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Lotta antitrust in Cina. A danno degli stranieri?

24 agosto 2014

La Commissione cinese che si occupa di lotta ai monopoli sta elevando pesanti sanzioni ai costruttori di auto stranieri.

Lotta antitrust in Cina. A danno degli stranieri?
INQUIETUDINI CINESI - Per l’industria dell’automobile, quest’anno il mese d’agosto è stato un po’ meno soporoso del solito. A mettere agitazione sono state le notizie provenienti dalla Cina a proposito dell’attività delle autorità competenti in materia di controllo e repressione delle attività di cartello in materia di prezzi. Al centro dell’attenzione ci sono i listini, delle auto e soprattutto dei pezzi di ricambio e dei servizi. 
 
OPERAZIONE A VASTO RAGGIO - La questione è di grande dimensioni e si può dire che investa tutto il settore. Ai primi di agosto la Commissione nazionale per le riforme e lo sviluppo (che tra le altre cose si occupa di vigilanza antimonopoli) ha reso noto di avere in corso da mesi un’ampia indagine in proposito, parlando del coinvolgimento di circa un migliaio di aziende: case costruttrici, concessionarie, aziende della componentistica.
 
CONCESSIONARI - E alle notizie imprecise sono poi seguite quelle concrete relative a pesanti sanzioni economiche. Quattro concessionari BMW della provincia di Hubei si sono visti comminare una sanzione dell’equivalente di 200 mila euro ciascuno; in questo caso la motivazione è stata l’intesa tra le aziende a proposito dei costi delle operazioni di messa in strada e per informazioni al pubblico non veritiere.
 
L’AUDI PAGA - Poi è stata la volta della rete Audi a essere messa sul banco degli imputati, con una sanzione che sarebbe (la notizia è di stampa) di ben 30 milioni di euro per attività contraria alla logica della libera concorrenza, in questo caso appunto in materia di ricambi. Da notare che l’Audi ha diffuso un comunicato con il quale ha già detto che la società Audi China, (joint venture con la cinese FAW) pagherà la sanzione. 
 
COMPONENTISTI “NIPPO” - A metà mese è quindi anche arrivata la notizia di una mega-sanzione (l’equivalente di 151 milioni di euro) a uno stuolo di dieci aziende giapponesi della componentistica, tra cui si può dire che c’è tutto il Gotha del settore. Intanto si è parlato di sanzioni anche per la Mercedes e la Chrysler, mentre tra le case “indagate” ci sarebbe anche la Jaguar-Land Rover. 
 
TUTTI IN DISCUSSIONE, MA… - Visto il rilievo che il mercato cinese sta ricoprendo per l’intera industria automobilistica mondiale (oltre 18 milioni di veicoli venduti nel 2013, con un aumento del 14%), le iniziative antimonopolistiche delle autorità cinesi assumono notevole rilevanza, tanto che non mancano interpretazioni che fanno risalire le indagini e le sanzioni a motivazioni politiche. Perché è vero che l’ente antimonopoli ha detto che a essere sotto indagine sono sia marchi stranieri che cinesi, ma non c’è dubbio che le conseguenze maggiori sono sofferte dai costruttori esteri, che rischiano infatti di veder ridotti i propri business legati alla Cina.
 
RAGIONI DIVERSE - Sul versante giapponese in ballo ci sono i pessimi rapporti Pechino-Tokyo ancora per la questione delle isole del Pacifico contese dai due paesi. Per quanto concerne le case europee il sospetto è invece che si tratti di un tentativo di crear loro qualche difficoltà volta a favorire i costruttori cinesi, che d’altra parte sono decisamente troppo deboli per poter competere. Come dimostrano i dati di mercato, che evidenziano come gli automobilisti cinesi prediligano le auto straniere (solo il 27% delle immatricolazioni riguarda auto di marche cinese).


