UNITE PER PESARE DI PIÙ - Il piano di rilancio del Gruppo Renault (qui per saperne di più) non poteva non riguardare anche il marchio Lada, di proprietà della russa Avtovaz, della quale il costruttore francese possiede il 50%. La “Renaulution” prevede un avvicinamento dei marchi Lada e Dacia (qui il suo piano di rilancio), che confluiranno in un’unica business unit pur rimanendo aziende separate. Il direttore generale di Dacia e Lada, Denis Le Vot, ha spiegato che “Con la creazione della business unit Dacia-Lada, potremo sfruttare meglio la piattaforma modulare CMF-B, rafforzare la nostra efficacia ed incrementare ulteriormente la qualità, la competitività e l’attrattiva dei nostri prodotti”.
QUALITÀ E PREZZO - La Lada detiene il 20% del mercato russo, dove nel 2020 ha consegnato 343.412 auto, ed esporta in 20 Paesi. Nell’unione con la Dacia conserverà la sua connotazione di produttore di auto “toste” pur condividendo la piattaforma CMF-B del Gruppo Renault. Questa razionalizzazione interesserà anche i tipi di carrozzeria, che passeranno dalle 18 di oggi alle 11 a regime, tutte basate sulla CMF-B. I veicoli che nasceranno su questa piattaforma potranno essere dotati di motori ad energia alternativa o ibridi, in modo da seguire l’evoluzione sia delle normative sia dei gusti dei clienti.
NUOVI MODELLI E CATEGORIE - La Lada vedrà l’esordio di quattro nuovi modelli entro il 2025 (vedi schema qui sopra), compresa la nuova generazione dell’iconica Niva, della quale è stato diffuso un primo disegno, ed un modello del cosiddetto segmento C (quello delle compatte). I piani per il due Dacia-Lada sono ambiziosi, con modelli appetibili a un pubblico molto ampio, un costo del lavoro apprezzabilmente inferiore rispetto all’Occidente e un modello di distribuzione leggero e con sconti molto bassi (i prezzi partono da livelli molto competitivi), insieme a queste novità e razionalizzazioni, potrebbero portare i profitti dagli attuali 3 miliardi di euro e 5 miliardi entro il 2025.