LA PRODUZIONE DI MOTORI - Nel primo semestre 2016 in Italia sono stati prodotti 573 mila autoveicoli (auto, veicoli commerciali e camion), vale a dire il 10,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2015, quando le statistiche registrarono già un incremento del 43% sul 2014 (dati Anfia). Il bilancio positivo dei primi sei mesi dell’anno deriva soprattutto dal forte incremento registrato nel primo trimestre (+15%) con i secondi tre mesi caratterizzati da un rallentamento della produzione (+6%, con giugno che ha segnato addirittura un calo dello 1,1%). In questo quadro uno stato di particolare salute gode - secondo uno studio della Fim-Cisl ripreso dal Sole 24Ore - il settore dei motori, che continua a crescere dal 2014, con un totale di 1,5 milioni di unità fabbricate. Nel dato sono compresi motori a benzina, diesel e altre forme di alimentazione. Quanto agli stabilimenti di produzione si tratta di quelli di Termoli (nella foto) e Pratola Serra della FCA, di quello di Cento (Ferrara) della VM (anch’essa nell’orbita FCA) e la produzione della Fpt di Foggia, appartenente al gruppo Cnh Industrial. La statistica della Fim-Cisl non comprende dunque i propulsori fabbricati dalla Ferrari.
I PROBLEMI DEI DIESEL NEGLI USA - Il buon andamento è stato evidente nel 2015, quando le unità prodotte sono aumentate del 20,56%, mentre nella prima metà di quest’anno c’è stato un certo rallentamento, spiegato soprattutto con la riduzione della domanda di motori diesel da parte del mercato Usa, con conseguenze negative per lo stabilimento VM di Cento, specializzato da sempre appunto nella fabbricazione di propulsori a gasolio. Il trend ha portato anche a un periodo di cassa integrazione per i lavoratori della VM. L’entrata a regime della produzione della Alfa Romeo Giulia e della Maserati Levante dovrebbe far invertire la tendenza anche per i diesel. L’importanza della produzione dei motori è rilevante perché va a incidere sensibilmente sulla bilancia commerciale dell’Italia. L’anno scorso le esportazioni dall’Italia di motori hanno significato un controvalore di 3,873 miliardi di euro, che rappresentano circa il 20% delle esportazioni di componenti automotive. Un dato molto interessante se si tiene conto che nella prima parte del 2016 (fino a maggio, ultimi dati disponibili) le esportazioni di autoveicoli dall’Italia sono diminuite del 2,7% mentre le importazioni sono aumentate del 23,6%.