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Ritratto di NELLO NERO
25 agosto 2014 - 00:38
1
La Cina è' un grande mercato automobilistico. I listini sono palesemente noti. La verità è' che l'industria automobilistica cinese è veramente scadente come lo sono tutti i prodotti cinesi. La Cina è un vero scoglio commerciale. Il vero monopolio è lo Stato cinese che impone sanzioni letteralmente inventate. E' uno stato monopolista ed arretrato alla vera concorrenza internazionale. I mercanti cinesi sono la peggiore feccia in europa ed andrebbero tutti espulsi. I cinesi non rispendono un euro di quello che introitano in europa. Boicottiamo tutti i prodotti cinesi, boicottiamo il governo cinese. Stato vergognoso.
Ritratto di futurismo
25 agosto 2014 - 01:42
In Europa? Sei sicuro? Guarda che i negozi cinesi come li conosciamo noi esistono quasi solo in Italia...grazie alla politica italiana che ha concesso loro spazio. Le autorità cinesi, infine, fanno quello che hanno sempre fatto tutti: anche i governi italiani hanno fatto di tutto per proteggere mamma Fiat...ricordi? Ps... Anche per me i negozi cinesi non hanno alcun senso e, peggio ancora, fare acquisti da loro!
Ritratto di Strige
25 agosto 2014 - 02:20
Per te non hanno senso i negozi cinesi? e nemmeno fare acquisti? Il mio guardaroba è tutto costituito da vestiario comprato dai cinesi. Mi spieghi perchè devo comprare un jeans 50 euro quando da loro posso comprare lo stesso jeans a 10 euro? E non venirmi a parlare che sfruttano la gente, perchè lo sai pure te che è una bufala. Per poter vendere in europa devi rispettare le leggi, se no chiudi, inoltre i loro prodotti sono marchiati in norma con le leggi europei. Non solo, ma ti dico pure che metà del mio vestiario, comprato dai cinesi, è made in italy. Prova a vedere le marche delle tue mutande, che tu li abbia comprate in fiera, mercatino, negozio o allo spaccio, al 99% sono made in china. Adesso io mi chiedo, chi è il pollo? io che compro dai cinesi, ma ho buona parte prodotti made in italy, oppure te che ti fa ribrezzo i cinesi, ma a casa hai solo il made in cina spendendo 80% in più?
Ritratto di mastica771
25 agosto 2014 - 13:04
Il senso ce l'ha andare dai negozi cinesi, ed è lo stesso senso che ha andare al mc donald's invece che al ristorante a mangiare una pizza o un piatto di spaghetti alle vongole: risparmi rinunciando alla qualità. Per carità ognuno spende i propri soldi come gli pare. Io non sono un nababbo, e spendo quel che posso togliendomi lo sfizio ogni tanto, e quando compro il jeans Meltin Pot o Roy Roger's mi dura 10 volte quello dei cinesi; stesso discorso vale con la ciabatta elettrica della BTicino e quella dei cinesi. Poi tu parli di computer e iphone, ma sei impreciso; essi non sono costruiti nella grande grossa Cina da qualche miliardo di abitanti che noi tutti conosciamo, ma nella Repubblica Democratica Cinese, la cosidetta "altra Cina", meglio nota come Taiwan, ossia un'isoletta che si è separata dalla Repubblica Popolare Cinese una sessantina di anni fa. E' li che hanno sede le varie Asus, Acer, HP ecc... e dove viene assemblato(non costruito) l'Iphone.E chi è nei settori del tessile o anche dell'elettronica, dice che le differenze tra i prodotti made in China (quella originale) e quelli made in Taiwan (molto più vicina al Giappone che alla Cina in questo discorso), la noterebbe anche un bambino. Poi hai ragione quando dici che ci sono anche prodotti "di marca" e più costosi che sono comunque made in China, ma li sta alla poca accortezza nel leggere le etichette. Come anche è vero che c'è roba made in Italy che scarseggia in qualità (vedi Fiat, e lo dico da poco felice possessore di una new Delta, acquistata perchè non avevo i soldi per la Bmw - il discorso è sempre quello). Quanto allo sfruttamento lavorativo, forse è un po' sopra la media qualche ditta europea che produce li, ma le condizioni ti assicuro che sono comunque pessime. Per il discorso dei controlli sui mercati europei ti basta guardare i vari servizi di Iene o Striscia, su prodotti fatti con materiali cancerogeni e marchio CE contraffatto - con la C e la E troppo vicine, che in quel caso indica China Export e non Comunità Europea. Se ti informi un po' vedresti come è semplice acquistare per 20000 euro un container di prodotti made in China e farlo arrivare in Italia. Quella dei prodotti made in italy dai cinesi invece la racconterò alla prossima cena di lavoro per divertire un po' i colleghi...
