ANCORA CALO - Le immatricolazioni di auto nuove nel mese di novembre 2018 sono state 146.991, cioè il 6,3% in meno nei confronti del novembre 2017. La sensibile contrazione viene dopo quelle ancora più accentuate dei mesi di settembre (-25,37%) e ottobre (-7,42%). Il bilancio degli undici mesi da gennaio a novembre risente della tendenza in atto ma comunque vede la riduzione delle auto immatricolate (1.785.722) contenuta al 3,5%.
L’ONDA LUNGA DELLE OMOLOGAZIONI - L’analisi di quanto è avvenuto probabilmente deve ancora far riferimento al cambiamento avvenuto a settembre delle normative in materia di standard delle emissioni. Come si ricorderà in quella occasione si è registrato un fortissimo incremento delle immatricolazioni ad agosto 2018, per il fatto che molte case hanno provveduto a immatricolare auto che dal primo settembre non sarebbe stato più possibile immatricolare. Ciò con l’obiettivo di vendere poi quelle auto come “km 0” nei mesi successivi.
AGGIUSTAMENTI STRATEGICI - Quel vero e proprio boom estivo ha dato luogo a consistenti stock da smaltire da parte delle reti di vendita, che evidentemente hanno imposto uno stop negli acquisti in funzione del mercato delle “km 0”. Ciò risalta fortemente nei dati di novembre, con la quota delle auto immatricolate a privati (intesi come persone fisiche) passare dal 57,7% del novembre 2017 al 64,7% di quest’anno. Ciò dopo che già a settembre e ottobre c’era stato un trend analogo. La tendenza ha il suo risvolto nelle statistiche delle immatricolazioni a società e più in particolare nelle cosiddette “autoimmatricolazioni” (appunto quelle dei km 0). Nel confronto con il 2017 a settembre la loro quota è passata dal 21,4% del 2017 al 18,5% di quest’anno; quindi dal 17,8% dell’ottobre 2017 al 12,4% del 2018, e dal 16,8% del novembre 2017 al 12,9% del novembre 2018.
DIESEL IN FORTE CALO - Assieme a questo fenomeno legato alle strategie commerciali delle case, ci sono poi state le conseguenze della crisi di immagine (per non dire altro) delle auto diesel. L’ostracismo dato da molte amministrazioni comunali alle vetture a gasolio ha fatto diminuire fortemente le loro vendite: dalle 89.744 del novembre 2017 alle 66.771 di quest’anno, con una contrazione del 25,6%. Nel periodo degli undici mesi da gennaio a novembre il calo è stato dell’11,9%, mentre le auto a benzina sono aumentate del 5,8% e le ibride sono cresciute del 29,7%.
CHI SALE E CHI SCENDE - Nel quadro delle tendenze generali i risultati delle varie marche presentano segni anche molto diversi. Nell’ambito di quelle che hanno immatricolato almeno mille vetture, in negativo le percentuali più rilevanti sono quelle della Alfa Romeo (-54,02%), Renault (-33,06%), Smart (-24,84%), Nissan (-23,00%), Mini (-21,00%). Sull’altro fronte, quelle delle marche in crescita, ci sono Jaguar (+85%), Dacia (+42,13%), Jeep (+34,31%), Volvo (+20,99%). Si fa notare l’omogeneità sfavorevole per il trio delle tedesche Audi (-14,63%), BMW (-16,45%) e Mercedes (-8,41%).
PANDA LEADER E JEEP REDDITIZIA - La regina del mercato è ancora la Fiat Panda, con 12.366 unità immatricolate nel mese di novembre, contro le 10.821 del novembre 2017 e 113.724 negli undici mesi da gennaio, mentre nel 2017 da gennaio a novembre le Panda immatricolate furono 138.292. Da notare che in casa FCA il buon andamento della Panda si accompagna a quello delle Jeep Renegade (3.610 unità) e Compass (3.093). Proprio il buon andamento dei modelli Jeep, di buona redditività, assieme al fatto che rispetto a ottobre la quota delle immatricolazioni del gruppo è cresciuta dal 23,58% al 24,27% induce il gruppo FCA a ritenere che la strategia di spostamento del baricentro della produzione verso fasce di mercato più proficue stia procedendo positivamente.