MENO VENDITE - Il mercato italiano dell’auto è in calo da sei anni. L’attuale fase di ridimensionamento è iniziata nel 2008. L’anno precedente il totale delle autovetture immatricolate nuove in Italia era stato di 2.494.115 unità, e da allora la discesa è stata continua, fino al consuntivo del 2012 arrivato solo 1.403.028 autovetture immatricolate. Una tendenza diversa diversa l'ha registrata invece il parco circolante, cioè le auto realmente sulle strade. Rispetto al 2011, l’anno scorso c'è stata una lieve diminuzione dello 0,09%, passando da 37.095.959 del 2011 a 37.061.141 unità del 2012. Ma prima di questo leggero ridimensionamento, c’era stata una crescita pressoché continua per decenni, con solo piccoli cali nel 1996 e nel 2004 (rispettivamente dello 0,63% e del lo 0,66%).
CONTRADDIZIONE - L’Osservatorio Autopromotec di Bologna ha condotto uno studio sulle variazioni del parco circolante rilevate dall’Aci negli ultimi anni e ha colto appunto il contrasto tra i dati di immatricolazione, scesi di oltre un milione dal 2007 al 2012, di cui 758 mila unità dal 2008, e il parco circolante, che dal 2008 al 2012 è cresciuto di 986.612 unità, pari al 2,73%, nonostante il citato lieve ridimensionamento del 2012.
PARCO CIRCOLANTE DELLE AUTOVETTURE IN ITALIA |
2008 | 2011 | 2012 | Variz. 08-12 | Variz. 11-12 |
36.074.529 | 37.095.959 | 37.061.141 | 2,73% | - 0,09% |
CRESCITA OVUNQUE - L’analisi dei numeri “storici” porta l’Osservatorio Autopromotec a dire che il più volte evocato fenomeno di “demotorizzazione”, cioè di abbandono e disamore per l’automobile, non trova conferma nei numeri. Lo studio sottolinea anche come la crescita del parco circolante nel periodo 2008-2012 abbia interessato tutte le regioni d’Italia, nessuna esclusa. Nove regioni sono cresciute di un tasso inferiore alla media nazionale (il citato 2,73%) mentre tutte le altre 11 hanno avuto incrementi più forti.
AUTO SEMPRE INTERESSANTE - In sostanza, lo studio mette in evidenza che a pesare è la crisi economica, la quale crea difficoltà a usare l’auto e quindi a comprarla, spingendo anche qualcuno a disfarsene. Ma, essendo impossibile rispondere alle esigenze di mobilità con i mezzi pubblici - e magari anche per tutto ciò che l’auto sa offrire in più nei confronti degli altri mezzi - per il momento non si può parlare di “demotorizzazione” dell’Italia.