Ritratto di Strige
25 agosto 2014 - 15:13
Taiwan e china sono due cose diverse e concordo, però non diciamo eresie. Il made in china è solo made in china, punto. Quello che dici te è made in taiwan, CHE E' COMPLETAMENTE DIVERSO. Io ho un pc lenovo, che è una marca cinese, ma se apri un iphone, asus o hp, nei chip leggi made in china e non in made in taiwan. Al massimo a taiwan viene fatto l'assemblaggio, ma se un chip è marchiato china poco cambia, da li viene. Sui pantaloni ti dico che a me le cinesate mi durano in media 4-5 anni, poi li cambio perchè mi stufo e voglio cambiarli (e li dono a chi non ha niente), io ho fatto un esempio di un pantalone di jeans di 50 euro, dove il risparmio è esiguo, ma se prendi jeans che costano 100-150 euro, con un jeans chinese che costa 10 euro e lo cambi ogni anno, il risparmio è comunque assicurato. Puoi cambiare ogni anno un jeans e per 15 anni sei a posto. Sul contraffazione è tutto un problema italiano. A padova ha chiuso centro ingrosso cinese che non faceva scontrini. Tutti lo sapevano ma nessuno ha fatto nulla. Non solo, ma i commercianti padovani, compravano dai cinesi a 5-10 euro e rivendevano il medesimo capo a 100-200 euro (sgamati dall'etichetta con P.iva del centro ingrosso.)
Ritratto di mastica771
25 agosto 2014 - 23:53
Se apri davvero il tuo lenovo vedrai che molto probabilmente hai uno schermo samsung prodotto in corea (quasi tutti gli schermi pc sono prodotti da samsung), un processore made in Usa che sia amd o intel (forse l'intel anche made in ireland), una scheda video made in usa che sia ati radeon (quindi amd) o nvidia e un bell'hard disk western digital made in usa tutto economicamente assemblato in cina.inoltre dovresti sapere che il chip come lo chiami tu dell'iphone è made in florida come la maggior parte dei componenti che poi sono assemblati a Taiwan. Del tuo lenovo avrai batteria e scocca made in china, e sicuramente la differenza con le scocche di asus acer e hp ci sarà, anche se poco rilevante. A tal proposito agggiungo di guardare come sono fatte le scocche dei macbook. Quanto ai jeans la durata dipende dall'utilizzo che ognuno ne fa. sarà che sono un gran consumatore di jeans ma a me onestamente un paio di jeans cinesi non sono durati 1 anno usati per lavoro, mentre un vecchio roy Roger's usato prima normalmente e poi riciclato per lavoro perché ormai demodé saranno 10 11 anni che tira avanti. Per 50 euro poi si riesce a trovare diverso materiale fatto in Spagna, Turchia e qualche scarso made in italy(comunque migliore dei prodotti cinesi).Quanto alla confusione del made in china con taiwan sono d'accordo che l'etichetta parla chiaro ma io mi riferisco alle voci di corridoio e ai sentito dire.esempio: viene fuori la notizia che l'iphone viene assemblato(e ribadisco non prodotto) nella repubblica democratica cinese (nome ufficiale di taiwan che compare talvolta nelle famose etichette) e la gente si indigna perché pensa alla cina più grossa. perché non sanno che la DRC è diversa dalla PRC. Se in italia fossimo nazionalisti (a livello politico) e rigidi i negozi cinesi dove compri i jeans a 10 euro chiuderebbero uno dopo l'altro. Ma questa è una cosa che come dimostra l'articolo è in grado di fare un popolo con una storia e un'identità millenaria come i cinesi, non un popolo come noi unito con la forza appena 150 anni fa, e che oggi è l'apoteosi del magna magna, malavita politici corrrotti evasioni e appalti truccati...
