LONDRA CONTRO LO SMOG - Il recente annuncio dell'amministrazione londinese di volere creare una Ultra Low Emissions Zone, un'area vietata alle auto più inquinanti, ha riacceso le polemiche sulle politiche di mobilità urbana. Anche perché l'intento della capitale inglese è restrittivo: dal 2020 tutte le auto che non soddisfano i requisiti dell'Unione europea sui gas di scarico Euro 6 diesel e Euro 4 benzina non potranno più circolare in città. Un provvedimento ancora più severo dell'attuale ingresso a pagamento in centro (nella foto in alto un varco di accesso) che non piace a molti. Le contestazioni maggiori riguardano l'iniquità della norma, che favorisce i più ricchi che possono acquistare auto nuove e che esclude dal centro city car e utilitarie a gasolio Euro 5 facendo entrare Suv e ammiraglie Euro 6 che sono più inquinanti.
I DATI CONTESI - I sostenitori provvedimento giustifica la proposta affermando che il trasporto stradale è responsabile dell'80% delle emissioni di polveri sottili e del 50% di quelle di ossidi di azoto. Valori confutati dai contrari alla chiusura del centro che affermano che non esistono dati sul contributo delle auto sul rilascio di ossidi d'azoto e che il particolato veicolare è per il 50% dovuto al consumo di freni e gomme e non al “fumo” dello scarico. Inoltre, di tutto il PM10 emesso dai trasporti, solo il 17% è a carico delle auto, mentre il resto è dovuto a taxi (34%), furgoni (26%), camion (11%) e autobus (8%).
L'EUROPA CAR FREE - Quella di Londra è solo l'ultima delle proposte verso l'allontanamento delle auto dalle città. Dalla prima strada chiusa al traffico nel 1953 a Lijnbaan, un distretto commerciale di Rotterdam, le politiche per “liberare” i centri urbani dai veicoli si sono intensificate. Se in Svizzera le piccole località montane di Zermatt e Wengen sono vietate alle vetture, nelle grandi città d'Europa si iniziano a vedere interi quartieri privi di traffico. Zone “car free”, dove si può circolare solo con mezzi pubblici o in bici, esistono da diversi anni a Vienna, Amsterdam, Edimburgo, Malmo e nella stessa Londra. A Friburgo, in Germania, ad essere “car free” è più di un quartiere, compreso quello di Vauban che, con i suoi 6.000 abitanti, è considerata l'area più grande d'Europa senz'auto. Un elenco incompleto al quale andrebbero aggiunte le numerose zone a traffico limitato e con accesso a pagamento, come quelle di Stoccolma e della già citata Londra.
LE SCELTE ITALIANE - Il processo di estromissione delle auto dai centri urbani in Italia è iniziato nel 1980, quando a Roma la giunta comunale ha approvato la prima isola pedonale d'Italia, quella intorno al Colosseo. Da allora le auto sono sparite da Piazza Navona a Roma, da Piazza del Duomo a Milano e da numerose altre aree centrali. Nel contempo sono aumentate le ZTL ed è arrivata la prima area con accesso a pagamento, l'Area C di Milano. E il futuro sembra avviato per il rafforzamento delle politiche “anti-auto”, a cominciare da Milano che ha già approvato le norme che estendono, dal 1 gennaio 2017, il divieto d'ingresso all'Area C ai diesel Euro 4 privi di FAP ed eliminano l'esenzione al pagamento del ticket a ibride e auto a Gpl e metano. Ancora più radicali le volontà delle giunte di Roma e Firenze che vorrebbero limitare la circolazione nelle aree centrali alle sole auto elettriche. Un futuro che sembra ineluttabile considerato che la stessa Comunità europea ha pubblicato un piano di intenti che propone l'esclusione dai centri cittadini delle auto tradizionali entro il 2050.