UNA NUOVA STRATEGIA - La regola fondamentale prima di sostituire i pneumatici usurati è controllare la profondità delle scanalature sul battistrada, ovvero le incisioni che servono per smaltire l'acqua e garantire direzionalità anche se l'asfalto è molto bagnato. In Italia e negli altri paesi europei esiste un limite di legge che impone di cambiare le gomme quando il battistrada raggiunge 1,6 mm (su un pneumatico nuovo è di 7-8 mm), ma è abbastanza diffuso il suggerimento di cambiare pneumatici quando le scanalature scendono sotto i 3 mm. In maniera un po' sorprendente oggi la Michelin sostiene che le prestazioni globali di una gomma rimangono valide anche se la profondità del battistrada è vicina a quella limite. In sintesi il ragionamento della Michelin, che certamente coglierà di sorpresa molte aziende rivali, è questo: con il cliente vogliamo avere un rapporto il più corretto possibile, non gli diciamo di cambiare in anticipo le gomme, primo perché non è necessario visto che le performance e l'efficacia del pneumatico estivo dipendono poco dallo spessore del battistrada, secondo perché provoca un danno ambientale, terzo perché porta a costi ingiustificati per i consumatori. Cambiare le gomme troppo presto, secondo i dati forniti dalla casa francese, porterebbe a ulteriori 128 milioni di pneumatici utilizzati in Europa e quindi 9 milioni di tonnellate di CO2 in più emesse nell'atmosfera con ulteriori e ingiustificati costi per i consumatori di 6 miliardi di euro l'anno.
AFFERMAZIONI PROVATE SUL CAMPO - La Michelin ha dimostrato la validità della sua tesi nel corso di una prova organizzata presso il centro di ricerca e sviluppo a Ladoux, vicino al suo quartier generale di Clermont-Ferrand (Francia). Nel corso di alcuni test (nelle foto e nel video qui sotto) gli ingegneri dell'azienda ci hanno dimostrato che il comportamento dei pneumatici non varia in maniera significativa quando il battistrada è più usurato, a patto che la pressione di gonfiaggio sia corretta e le condizioni generali del pneumatico buone. La Michelin ha organizzato prove di tenuta laterale in curva e di frenata su asfalto asciutto e bagnato. I pneumatici dei test erano suddivisi in due gruppi a seconda del prezzo e delle caratteristiche: quelli “budget”, ovvero i più economici e meno evoluti, e quelli “premium”, più costosi e raffinati sotto il profilo delle tecnologie. I tecnici hanno scelto gomme Michelin e della concorrenza (sempre mascherate per non essere riconoscibili), con l'obiettivo di mostrare che la teoria si applica in maniera generale e senza eccezioni di sorta. Nel test di frenata su bagnato da 60 km/h, ad esempio, i pneumatici usati hanno offerto prestazioni che la Michelin reputa in linea con quelli nuovi: una Citroën C4 con quelli budget si è fermata rispettivamente in 32,7 e 26,4 metri, con quelli premium in 23,7 e 19,6 metri. Lo stesso nella prova di tenuta laterale su asfalto bagnato: quelli budget e quelli premium hanno perso aderenza a circa 57-58 km/h nell’anello di prova.
NUOVI TEST - La Michelin conferisce il merito di questi risultati ai materiali e alle tecnologie impiegati per fabbricare i nuovi pneumatici, capaci di mantenere gli standard elevati anche quando le incisioni sul battistrada non sono della misura ottimale. La teoria della Michelin è basata anche sui risultati di alcuni studi, che smentiscono l’esistenza di una correlazione fra il numero degli incidenti e la profondità degli intagli, purché questi siano di una misura superiore agli 1,6 mm di legge. Da qui la richiesta dell’azienda, che suggerisce nuovi test di valutazione per migliorare i criteri di giudizio disponibili per il cliente: oggi l’etichetta di un pneumatico contiene informazioni sul rumore prodotto in marcia, sul livello di resistenza all’avanzamento e sulla frenata su bagnato, ma secondo la Michelin dovrebbero esserci anche i risultati in condizioni di usura.