Ritratto di lucios
27 agosto 2014 - 12:53
4
.....secondo te non rispettare orari di lavoro, far lavorare gente in condizioni non agevoli, condizionare le loro vite (spesso lavorano dove vivono) è una bufala? Mi chiedo, come succede ad un italiano che apre un'attività che lo controllano ai raggi x (innanzitutto su come ha preso i soldi per aprirla), se lo stesso accade per gli stranieri che operano in italia?
Ritratto di futurismo
25 agosto 2014 - 01:43
In Europa? Sei sicuro? Guarda che i negozi cinesi come li conosciamo noi esistono quasi solo in Italia...grazie alla politica italiana che ha concesso loro spazio. Le autorità cinesi, infine, fanno quello che hanno sempre fatto tutti: anche i governi italiani hanno fatto di tutto per proteggere mamma Fiat...ricordi? Ps... Anche per me i negozi cinesi non hanno alcun senso e, peggio ancora, fare acquisti da loro!
Ritratto di futurismo
25 agosto 2014 - 01:43
In Europa? Sei sicuro? Guarda che i negozi cinesi come li conosciamo noi esistono quasi solo in Italia...grazie alla politica italiana che ha concesso loro spazio. Le autorità cinesi, infine, fanno quello che hanno sempre fatto tutti: anche i governi italiani hanno fatto di tutto per proteggere mamma Fiat...ricordi? Ps... Anche per me i negozi cinesi non hanno alcun senso e, peggio ancora, fare acquisti da loro!
Ritratto di Strige
25 agosto 2014 - 02:22
Ecco bravo boicotta il made in china, poi mi dici cosa ti rimane in casa. Il 90% degli elettrodomestici è cinese. Persino il tuo computer o l'iphone è cinese, i pezzi della tua auto sono cinesi, i tuoi vestiti, il tuo televisore, persino alcuni prodotti per la costruzione della casa sono cinesi. Per non parlare del cibo.....se ci riesci a boicottare la cina, sei un campione.
Ritratto di mastica771
26 agosto 2014 - 00:11
Ma dai!!!!ti do ragione su molti prodotti ma sul cibo non scherziamo. Che non mangiamo di qualità ok, ma roba cinese non ne vedo, a meno che le pescherie le macellerie i fruttivendoli e i vari grossi produttori non scrivano menzogne sulle loro etichette.
Ritratto di mastica771
26 agosto 2014 - 00:16
Basta avere pazienza a leggere le etichette e possibilità di spendere di più. Poi chi come me le etichette le legge pure, ma non sempre è disposto a spendere di più comprerà cinese in percentuale maggiore.e dato che quelli come me che non sono disposti a spendere di più, rappresentano la maggior parte della società, i cinesi camperanno alla grande.ovvio non doversi aspettare durate uguali come nel gia discusso caso dei jeans
Ritratto di DaveK1982
25 agosto 2014 - 07:56
7
Condivido quanto detto da strige.
Ritratto di osmica
25 agosto 2014 - 12:26
1) La Cina e' un paese monopolista e arretrato alla vera concorrenta internazionale 2) Boicottiamo tutti i prodotti cinesi! Le perle di saggezza...
Ritratto di Porsche
25 agosto 2014 - 09:37
Chi è il primo costruttore assoluto nel primo semestre 2014 in CINA ? VolksWagen !!! Pechino, il miglior alleato di Berlino, sa chi sono i tedeschi, negli anni ha imparato a conoscerli. Li ha sottovalutati ? E' possibile. Ed oggi vorrebbe aiutare le sue aziende (da notare che sono tutte aziende estere quelle multate), così come ha fatto impropriamente con il settore delle rinnovabili, distruggendo di fatto le aziende europee. Certo in quel caso c'è stato un aiuto diretto con denaro pubblico, ma non è differisce molto da questo caso. Penalizzi la concorrenza in modo tale che aiuti i tuoi. Il consumatore cinese non è così fesso, continuerà a predirigere il prodotti made in germany. Penso che Pechino valuterà altre mosse. In attesa di una risposta da parte di Berlino. (i legami economici fra i due paesi sono troppo forti, ci sarà un intervento ???)
