COLPA DEI CHIP - Continua il periodo nero del mercato dell’auto in Europa, la cui causa principale, secondo l’associazione dei costruttori Acea, è l’indisponibilità di vetture da consegnare ai clienti per via della crisi dei microprocessori che fa funzionare le fabbriche a singhiozzo. In alcuni paesi come l’Italia ci si mette anche il periodico esaurimento degli incentivi che poi vengono rifinanziati (qui per saperne di più) creando incertezza nei consumatori.
I PRIMI 9 MESI - Secondo i dati diffusi dall’Unrae, a settembre 2021 nel vecchio continente (UE+EFTA+UK) sono state immatricolate 972.723 vetture, con un calo del 25,2% rispetto allo stesso mese del 2020. Il cumulato dei primi nove mesi 2021, pari a 9.161.918 immatricolazioni, segna un lieve recupero del 6,9% sul 2020, ma risulta in flessione del 24,4% considerando il 2019, cioè il periodo pre-Covid.
CRESCONO BEV E PLUG-IN - Nonostante il periodo negativo, a settembre 2021 si è registrata un’impennata della vendita di auto elettriche pure (BEV) e ibride con batteria ricaricabile all’esterno (plug-in). Ad esempio, nel Regno Unito, a fronte di un calo delle immatricolazioni del 34,4% rispetto allo stesso periodo 2020, la quota di mercato delle auto elettriche si è attestata al 15,2%, mentre le ibride plug-in hanno toccato il 6,4%. Discorso analogo in Germania, con immatricolazioni in calo del -25,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma con la quota delle elettriche che ha toccato il 17,1% e quella delle ibride plug-in che è arrivata all’11,6%. In Italia il trend è il medesimo; immatricolazioni in calo, ma la quota di mercato delle elettriche è passata dallo 0,9% del settembre 2019 all’8%, mentre le ibride plug-in sono salite al 5,3% (contro lo 0,6% del settembre 2019).