SONO CALATE, MA NON TROPPO - Il mercato italiano dell’auto ha subito un vero e proprio tracollo nel 2020: complici la chiusura delle concessionarie nel lockdown e la crisi economica, le immatricolazioni si sono ridotte del 27,9% rispetto al 2019 (qui per saperne di più). Ma non tutte le marche hanno subito tale batosta, e alcune sono riuscite a perdere meno rispetto alla media. Fra quelle più diffuse, la Renault ha perso il 24,62% ed è scesa a 85.893 nuove consegne, contro le 113.954 del 2019, mentre la Toyota ha registrato un calo del 21,09%: è passata da 90.168 a 71.148 consegne.
LE PREMIUM ACCUSANO IL COLPO - Il 2020 è stato meno duro della media anche per due marchi di prestigio: l’Audi ha registrato un calo del 22,69%, e ha chiuso l’anno con 49.833 nuove auto targate (erano 64.462 nel 2019); la BMW, con 46.011 nuove immatricolazioni, contro le 58.139 dell’anno precedente, ha subito una contrazione del 20,86%. Anche la Mini, controllata dalla BMW, ha ottenuto risultati discreti, perché le nuove consegne sono state il 23,43% in meno del 2019: 16.586 contro 21.662. Fra i marchi più piccoli, si fa notare il -25,77% della Kia, scesa da 47.762 a 35.454 nuove auto.
LE PIÙ VIRTUOSE - Tuttavia, escludendo i costruttori di lusso e quelli più piccoli, nessuno ha fatto meglio della DS, il marchio di prestigio del Gruppo PSA: è riuscita persino a crescere rispetto al 2019, con un aumento delle immatricolazioni pari al 3,90% (da 4.459 a 4.633). Non sono disprezzabili nemmeno il -7,43% della Skoda, passata da 26.639 a 24.659, e il -12,61% della Suzuki, con 33.455 nuove consegne (erano 38.282 nel 2019), che le hanno consentito di superare Hyundai e Nissan. C'è anche l'italiana DR con il suo -8,36% che le ha permesso di consegnare 3.476 vetture contro le 3.793 di un anno prima. Da segnalare anche il +55,08% della Tesla, con 3.804 immatricolazioni, e il +2,02% della Ferrari, con 505.
DISASTRO OPEL - E ora, dopo aver visto chi se l’è tutto sommato cavata, vediamo chi ha preso “batoste” più serie perdendo più della media del mercato. Fra i marchi principali, spicca il -44,21% della Opel: è passata da 96.570 a 53.880 nuove immatricolazioni. È andata male anche per la Dacia, la quale ha targato 53.407 automobili, il 36,50% in meno rispetto alle 84.104 del 2019. La Hyundai ha perso il 33,70%, chiudendo l’anno a 33.387 consegne (contro le 50.361 dell’anno precedente), mentre la Nissan ha visto “evaporare” il 34,27% delle sue vendite. avendo immatricolato 28.353 auto, circa 15.000 in meno.
I PEGGIORI - Scorrendo la classifica con i risultati dei marchi, balza all’occhio il calo della Jaguar, che ha perso il 56,18%, vale a dire circa 4.500 auto (da 8.065 a 3.534), mentre le vendite della Land Rover si sono ridotte del 31,09%, a 11.319 unità. Il 2020 è stato negativo anche per Mitsubishi, in calo del 48,97% a 4.032 auto (3.900 in meno), e SsangYong, le cui vendite si sono dimezzate: erano 2.304 nel 2019, sono state 1.150 l’anno scorso.
SENZA INFAMIA NE’ LODE - Tanti altri marchi hanno avuto risultati in linea con la media del mercato: la Fiat, il costruttore che vende di più in Italia, ha ceduto il 26,11%, chiudendo l’anno con 211.297 consegne (erano 285.945 nel 2019), mentre la Volkswagen, al secondo posto, ha perso il 27,54%, a 128.152 nuove immatricolazioni (48.000 in meno). La Peugeot ha immatricolato 81.626 nuove auto, il 25,83% in meno, mentre la Ford ha perso il 26,93%, passando da 122.567 a 89.558 nuove consegne.