Ritratto di Arcadia
25 agosto 2014 - 11:30
Invece sono tutti sulla stessa barca: Da VAG a TOYOTA. A proposito. Bella la multona da 30 milioni di euro appioppata ad Audi ^__^ Mmmmmh cominciano a starmi simpatici gli stolti cinesi. E poi non capisco. Ma le avete viste quelle carabattole di VW che gli vendono? La Sagitar, la Lavida...sono tremende! Altro che cinesi, le auto cinesi sono molto ma molto meglio!
Ritratto di Porsche
25 agosto 2014 - 11:43
wesker ? Stai bene ?
Ritratto di Arcadia
25 agosto 2014 - 11:35
Ma se la cultura non m'inganna il verbo "comminare" sta per "minacciare" quindi per adesso quei concessionari BMW non hanno dovuto pagare alcuna multa.
Ritratto di Lupo11
25 agosto 2014 - 12:00
2
quindi la multa gliel'hanno data, poi se la pagheranno è un altro discorso. almeno in Italia, dopo una multa si può fare opposizione in giudizio e vedersela revocata, in Cina? chissà...
Ritratto di osmica
25 agosto 2014 - 13:37
Ma da tempo, la stampa, usa quel termine per dire infliggere. Stando alla lingua italia, se hanno comminato, non hanno inflitto alcuna multa.
Ritratto di Lupo11
25 agosto 2014 - 14:27
2
Da operatore del settore ribadisco che comminare significa stabilire, infliggere. Quando si vuole dire minacciare si usa il termine intimare e simili. Ma siete liberi di interpretare come volete. O di usare google.
Ritratto di osmica
25 agosto 2014 - 15:15
Scusa, guardavo il vocabolario della lingua italiana. Cerchero' di farlo piu'.
Ritratto di mastica771
26 agosto 2014 - 00:04
Confermo comminare =minacciare, dopo aver controllato il vocabolario e chiesto delucidazioni a mio fratello avvocato.in particolare lui mi dice che nel settore viene spesso fatto un uso scorretto del termine, soprattutto da non esperti come alcuni giornalisti o dai novellini.questo perché facendo riferimento a una sanzione prevista da una norma si dice che una detrminata legge commina (quindi minaccia/assegna) una determinata sanzione in caso di violazione...e da li il termine per confusione viene utilizzato come sinonimo di infliggere.
Ritratto di mastica771
26 agosto 2014 - 00:04
Confermo comminare =minacciare, dopo aver controllato il vocabolario e chiesto delucidazioni a mio fratello avvocato.in particolare lui mi dice che nel settore viene spesso fatto un uso scorretto del termine, soprattutto da non esperti come alcuni giornalisti o dai novellini.questo perché facendo riferimento a una sanzione prevista da una norma si dice che una detrminata legge commina (quindi minaccia/assegna) una determinata sanzione in caso di violazione...e da li il termine per confusione viene utilizzato come sinonimo di infliggere.
Ritratto di osmica
25 agosto 2014 - 12:31
Non ne vedo il dramma. Se vuoi essere presente sul loro (difficile) mercato, devi sottostare alle loro regole. Cmq e' simpatico leggere sempre gli stessi commenti contro tutti i prodotti cinesi, che sono tutti pessimi. I cinesi sono abilissimi nel produrre e progettare prodotti che "noi" possiamo solo sognare.
Ritratto di Erdadda
25 agosto 2014 - 12:37
1
Purtroppo concordo. Basta pensare 10 anni fa come erano i prodotti cinesi e come li sono oggi. E tra 10 anni? Comunque molti non sanno che il Cel o il pc da cui scrivono è fatto in Cina....
