiamo creato insieme alla Total: uno sarà in Francia e uno in Germania”.
ELETTRICO? NON C’È ALTERNATIVA - Il quadro globale così complesso “non facilita la transizione all’auto elettrica”, ma Hochgeschurtz non ha dubbi al proposito. “Ci sono gli stringenti obiettivi sulle emissioni imposti dall'Europa, e ci sono i divieti alla circolazione per i veicoli con motore termico già in programma per gli anni a venire nelle grandi città: questa è la realtà, che impone un cambiamento che andava attuato anche prima, e che sarà realizzabile solo con le vetture a batteria. Noi siamo preparati. Opel ha già oggi 12 versioni elettrificate, a partire dal 2024 tutti i nostri modelli saranno anche ibridi plug-in o elettrici, e dal 2028 la gamma sarà al 100% solo a pila”. E l’idrogeno? Secondo il numero uno di Opel, anche considerando che “probabilmente entro tre-quattro anni le più efficaci batterie allo stato solido saranno pronte per la produzione in serie, le vetture a idrogeno non sono un’alternativa economica, quantomeno entro questo decennio. Viceversa, questa tecnologia è interessante già adesso per i veicoli pesanti e per quelli commerciali (dove l’ingombro e il peso della batteria sarebbe un handicap eccessivo, n.d.r.)”.
INCENTIVI NECESSARI - Il manager difende con decisione anche la scelta di aver bloccato negli scorsi mesi la produzione delle multispazio Opel Combo (oltre che delle Citroën Berlingo e Peugeot Rifter, molto simili) con motori a benzina e diesel, lasciando solo quelle elettriche. Non è prematuro? “No, perché in realtà in questo modo facciamo gli interessi dei clienti. Proponiamo vetture che, oltre a essere ecologiche ed economiche da usare, fra qualche anno avranno un miglior valore alla rivendita.” E la ricarica? Nessun problema? “Sta a chi ci governa, magari anche con il supporto di noi costruttori, creare una rete capillare ed efficace, ovvero composta da colonnine rapide, ad alta potenza. Ma devo dire che i progressi sono quotidiani. Certo, per ora resta il problema del prezzo di queste auto, maggiore rispetto a quelle motore termico. Ma anche qui sono i governi a dover favorire una transizione ecologica con gli incentivi, come quelli previsti in arrivo anche in Italia”. E da qui, sempre secondo Hochgeschurtz, crescerà progressivamente l’offerta di elettriche usate, per poter disporre di un’auto a emissioni zero a costi più abbordabili.
CITYCAR? NO, GRAZIE - In Italia le auto più vendute sono ancora delle citycar, Panda e 500 in primis. Ora che la Opel fa parte dello stesso gruppo della Fiat, che ha grande esperienza al proposito, potrebbe sviluppare uno di questi modelli, sfruttando le sinergie per contenere i costi? La risposta di Hochgeschurtz è negativa. “Il problema è che, soprattutto nei prossimi anni, quando tutte le auto dovranno disporre per legge di una lunga serie di aiuti elettronici alla guida (come la frenata automatica, n.d.r.), il costo di produzione di queste vetture sarà molto simile a quello delle più grandi utilitarie. Chi compra, invece, si aspetta un sostanziale vantaggio nel prezzo per sceglierle. Insomma, sarebbe molto difficile riuscire a venderle guadagnandoci, e quanto meno noi, come Opel, non le vediamo nella nostra gamma. Per chi invece cerca un veicolo davvero maneggevole, economico e a emissioni zero abbiamo la Rocks-e. Un quadriciclo elettrico con 75 km di autonomia guidabile anche dai ragazzi, che concilia mobilità sostenibile e mobilità individuale, con una sicurezza molte volte superiore rispetto a qualunque due ruote.” In Italia, però, la Rocks-e non arriva: in vendita da noi c’è la gemella Citroën Ami.
LE SPORTIVE CONTINUERANNO ESISTERE - Con le auto elettriche ci sono meno elementi a differenziare i vari prodotti. Perché si dovrebbe scegliere una Opel invece di un’altra vettura? Secondo il manager “Perché è un marchio tedesco ben conosciuto, con una tradizione di affidabilità, unita anche a buona capacità di innovazione e, ultimamente, a un design emozionale”. Viene da chiedersi, a questo punto, se la transizione ai veicoli a batteria e alla guida autonoma lascerà che le uniche emozioni siano legate al design, o se ci sarà ancora spazio per la sportività. Qual è il parere di Hochgeschurtz, tenendo conto che la Opel ha una lunga tradizione nelle competizioni e nelle auto grintose, ma abbordabili. “La voglia di competere è innata nell’uomo, e le auto sportive continueranno a esistere. Nelle competizioni, a tutti i livelli, vedremo la transizione che si sta attuando per quelle stradali. Noi abbiamo già creato un trofeo nei rally dove si corre con la Corsa elettrica. E al contempo ci sarà spazio per versioni più grintose, nello stile, certo, ma anche nel piacere di guida e nelle prestazioni.”