QUASI DUE ANNI - 23 mesi e 20 giorni. È il lungo periodo di cassa integrazione straordinaria chiesto dalla Sata, la società al 100% Fiat a cui fa capo lo stabilimento di Melfi, in provincia di Potenza. Il lungo periodo fa impressione ma si spiega con le ragioni della “cassa”: non si tratta del purtroppo ricorrente caso di arresto degli impianti per eccesso di produzione invenduta, ma di uno stop per procedere all’allestimento in previsione delle nuove lavorazioni (Jeep) annunciate qualche settimana fa in una solenne cerimonia proprio a Melfi (qui la news).
UN MILIARDI DI LAVORI - I lavori di ristrutturazione produttiva sono quelli annunciati da Marchionne qualche settimana fa e per i quali la Fiat ha investito un miliardo di euro. Nello stabilimento di Melfi lavorano circa 5.500 persone. La cassa integrazione dovrebbe essere a rotazione e i giorni distribuiti su tutti i dipendenti a seconda dell'attività produttiva della linea in funzione (ce ne sono due).
PUNTI DI VISTA - La cosa ha due interpretazioni: c’è chi la saluta come un fatto positivo perché rappresenta l’avvio di un nuovo capitolo per la storia dello stabilimento di Melfi, e chi invece la guarda con preoccupazione perché ritiene che comunque le prospettive non siano trasparenti né convincenti.
I PREOCCUPATI - Emblematiche in tal senso le dichiarazioni di due diverse organizzazioni: la Fiom-Cgil, ha manifestato “forte preoccupazione perchè ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento”. Perciò la Fiom “chiede alla Fiat e alle istituzioni regionali la massima trasparenza nella gestione della cassa integrazione al fine di garantire la rotazione al lavoro di tutti i lavoratori, per impedire come avvenuto a Pomigliano discriminazioni e perdite salariali a danno dei lavoratori”.
GLI OTTIMISTI - Sull’altro versante Leonardo Burmo della Fim offre una visione positiva della situazione: “La fase che si apre - spiega - vedrà sicuramente un 2013 molto complicato per le note vicende legate al mercato dell'auto in particolare in Europa e in Italia, ma l'avvio della ristrutturazione offre allo stabilimento di Melfi prospettive future molto concrete e lo impegna su una dimensione non solo più europea, ma mondiale e questo è l'aspetto più significativo e importante per una rapida uscita dalla crisi e di garanzia per il futuro del lavoro in Sata”.