Ritratto di mastica771
25 agosto 2014 - 13:14
e che i pc e i telefoni da cui rispondiamo, non sono made in China ma made in Taiwan (nome ufficiale Repubblica Democratica Cinese) sede di colossi come Asus, Acer e Hp e dove viene assemblato l'iphone con i componenti costruiti in Florida. Al massimo qualcuno ha il pc o telefono made in Corea, o made in Finland...restano poi i pochissimi (in percentuale sul totale) possessori di Huawei...
Ritratto di osmica
25 agosto 2014 - 13:34
Ma va ricordato che i prodotto cinesi spaziano da qualita' molto elevata a qualita' molto bassa. Altra merce non risponde neppure alle normative europee, ma grazie ai pochi controlli, vengono venduti comunque sul nostro mercato. Il bello e' che la "colpa" viene scaricata sui cinesi, i quali trovano in Italia un mercato perfetto per quel tipo di controlli: pochi controlli alla dogana (buona parte di questi prodotti passa presso un solo porto in Italia), pochi controlli in negozio (sia sulla merce, sia controlli fiscalI) e gente che compra qualsiasi cosa senza chiedersi se il prodotto e' almeno sicuro.
Ritratto di mastica771
25 agosto 2014 - 13:59
ma va specificato che il "Made in" indica il posto di assemblaggio, non di produzione dei materiali. e non a caso i prodotti made in China migliori(comunque non parliamo di prodotti top), sono quelli venduti da multinazionali che creano i componenti in stabilimenti vicini e poi procedono all'assemblaggio in Cina; perchè? perchè la costruzione del materiale spesso la fai con un operaio specializzato che controlla il buon funzionamento della macchina che produce. L'assemblaggio richiede maggiore manodopera umana, e li vai di Cina per risparmiare; certo la ragione è anche quella di avere il prodotto finito già sul mercato più redditizio, e non dover importare in uno stato con regole ferree quanto a prodotti in entrata-vedasi l'articolo. Però dai, non mi raccontate che andate nei negozi cinesi e vedete roba di qualità, solo a vederli si vede che valgono due lire. E lo dico per esperienza, c'ho comprato anch'io dai cinesi...
Ritratto di osmica
25 agosto 2014 - 15:20
Concordo in toto. Anch'io compro "dai cinesi" (leggasi prodotti che valgono due lire), ma per prodotti che uso poco e cmq so che la qualita' verosibilmente sara' (molto) bassa. Ma, seppur la plastica e' grezza e i mille "diffetti", alcune volte certi prodotti durano molto di piu' rispetto ad altri. Es. l'accendigas non l'ho cambiato da alcuni anni... (spesa 1€), quando prima compravo prodotti dicasi firmati che funzionavano qualche mese.
Ritratto di onlyroma
27 agosto 2014 - 08:28
Vero e scontato quello che dici. Tutto o quasi è made in Cina,ma sappiamo tutti il motivo. Non è che all'improvviso i cinesi siano diventati maghi elettronici o operai specializzati. Il loro business si basa esclusivamente sul costo del singolo pezzo. Se Apple assemblasse l'iphone in Italia gli costerebbe (numero a caso) 300€ invece assemblarlo in cina costa 100€. I nostri operai europei e anche americani hanno una paga molto più alta della loro con benefici sulla malattia,ferie,e pensione,ecc... Quindi io non dico che non dobbiamo acquistare articoli cinesi,ma mi piacerebbe che tutti i paesi partissero alla pari. Se vuoi costruire in cina ok,ma paghiamo gli oerai allo stesso modo e vediamo la convenienza. Non dimentichiamoci che in cina e come in altri paesi del mondo anche vicino a noi,non hanno le stesse spese per la sicurezza sul lavoro,inquinamento ambientale,rifiuti speciali,ecc... Fino a che Romania,Cina,India,ecc.. avranno questi vantaggi economici la faranno da padroni. Nike sfrutta i bambini per cucire magliette e palloni,pagando stipendi da fame e rivendendo questi prodotti a prezzi stratosferici,siamo noi consumatori occidentali che ce ne freghiamo come al solito
Ritratto di mastica771
25 agosto 2014 - 13:50
I nostri politici hanno tanto da imparare quanto a difesa della nazione e rispetto delle regole. Ma che i cinesi siano abilissimi nel produrre e progettare prodotti che noi possiamo solo sognare, non credo rispecchi la realtà. I cinesi sono abili copiatori dei prodotti occidentali. Non a caso i cinesi dalla caduta dell'impero Mongolo non mi risulta abbiano inventato molto. Sono tornati alla ribalta di recente, copiando i prodotti occidentali e proponendoli a prezzi fuori mercato per le ditte europee, puntanto tutto sui loro punti forti: lavoro e sacrificio(anche un po' forzati considerando le loro blande normative in materia di diritti dei lavoratori). Questo ha significato l'introduzione di prodotti a bassissimo costo, che senza prenderci troppo in giro valgono poco quanto a durata e qualità. Questo non vuol dire che si tratti di una politica sbagliata (eticamente forse si), ma in questo periodo storico mette in difficoltà le ditte europee(specie italiane), che quanto a regole in campo lavorativo da rispettare e tasse sono molto più sotto torchio. Per il discorso che i "poveri" sono sempre di più dei "ricchi", il mercato premia i prodotti low cost cinesi e punisce i prodotti nostrani, che per mantenere uno standard qualitativo, o anche solo per ammortizzare gli elevati costi di mantenimento e produzione, devono continuare a costare di più. In tutto questo discorso contribuisce molto la dilagante ingnoranza sulle differenze tra i prodotti made in China e quelli prodotti nella Repubblica Democratica Cinese meglio nota come Taiwan. Infatti è proprio a Taiwan che vengono prodotti la stragrande maggioranza dei prodotti di elettronica di maggior successo. e la gente pensa che gli ottimi Asus e Acer e Iphone siano il risultato del miglioramento delle produzioni cinesi, quando invece sono prodotti/assemblati a Taiwan. Mio padre ha una ditta di impianti elettrici, li mi sono fatto le ossa, e li ho capito che i prodotti cinesi sono da evitare come la peste. poi chiaro tutto dipende da quanto vuoi spendere. Vuoi spendere poco? eccoti la componentistica cinese, ma non ti lamentare della durata(e ti dirò che l'elettricista ci guadagna anche più a furia di chiamate post-posa)..hai da spendere? vuoi durata e qualità? vai di made in italy. non è mica sbagliato che ci siano prodotti che costino poco. ma è ovvio che non valgono alla stessa maniera. Fai una prova: vai al cinese a comprare 10 lampade a basso consumo, una ciabatta elettrica e una serie di lucine natalizie; poi vai da un grosso rivenditore(non al negozietto che potrebbe avere roba cinese) e compra le stesse cose prodotte in italia (magari qualcosa della Bticino se possibile)....tra un anno mi fai sapere...
Ritratto di osmica
25 agosto 2014 - 15:32
Speso 2€ molti anni fa ad una bancarella. Le uso ogni Natale e estate (attorno al tavolo estivo), sempre e solo all'esterno. Sulla scatola scrive che sono solo per interni. Le uso se non piove. Non hanno un alimentatore e con l'esile cavo non credo sia il must della sicurezza. In sostanza, vengono usate per parecchio tempo. Erano lucine colorate, ma sono quasi bianche (tante ore di funzionamento e tante ore di sole), qualche lucina spezzata (durante la messa in posa), un po' di nastro isolante e le restanti funzionano tutte.
Ritratto di Gino2010
25 agosto 2014 - 13:22
se la cina blocca le importazioni delle auto tedesche,pure se fatte lì,questo costringerà le case tedesche a dare maggiore importanza al mercato europeo.Quindi ora in germania non possono fare spallucce se in italia o francia o spagna non si vendono più le mercedes o le bmw come prima dell'austerity.Il governo tedesco deve valutare se l'austerity gli conviene davvero anche perchè le case giapponesi pure daranno più importanza al mercato europeo ed i loro prezzi sono più competitivi
Ritratto di wesker8719
25 agosto 2014 - 14:42
già che sono fatte li non sono più da considerare importate, se improvvisamente bandissero le auto straniere ci sarebbe una catastrofe a livello lavorativo viste quante auto producono li ,quindi non succederà mai ma queste multe sporadiche si per far capire che loro vogliono leggermente aiutare i loro marchi !!
Ritratto di Ezekiel5it
25 agosto 2014 - 14:22
Tutti pronti a sparare sui cinesi. Ma se non partissimo dal presupposto che loro sono il male? Se invece provassimo a pensare, solo per ipotesi, che i grandi Marche occidentali fossero sbarcati in Cina con l'idea in testa che laggiú potessero fare i loro porci comodi perchè tanto sono un popolo inferiore, sempre secondo loro.
Ritratto di kevin vinny
25 agosto 2014 - 17:20
Io in Cina ci sono stato più volte, a Shanghai, e nel quartiere benestante (benestante, non ricco) dove stavo io, posso affermare che loro non sono un popolo inferiore, anzi, ad esempio, la tecnologia spazia ovunque, e i servizi sono ottimi. Da notare che hanno metro, treni e autobus mille volte più puliti, moderni, efficenti e puntuali dei dei nostri. Per non parlare poi dell' aeroporto... Nelle città cinesi esistono quartieri un pò degradati, quelli del popolo e quelli pieni di straricchi. Poi c'è il centro moderno, ricoperto da più di duemila grattacieli tra i più alti del mondo (la Cina possiede il secondo e terzo grattacielo più maestosi del globo), banche, concessionari e uffiici. Ora parliamo delle auto che hanno loro... dove stato io, giravano molte ''tedesche'' (e auto lussuose) tra cui VolksWagen, BMW, Audi, Mercedes e Porsche. In particolare vedevo ogni giorno Passat, Bora, jetta, serie 5, serie 7, A4, A6, A8, Q7, classe S, CLS, Cayenne, 911...limousine...Bentley...e qualche FIAT Viaggio, ma poche. La Cina è stato l' unico paese in cui ho visto diverse Rolls-Royce e May-Bach (non so se si scrive cosi'). Si vedevano anche molte Cadillac, Jeep, e moltissime Infiniti, Lexus, Nissan e Toyota. E poi, ovviamente, quelle cinesi, ma piuttosto poche. Il mercato delle auto in Cina è in forte crescita. Per questo molte case straniere esportano modelli detinati al mercato cinese. Sono leggermente in disaccordo sulle sanzioni per queste case. In fondo un cinese che dispone di danaro (e non sono pochi in quest' ultimi anni) preferisce di gran lunga spendere qualche migliaio in più per una tedesca o europea, o almeno giapponese piuttosto che per una vettura fabbricata nel suo paese e di scarsa qualità e affidabilità. Si vede che la pensano cosi'...
Ritratto di NELLO NERO
27 agosto 2014 - 01:07
1
La Cina è in assoluto lo stato peggiore perché lo Stato e egemone sui cittadini e pure sul sacro diritto di figliolanza. I prodotti cinesi così come tutte le gomme cinesi sono prodotte con rifiuti industriali inquinanti. I metalli cinesi sono spesso radioattivi. Le città hanno un'aria irrespirabile. Il cibo fa veramente schifo. Le regole dei lavoratori sono calpestate e l'inquinamento più bieco e' tollerato in nome della produzione. Le autovetture cinesi sono dei cessi su 4 ruote. I religiosi buddisti sono schiacciati da decenni. Il Tibet vive in ostaggio. La Cina così come è' adesso fa veramente schifo ed è al di fuori di ogni più elementare regola sociale (figli programmati), ambientale ( città inquinate da produzioni senza controllo dei fumi immessi nell'atmosfera), riutilizzo di prodotti inquinanti. Quanto ai prodotti ed ai loro costi valgono per quello che costano ovvero : una cicca. Chi vuole si tenga la Cina. Io mi tengo la mia Italia e prodotti relativi. Boicottiamo la Cina ed i cinesi che non risplendono un Euro di quello che introitano. La Cina è' un vero tumore economico. Bassi costi bassa qualità! Assenza di democrazia economica e sociale.
Ritratto di Gino2010
27 agosto 2014 - 14:45
le donne cinesi sono anche piuttosto brutte